Imbrattata la sede del G.O.I di Reggio Calabria, tra vandali anarchici e ‘Brutta Razza Klan’: ecco tutta la verità

StrettoWeb

Imbrattata la sede del G.O.I di Reggio Calabria: il simbolo dell’anarchia passa in secondo piano rispetto alla scritta di fianco, ma la realtà è ben diversa

Reggio-Calabria1Immaginate di recarvi a lavoro, al vostro circolo, o semplicemente a casa vostra. Assorti nei vostri pensieri percorrete il vialetto fino ad arrivare alla porta e prima di entrare notate qualcosa di strano: una grossa scritta che la imbratta completamente. Non deve essere di certo piacevole, in particolare se la scritta è un evidente simbolo inneggiante ad un’ideologia politica che mal si sposa con la vostra. È quanto successo questa mattina a Reggio Calabria, la vittima di questo atto vandalico è stata la porta della sede del Grande Oriente d’Italia. A rendere noto l’accaduto è stato lo stesso Gran Maestro della loggia massonica, Stefano Bisi che con un tono di voce misto fra amarezza e indignazione, ha commentato: “è davvero inquietante ed allarmante. La vicenda dell’inchiesta portata avanti dalla Commissione Antimafia e gli articoli di stampa che si sono susseguiti in un clima di caccia alle streghe hanno alimentato una preoccupante deriva che può portare menti deviate e folli a compiere atti ostili ben più gravi mettendo a rischio l’incolumità stessa dei liberi muratori”. Chiaro il riferimento alle ben note vicende che hanno coinvolto lo stesso Bisi, rifiutatosi di consegnare gli elenchi dei fratelli del Grande Oriente d’Italia all’Antimafia, suscitando grandi polemiche.

Da almeno un anno – prosegue Bisi – ho detto in tante occasioni pubbliche che anche l’Isis aveva messo nel mirino la Massoneria insieme alle Chiese ed altre organizzazioni spirituali e laiche e che è pericoloso fare passare dei messaggi fortemente pregiudizievoli e diffamatori nei confronti di una Istituzione che lavora per il bene dell’umanità e che non è segreta. Quanto accaduto a Reggio Calabria – conclude – deve fare riflettere tutti sulla delicatezza delle posizioni assunte e delle parole che vengono dette e scritte. Chiediamo alle Istituzioni del Paese di garantire serenamente il diritto d’associazione sancito dalla nostra Costituzione”.

Reggio Calabria graffitiUn atto sicuramente da condannare non c’è dubbio, se non fosse che come spesso accade nella nostra città, si è sfociati nell’errore e nell’esagerazione. Oltre al simbolo anarchico presente sulla porta della sede, è stata presa di mira una frase presente sul muro di fianco alla porta. La frase in questione recita “Brutta Razza Klan”, ed è stata interpretata come denigratoria nei confronti della Loggia. Se ci si fosse informati meglio, si sarebbe scoperto, con estrema facilità, come quella frase sia presente in diversi punti della città, in particolare nelle zone del Corso Garibaldi e di Via Possidonea. Si tratta semplicemente di una ‘tag’, una firma sul muro del gruppo rap reggino BRK (Brutta Razza Klan, per l’appunto), già presente da diverso tempo su quel muro! Siamo arrivati a scambiare una tag, un gesto magari da condannare per l’imbrattamento di un muro, ma che a suo modo fa parte della cultura hip hop, per un insulto. Che poi se anche fosse stato il suddetto gruppo ad eseguire l’atto, la scritta sarebbe stata chiaramente una firma e non un insulto. Brutta razza chi grida allo scandalo senza sapere, e non stiamo parlando di Rap…

Condividi