Aeroporto dello Stretto: i numeri di un disastro tutto politico, tra venditori di fumo e patetici complottismi

StrettoWeb

Aeroporto dello Stretto, ecco perchè con l’addio di Alitalia la chiusura è inevitabile. Anche Blu-Express verso l’addio: è un disastro tutto politico, figlio della cattiva gestione degli enti locali reggini e messinesi che hanno fallito l’integrazione dell’Area Metropolitana, non hanno voluto il Ponte sullo Stretto e adesso vedono frantumarsi anche la realtà del “Tito Minniti”

Aeroporto Reggio Calabria

L’Aeroporto dello Stretto è ormai morente: Alitalia ha ufficialmente annunciato l’addio dal 27 marzo com’era ampiamente prevedibile alla luce delle pessime performance del “Tito Minniti” negli ultimi anni. E la conseguenza dell’addio di Alitalia rischia di essere la definitiva chiusura dell’Aeroporto nel giro di 2-3 mesi. Dal 27 marzo fino a metà giugno rimarranno soltanto i 4 voli settimanali di Blu-Express per Roma e quelli (sempre di Blu-Express e appena 4 settimanali), per Milano. Poi, a metà giugno, scadrà il mandato di Blu-Express che senza Alitalia e in uno scalo sempre meno appetibile, verosimilmente abbandonerà Reggio Calabria. Siamo infatti già a metà marzo e risulta impossibile prenotare qualsiasi tipo di volo per l’estate: chi vuole programmare un viaggio per la seconda metà di Giugno, per Luglio, Agosto o Settembre, è costretto a prenotare su Lamezia Terme o Catania. Eppure in condizioni normali si possono prenotare i voli fino a 9-10 mesi, invece da metà giugno in poi l’Aeroporto dello Stretto è di fatto già chiuso. E mancano appena tre mesi (quindi anche per l’addio di Blu-Express abbiamo un indizio chiaro).

falcomatà oliverio (1)Le responsabilità di questo disastro tutto politico hanno nomi e cognomi precisi. Su tutti, il Sindaco Giuseppe Falcomatà e il Governatore Mario Oliverio. Non è un caso, infatti, che da quando entrambi gli esponenti del Pd hanno vinto le elezioni (autunno 2014) e si sono trovati così a governare rispettivamente la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Regione Calabria, i numeri dell’Aeroporto dello Stretto sono crollati. Nel 2015 si è scesi per la prima volta dopo un decennio sotto il muro dei 500.000 passeggeri annui, e nel 2016 lo scalo ha chiuso con appena 485 mila passeggeri, il dato peggiore dal lontanissimo 2003.

Ecco tutti i dati ufficiali di Assoaeroporti elaborati da StrettoWeb nell’apposito grafico:

Aeroporto dello Stretto

aeroporto scopelliti blue panoramaTra 2004 e 2005 si erano svolti i lavori alla pista e lo scalo era rimasto chiuso molti mesi, ma subito dopo iniziava la grande stagione del tanto vituperato “Modello Reggio”: Scopelliti non si era inventato nulla di speciale. Semplicemente aveva capito che per lanciare lo scalo bisognava creare un circuito turistico, perchè non esiste un aeroporto che può vivere soltanto per il pendolarismo. E allora fiorirono le apposite iniziative turistiche con i progetti di interscambi culturali che attivarono connessioni personali e professionali in tutt’Europa. Arrivarono Air Malta, Blue Panorama e altre compagnie che collegarono stabilmente la città a molte mete nazionali e internazionali.

reggio passaporto per l'europa

Una rete, partita con il progetto “Passaporto per l’Europa“, che portò Reggio Calabria a sprovincializzarsi ed essere costantemente collegata in modo diretto con le principali capitali europee e mediterranee.

Nel 2006 il record di 608 mila passeggeri, di cui buona parte internazionali. Altro picco tra 2012 e 2013 quando le iniziative della Regione Calabria, guidata allora proprio da Scopelliti, portarono al Tito Minniti investimenti senza precedenti, altri voli turistici dalla Russia e una stretta partnership con Alitalia che proprio in quegli anni decorava la livrea di due suoi aerei con le immagini dei Bronzi di Riace. Era un’ottica diversa di guardare alla città e all’aeroporto, che non era più inteso come un “ufficio di collocamento” ma semplicemente si partiva dalla logica che i posti di lavoro sarebbero stati la naturale conseguenza di un hub che funzionava e produceva.

