Reggio Calabria: cardiochirurgia chiusa, paziente muore durante il trasferimento. Nuova lettera del sindacato Anaao-Assomed

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Reggio Calabria: giovane muore durante il trasporto a Catanzaro dagli Ospedali Riuniti, l’ennesima triste vicenda

Di seguito la lettera integrale del Segretario Aziendale Anaao-Assomed A.O. di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi al Dg A.O. “B.M.M.” Frank Benedetto, alla procura della repubblica di Reggio Calabria, al ministro Lorenzin, ai commissari Scura e Urbani, al Tavolo di Verifica, al presidente Oliverio, al Dg Riccardo Fatarella, al sindaco di Reggio Calabria, al sindaco di Motta San Giovanni, all’ordine dei medici di Reggio sulla tragedia del decesso del 37enne durante il trasferismento a Catanzaro dai Riuniti della città dello Stretto.

Sono passati tre giorni dal decesso di Domenico Malaspina, 37enne di Motta San Giovanni, durante il trasporto alla cardiochirurgia di Catanzaro in quanto la nostra cardiochirurgia è stata inaugurata in pompa magna ma mai attivata e nessuno degli inauguratori del nulla ha sentito il dovere personale, sociale, civico, istituzionale di dare una risposta ai giusti chiarimenti richiesti dal Sindaco di Motta San Giovanni e, ciò che è più grave, nessuno ha sentito il bisogno di porgere le scuse per l’infame farsa propagandistica finalizzata al voto sul referendum con cui si è voluta, ancora una volta, imbrogliare la cittadinanza ed assistere alla scomparsa di un nostro 37enne conterraneo. Non parla la Lorenzin, così loquace e pronta ad inviare ispettori dovunque ma non in questo caso. Che figura farebbe considerato che il nastro del nulla è stato tagliato da lei stessa. Non parla Oliverio, così loquace ad affermare la discontinuità con il suo predecessore, che aveva anch’egli inaugurato a vuoto la stessa cardiochirurgia. Dell’inaugurazione, però, ci resta il manifesto con cui il PD ha celebrato l’inaugurazione del nulla: il suo viso rotondo e rubicondo con accanto la scritta “Grazie Presidente”. Grazie di che ? Delle due l’una: o Oliverio non era al corrente della farsa e dovrebbe quindi rimuovere immediatamente il direttore generale che lo ha preso in giro o ne era al corrente ed allora è lui il protagonista principale della farsa . Tertium non datur. Non parla il Sindaco di Reggio impegnato a tracciare un programma di visita da parte del quadro della Madonna in tutti i quartieri della Città per risollevarne le sorti. Gli chiedo di prenotare una tappa del giro anche all’Ospedale. Non parla Irto, presidente del Consiglio espropriato, consapevolmente ed illegittimamente, da ogni prerogativa da parte dei commissari governativi senza alcuna protesta. Non parla il capogruppo del PD, Romeo, così attivo che appena eletto, essendo un noto esperto di sanità, visitò l’Ospedale di Melito Porto Salvo e decise addirittura quanti e quali ecografi acquistare e quante assunzioni fare. Non parla alcuno della deputazione parlamentare reggina nonostante l’invito del loro punto di riferimento reggino e nazionale ad “avere cuore”. Il Malaspina è morto proprio per mancanza di cuore della politica che ha preferito perdere tempo ed inaugurare il nulla pur di fare propaganda di partito. Non parla alcuno dei consiglieri regionali ma francamente loro hanno già fatto il massimo per la nostra sanità. Capitanati dal mitico Romeo hanno promosso una legge per cambiare il nome all’Azienda ospedaliera tanto da ricevere le “lodi” dal Corriere della sera. Certamente non gli si può chiedere di più considerato che guadagnano poco oltre i diecimila euro al mese. Lasciamoli riposare ! Non parla nessuno delle autorità presenti all’inaugurazione. Non parla il direttore generale Benedetto per ammettere di  avere truffato, nella fattispecie, i reggini. A lui vengono bene le sceneggiate, non solo come le inaugurazioni fasulle, ma anche come quella che ha concordato con Oliverio allorquando fu raggiunto nel Giugno scorso da un avviso di garanzia per la nomina del direttore amministrativo aziendale e, sdegnosamente, si dimise in attesa del salvifico intervento concordato di Oliverio che gli rinnovò la fiducia tanto da farlo commuovere e ritirare le dimissioni. Della Procura della Repubblica chissenefrega. Sulla vicenda del decesso di Domenico Malaspina ho chiesto le dimissioni di Benedetto ma credo che prima di ottenerle dovremo aspettare l’arrivo del beckettiano Godot. Non parla l’Ordine dei Medici, che, invece, ha propiziato un altro convegno farsa incontro dopo la farsa dell’inaugurazione, con la Lorenzin che ci ha detto quanto è importante votare si al referendum. Nessuno ha inteso contrastare, cosa che sarebbe spettata al silente Presidente, le stupidaggini profferite dalla Ministra tipo” con il si avrete i PDTA” (come se fossimo nello Zimbabwe ed ogni medico in Ospedale si comporta come meglio crede) o “con il si tutti i cittadini avranno diritti alla salute uguali” (dimenticandosi che da anni esiste a legge sui LEA) etc. etc. Poiché nessuno prende le distanze dall’inaugurazione farsa è evidente che tutti erano ben al corrente della non operatività di ciò che stavano inaugurando e che stavano, neonata accozzaglia (termine presidenziale) di bugiardi, consapevolmente prendendo in giro i Calabresi. Ha parlato invece, in un convegno per il si al referendum tenuto  a Siderno, il capogabinetto della Lorenzin, giudice Chinè, sabato pomeriggio quando il decesso di Domenico Malaspina era già noto. Chinè dice che la colpa della nostra malasanità sono i manager incapaci e lo dice da capogabinetto della manager nazionale Lorenzin, inauguratrice del nulla ed avendo accanto il sub commissario al piano di rientro il dottore commercialista Urbani, figura tecnica, il quale come a tutti noto è lo stesso commissario governativo che assieme all’altro manager per il piano di rientro, l’ingegnere Scura, hanno impedito per oltre sei mesi la procedura di avvio della nostra cardiochirurgia in quanto volevano imporre, in piena violazione di legge e con la prona accettazione di Benedetto, un primario nominato dal rettore dell’Università di Catanzaro. Tutti ricorderanno il prof. Pompilio venuto a Giugno 2015 a prendere possesso del feudo assegnatogli dall’imperatore Quattrone per poi scappare dopo due mesi senza alcuna motivazione. Questa è storia documentata. Nessuno parla, nessuno chiede scusa alla famiglia Malaspina che sarebbe la prima cosa da fare, nessuno adotta alcun atto. Ripeto, stanno tutti rintanati come conigli in attesa che passi la tempesta. Mi permetto, allora, di chiedere scusa pubblicamente alla famiglia Malaspina a nome dei tantissimi Medici della provincia che non meritano questi rappresentanti istituzionali né, soprattutto, questo conigliesco e partigiano consiglio dell’Ordine divenuto una sezione di partito e non massimo organo di rappresentanza della categoria come dimostrato dal convegno in cui sul referendum ha inteso fare ascoltare unicamente due voci a favore del si senza contraltare.

