A Gioia Tauro arriva il No di An al referendum costituzionale
Era l’ultimo baluardo di una concreta e vera speranza di sviluppo non solo per la zona della Piana, ma per tutta la Calabria. Oggi il porto di Gioia Tauro riceve lo schiaffo finale da un Governo inadeguato a gestire progetti per la crescita del Porto e soprattutto per la perdita di posti di lavoro. “Con Gioia Tauro simbolo del disinteresse della politica nazionale – scrive il portavoce di An e consigliere regionale del Gruppo Misto in Consiglio regionale, Fausto Orsomarso – va in scena il decadimento della politica del Governo regionale . Una struttura che fino a due anni addietro aveva invertito la rotta sul transhipment e che oggi, suo malgrado, manda a casa centinaia di lavoratori”. Alle parole dell’ onorevole Orsomarso fanno eco quelle del coordinatore regionale, Mimmo Arena. “A Gioia Tauro, sabato cinque novembre – puntualizza Arena – diremo un No che non sarà soltanto un No per il Referendum. E’ grave che la Zes, la Zona economico speciale, sia ancora ferma nelle Aule delle Commissioni competenti proprio per il disinteresse del Governo Renzi. Questa Zona, poteva diventare un grande strumento di rilancio dell’economia e del mondo imprenditoriale in questa parte di territorio a supporto del Porto della Piana”.
L’appuntamento è per sabato cinque novembre, alle ore 18, nella sala Cisterne di Gioia Tauro , per il convegno dal titolo “Le ragioni del No al Referendum” che vedrà la presenza non solo del portavoce nazionale e del coordinatore regionale di Azione nazionale, ma anche del sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà; del consigliere comunale di Gioia Tauro, Rosario Schiavone; del sindaco di Varopodio, Orlando Fazzolari; del consigliere comunale di Cinquefrondi, Marco Cascarano; del presidente del Comitato per il No An Rc, Oreste Romeo e di Cettina Nicolosi, consigliere comunale di Taurianova. Le conclusioni saranno affidate ad Andrea Santoro, della Direzione nazionale di An.
