Messina: presunte attività inquinanti in alcune vie della città, ecco dove

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In alcune vie della città di Messina sembrerebbero svolgersi delle attività inquinanti

inquinamento-automobiliCome già preannunciato durante i lavori della Commissione consiliare Ambiente, ieri, mercoledì 9, si è tenuto a palazzo Zanca l’incontro organizzato dall’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua, in merito alle presunte attività inquinanti di via Aspa e delle zone limitrofe. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti dei dipartimenti Servizi alle imprese, Politiche del Territorio, Avvocatura e Polizia municipale. Nel corso dell’incontro è stato confermato che, così come previsto dall’art. 30 delle N.T.A del PR “all’interno delle zone A non sono consentite destinazioni d’uso per l’insediamento di nuove officine meccaniche, di elettrauto, carrozziere e similari, né sono altresì consentiti subentri alle stesse attività, che allo scadere della licenza, dovranno essere trasferite in altri siti compatibili”. Durante la riunione, preso atto che le attività commerciali insistenti nelle vie Aspa e limitrofe, risultano essere per la gran parte cessate e/o subentrate, e visto che, come affermato dal rappresentante del dipartimento territorio, non esiste un piano di delocalizzazione delle attività inquinanti, né alcun obbligo normativo al riguardo, l’assessore Ialacqua ha precisato che: “Risulterebbe a questo punto anche ininfluente per la decisione da assumere, seppure ugualmente importante per l’osservanza della normativa ambientale, accertare l’impatto negativo sulla salute e sull’ambiente di tali attività, considerato che in ogni caso, anche se tali attività si dovessero adeguare alle prescrizioni indicate nell’ordinanza n. 239 del 22 luglio 2016, l’art. 30 delle N.T.A. del PRG esclude la permanenza di tali attività nell’attuale sito. Se la ricostruzione fatta sopra è dunque corretta, – ha concluso l’Assessore – si ritiene non più rinviabile assumere le decisioni conseguenti, ovvero il trasferimento immediato di tali attività in altri siti compatibili, avviando parallelamente opportuni approfondimenti per accertare le eventuali responsabilità in capo a chi ha autorizzato e/o non vigilato sull’ubicazione di dette attività in siti non idonei, ed allargare gli accertamenti a tutte le attività similari esistenti in zone A, al fine di accertare la legittimità della loro permanenza in tali siti”.

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