Considerati il silenzio e l’inerzia di tutti,  dopo avere parlato con il Sindaco di Motta sulla situazione familiare della piccola Malaspina,  chiedo all’Ordine dei Medici:

1)      Di aprire una sottoscrizione tramite conto corrente dove tutti i Medici della provincia possano versare un contributo per il futuro della piccola Malaspina anche per dimostrare che i singoli Medici sono migliori del silenzioso consiglio dell’Ordine. Il conto corrente non dovrà avere alcun costo di gestione e tutto il ricavato dovrà essere consegnato al Sindaco di Motta San Giovanni che provvederà a girarlo alla famiglia. A tale iniziativa l’Ordine potrà dare ampia pubblicità agli iscritti attraverso i mezzi informatici di cui dispone ed anche attraverso l’inutile giornale che ci invia al fine di farci godere delle immagini dei consiglieri che premiano qualcuno. Pregherei il dr. Benedetto e la dr.ssa Albanese di astenersi dal versare alcunché.

2)      Valutare se esistano le condizioni per aprire un procedimento disciplinare a carico del dott. Benedetto e della dott.ssa Albanese, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario, entrambi iscritti all’Ordine di Reggio relativo alla vicenda dell’inaugurazione farsa. Ricordo che l’Ordine è responsabile dei comportamenti degli iscritti non solo sul versante professionale ma, soprattutto su quello etico, che – nella fattispecie – mi sembra “leggermente” prevaricato. Peraltro, lo stesso Benedetto aveva affermato che la sua nomina era scaturita proprio in quanto medico cardiologo che avrebbe dovuto conseguire il risultato dell’apertura della cardiochirurgia.

Il Segretario Aziendale AO di Reggio Calabria e Consigliere nazionale ANAAO-ASSOMED

Dr. Gianluigi Scaffidi

 

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