Prime demolizioni nella Stazione Metromare (Foto del 24.02.17) Inoltre si lavorava per intercettare l’utenza messinese (in molti casi con successo) prevedendo il ceck-in in mare sull’aliscafo con lo sbarco nel nuovo pontile, e si costruiva la nuova stazione “Reggio Calabria Mare” da collegare alla linea ferroviaria. Sì, proprio quella stazione che oggi Falcomatà ha deciso di demolire. Infatti il brusco stop di quella stagione politica, in cui Reggio aveva trovato per la prima volta nella storia una forte leadership regionale e recitava un ruolo da grande protagonista sul panorama nazionale, ha segnato anche lo stop di tutte quelle iniziative che valevano il rilancio e lo sviluppo del territorio. A partire dall’Aeroporto, che proprio da quel momento (dati alla mano) è crollato. Un disastro tutto politico, che oggi viene affrontato in modo raccapricciante dai principali responsabili di questa rovina. Falcomatà e Oliverio, infatti, hanno reagito all’annuncio di Alitalia aggravando ulteriormente la situazione, indisponendo la compagnia di bandiera e accusando chissà chi di chissà quali colpe e complotti. Eppure l’a.d. di Alitalia Cramer Ball è stato chiarissimo: “Alitalia e’ una compagnia privata che deve effettuare le proprie scelte esclusivamente sulla base della sostenibilita’ economicaI voli da e per l’aeroporto di Reggio Calabria producono ingenti perdite e questa situazione non poteva continuare. Abbiamo passato mesi e mesi a dialogare con le autorità del territorio, ma nessuna di loro è riuscita a trovare una soluzione. […] Purtroppo, nonostante la collaborazione del governo e i ripetuti tentativi di Alitalia , gli appelli della compagnia sono rimasti inascoltati e nessuna risposta concreta è arrivata dalle competenti autorità locali, rendendo pertanto inevitabile la chiusura delle rotte“.

Al 27 marzo mancano appena 16 giorni e Alitalia ha già comunicato ai propri clienti prenotati sui voli da e per Reggio Calabria con partenza o arrivo previsti dopo il 27 marzo, la possibilità di contattare compagnia al numero verde 800.65.00.55 (dall’Italia) o +39.06.65649 (dall’estero), o attraverso l’agenzia di viaggio presso cui hanno acquistato il biglietto, per riprenotare il volo da e per Catania o Lamezia Terme, o per ottenere il rimborso del biglietto.

falcomatàA questo punto spuntano i venditori di fumo, guidati proprio da Falcomatà e Oliverio. Quasi quasi l’addio di Alitalia passa come un’opportunità, una “liberazione”, un “motivo di gioia”, “finalmente” dicono. E spuntano come funghi fantomatiche nuove compagnie (che non esistono) pronte ad investire (?!?!) sul morente scalo reggino. Ipotesi poco credibili: non esistono aeroporti di periferia che vivono senza Alitalia, a meno che non siano appositi hub per compagnie low-coast geograficamente posizionati vicino ad altri scali più importanti (è il caso di Bergamo, a 50km da Milano; di Brindisi, a 100km da Bari, di Pisa, a 80km da Firenze, di Trapani a 80km da Palermo, e di Treviso, a 40km da Venezia). Inoltre Alitalia è la compagnia che paga di più per gli slot, il parcheggio in Aeroporto, e per questo Reggio era una delle tappe più costose d’Italia. E l’Aeroporto s’è mantenuto soltanto grazie ad Alitalia e ai suoi slot per le soste notturne. Soprattutto per un aeroporto piccolo, senza quei soldi non c’è alcun futuro e non c’è alcuna sostenibilità.

