Palermo: furti in case di anziani travestiti da ispettori INPS, 4 arresti

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L’accusa a carico dei quattro è di aver commesso, in concorso tra loro, una serie di furti in abitazioni – sette gli episodi delittuosi accertati – nelle province di Palermo, Caltanissetta e Catania

Alle prime ore del mattino i Carabinieri della Compagnia di Petralia Sottana (Palermo) hanno dato esecuzione al provvedimento di misura cautelare agli arresti domiciliari, emesso dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese – su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di quattro persone. Le manette sono scattate per Nicola Fiaschè, 31 anni; Veronica Crescimone, 28 anni; Massimiliano Corsaro, 29 anni; Pietro Ciadamidaro, 27 anni. L’accusa a carico dei quattro è di aver commesso, in concorso tra loro, una serie di furti in abitazioni – sette gli episodi delittuosi accertati – nelle province di Palermo, Caltanissetta e Catania, nel periodo compreso tra novembre 2015 e gennaio 2016, ai danni di persone anziane, utilizzando anche violenza nei confronti delle stesse vittime in almeno due occasioni. Le attività investigative svolte in particolare dal Nucleo Operativo e Radiomobile, in collaborazione con il personale delle Stazioni Carabinieri di Alimena e Petralia Soprana sono scaturite dagli arresti eseguiti su ordinanza emessa dall’Autorità Giudiziaria di Termini Imerese nel mese di febbraio 2016 nei confronti di Fiaschè e Crescimone, per un furto in abitazione commesso nel mese di gennaio 2016 ai danni di un’anziana signora di Alimena. In quell’occasione, simulando di essere medici dell’Inps si erano presentati di mattina, ben vestiti e con modi gentili, a casa dell’anziana donna e dopo aver simulato di doverla sottoporre ad una visita medica, prospettandole la possibilità di un aumento della pensione, avevano trafugato dalla camera da letto 4.000 euro in denaro contante e monili in oro. Terminato il ”colpo”, adducendo all’anziana donna una scusa, si dileguavano a bordo di un’autovettura marca Ford. La vittima resasi conto poco dopo di quanto le era accaduto, era riuscita a trovare la forza di chiedere aiuto e così, tramite alcuni vicini di casa, era stato richiesto l’intervento del ”112”. Nell’immediatezza i Carabinieri della locale Stazione di Alimena, acquisite le prime informazioni, unitamente ad altre pattuglie, “si ponevano alla ricerca della Ford che veniva rinvenuta abbandonata sull’autostrada A/19 direzione Catania con evidenti segni di incidente stradale in cui erano rimasti coinvolti i due, Fiaschè e Crescimone”.  Le indagini hanno così permesso di risalire in poco tempo all’identità dei due. Durante l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare e delle contestuali perquisizioni, i militari hanno rinvenuto nella disponibilità degli stessi Fiaschè e Crescimone una somma ingente di denaro contante, sequestrando altresì un conto deposito postale e due telefoni cellulari. L’esame dei filmati, delle immagini e delle conversazioni WhatsApp, estrapolati proprio dai telefoni cellulari in uso agli indagati, hanno consentito di acquisire importanti elementi investigativi. Nello specifico, i militari dell’Arma sono riusciti a trovare nella memoria dei cellulari, rinvenuti nella disponibilità di Fiaschè e Crescimone, diverse foto raffiguranti mazzette di banconote di diverso taglio o ancora gli indagati in compagnia tra loro e con addosso diversi monili in oro. Inoltre, sono state rinvenute alcune foto ritraenti la località dove poco prima gli stessi avevano commesso il reato, mentre in altri filmati si vedevano gli indagati nell’atto di scambiarsi battute riferite a presunti furti appena consumati. Le indagini successive, sviluppate proprio sulla base di queste rilevanti acquisizioni informative, hanno consentito di far luce su ulteriori sette furti, commessi in concorso tra loro nelle province di Caltanissetta, Palermo e Catania, documentando le responsabilità penali degli odierni indagati. La banda, specializzata nella particolare attività delittuosa, utilizzava sempre lo stesso ”modus operandi”, atteso che si presentavano a casa delle loro vittime, abitualmente la mattina ed in alcune occasioni nel primo pomeriggio, asserendo di essere medici dell’I.N.P.S. e mentre fingevano di dover procedere con una visita medica, necessaria a ”sbrigare” la pratica relativa alla pensione o quella relativa ad ottenere l’assistenza domiciliare, approfittavano della distrazione degli anziani per rubare tutto il denaro e gli oggetti d’oro che riuscivano a trovare in casa; in altri casi invitavano le vittime a togliersi le fedi o le collane indossate per poterle visitare meglio, riuscendo in questo modo a sottrare loro anche i monili aventi un alto valore affettivo. Al riguardo, l’Arma dei Carabinieri è impegnata già da tempo su tutto il territorio ”Madonita”, svolgendo incontri con le comunità locali, nei locali messi a disposizione dalle Chiese e dai Comuni, per fornire informazioni e spiegare, principalmente agli anziani, come comportarsi in situazioni come quella verificatasi ad Alimena ed in altri territori della stessa provincia di Palermo.

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