Falcomatà-Accorinti (1)Nessuna compagnia ha interesse ad investire su un progetto improduttivo, nessuna compagnia lavora in perdita. Il problema non è di Alitalia, ma del territorio: negli anni l’abbiamo scritto più volte, l‘unica via per lo sviluppo di Reggio Calabria (e di Messina) è la conurbazione nell’Area dello Stretto. La costruzione del Ponte, e un sistema di trasporti veloce ed efficiente. Un altro progetto che la “nuova” classe dirigente (i vari Falcomatà, Accorinti, Crocetta e Oliverio) ha distrutto con un completo disinteresse: solo fuffa. Come la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto che stamattina s’è riunita di nuovo a discutere del nulla, e come al solito non ha deciso nulla. Il futuro dell’Aeroporto dello Stretto era soltanto quello dei circuiti turistici internazionali e del coinvolgimento dell’utenza messinese, il percorso avviato (con risultati egregi) da Scopelliti anni fa e poi dilapidato dai suoi successori che oggi vendono fumo e si appellano al complottismo di chissà chi vorrebbe il male di questo territorio.

falcomatàIntanto la SoGAS è fallita e l’Aeroporto dello Stretto ha perso definitivamente la propria autonomia. Com’era prevedibile, senza la SoGAS molla Alitalia e dopo Alitalia arriverà la chiusura. Intanto dopo mesi di commissariamento, l’Enac ha assegnato la gestione dello scalo alla SaCal. La SaCal è la società pubblico-privata che da anni gestisce (in modo brillante) l’Aeroporto di Lamezia Terme. Ha una maggioranza pubblica con il 54,7% di quote azionarie in mano agli enti locali (21% Comune di Lamezia Terme, 11,5% Provincia di Catanzaro, 10% Regione Calabria, 6% Comune di Catanzaro, 4% Camera di Commercio di Catanzaro, 2% Provincia di Cosenza, 0,3% Camera di Commercio di Cosenza, 0,1% Camera di Commercio di Vibo Valentia) mentre il 45,3% è privato e fa capo a noti imprenditori lametini e catanzaresi.

falcomatàChi può immaginare che la SaCal abbia l’interesse di rilanciare l’Aeroporto dello Stretto? E chi l’ha detto che in una Regione piccola, povera e poco popolata come la Calabria debbano esserci per forza due o tre o addirittura 4 (c’è chi vorrebbe un nuovo scalo a Sibari!!!) Aeroporti?? Il Lazio ne ha solo uno, e anche la Calabria è destinata a ruotare esclusivamente intorno a Lamezia. Falcomatà si appella alla Sacal, che in realtà non è in dovere di fare proprio nulla. E non ha neanche l’interesse di farlo. E’ proprio un genio Falcomatà: chiedere alla SaCal di intervenire per rilanciare l’Aeroporto dello Stretto è come se avesse chiesto negli anni ’60 a Mancini di annullare l’idea di far passare l’A3 da Cosenza. E quelli, tutti (Cosenza, Lamezia, Catanzaro) se la ridono… La SaCal non deve e non può fare politiche territoriali, non può mettere le compagnie nelle condizioni di arrivare a Reggio: una sola cosa giusta dice il Sindaco reggino, “ognuno si prenda le sue responsabilità“. A partire da lui, appunto. E a Reggio in Prefettura si continuano a svolgere riunioni in cui l’ordine del giorno non è “rilanciare l’Aeroporto” ma “tutelare i livelli occupazionali dell’Aeroporto“: un’ottica completamente capovolta di guardare le cose, che non porterà mai a risultati perchè l’Aeroporto non esiste per i suoi dipendenti, ma i dipendenti esistono per l’Aeroporto. E come tutte le aziende, se l’Aeroporto funziona ci saranno sempre più dipendenti, se l’Aeroporto non funziona, naturalmente i dipendenti perderanno tutti il lavoro. La soluzione è far funzionare l’Aeroporto, i livelli occupazionali non sono il problema ma la logica conseguenza delle condizioni dello scalo.

falcomatà oliverio (2)La SaCal potrà limitarsi a gestire lo scalo portandolo alla chiusura e potenziando i collegamenti con Lamezia, in modo più veloce e proficuo affinché l’utenza reggina abbia le maggiori comodità per utilizzare lo scalo lametino. E il numero di passeggeri (con tutto l’indotto) di Lamezia lieviterà ulteriormente, soddisfacendo l’interesse dei soci della SaCal. Mentre l’Aeroporto dello Stretto rimarrà un relitto di tempi andati. E il grande imbroglio perpetuato negli anni ai danni della città di Reggio Calabria emerge in modo ormai palese ed esplicito, così come i veri “nemici” di questa città che non stanno altrove, a Roma, a Bruxelles o chissà dove, ma vivono trincerati negli ovattati saloni del potere cittadino, completamente disinteressati del territorio e delle sue esigenze.

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