Unioni civili, da Reggio Calabria il grande esempio di Fatima e Bernadette: un primo passo verso la civiltà

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Unioni civili: un primo passo verso la civiltà, Reggio Calabria apri pista

Manifestazione a Reggio Calabria nella Giornata mondiale contro omofobiaDopo un lungo percorso durato quasi trent’anni, nel maggio scorso è stata approvata la cosiddetta Legge Cirinnà che regolamenta l’unione civile tra persone dello stesso sesso: le coppie omosessuali, qualificate come “specifiche formazioni sociali”, possono così usufruire di un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico denominato “Unione Civile“. A tal proposito si fa riferimento alla Costituzione con l’articolo 2, relativo ai diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali e all’uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso; e l’articolo 3, sulla pari dignità sociale dei cittadini senza distinzione di sesso.

matrimonio-gay-2Una legge definita dai più “monca“, poiché viene eliminato il riconoscimento del legame genitore/genitrice-prole, presente nella prima stesura e riconosciuto in tutti i paesi “civili” ma non in Italia dove lo Stato non riconosce ancora diritti ai tanti figli delle coppie omosessuali, che si vedono costretti  a scendere nelle piazze per non avere più solo una madre o solo un padre ma per averne due, quelli che li hanno da sempre amati e cresciuti.

Spesso, abituati ad avere riconosciuti i nostri diritti fin dalla nascita non comprendiamo quanto in realtà avere o meno un riconoscimento giuridico faccia la differenza. Il fatto che una coppia omosessuale venga riconosciuta “formazione sociale” dinanzi lo Stato oltre che tutelare la coppia dal punto di vista economico può garantire per esempio che in caso di emergenza uno dei due partner abbia il diritto di stare accanto al proprio compagno in ospedale e possa prendersene amorevolmente cura, o che in caso di decesso di uno dei due non perda la casa. Questi sono diritti di ogni uomo, il diritto di amare è il minimo che una comunità civile possa garantire.

13690713_10209896757679397_6591233008737969665_nNegli ultimi giorni divampano tante polemiche dopo la notizia della prima unione civile nella città di Reggio Calabria. La decisione di due coraggiose ragazze reggine Fatima e Bernadette, coraggiose non solo per il loro status quo, ma anche perchè sempre più giovani al giorno d’oggi temono il fatidico “Si”e nulla hanno di diverso da altre milioni di persone che decidono in virtù di un unico sentimento, l’amore, di unirsi nel sacro vincolo del matrimonio, civile o religioso che sia. Che differenza vogliamo che faccia? L’amore è un sentimento universale, un diritto inviolabile di ogni uomo, non ha religione, etnia, genere o razza; è quel sentimento che accomuna tutti universalmente, talmente forte, incondizionato, folle e talvolta sconveniente, al punto che non ci dormi la notte tanto è bello, puro, profondo e che sì, oggi, richiede sempre più spesso una dose massiccia di coraggio ma che nonostante ciò spinge sempre più individui a scegliere di passare il resto della propria vita con il proprio compagno/a e questo non dovrebbe mai e poi mai essere messo in discussione, creare scalpore o per giunta fare notizia.

13692598_999676420088331_4840321655883925070_nMilioni di coppie ogni giorno in tutto il mondo, infatti scelgono di sposarsi, di convivere o semplicemente di amare, eppure questo passa inosservato, viene concesso senza bisogno di combattere per questo, nessuno ne parla, nessuno si lamenta, nessuno si sente in diritto di giudicarli ma anzi quando a farlo è una persona cara a noi vicina si è sempre pronti a congratularsi e a gioire. In quale forma e misura un uomo o donna decida quindi di amare ed essere amato non spetta a noi stabilirlo. Nessuno, può permettersi di giudicare chi o cosa un individuo sceglie consapevolmente di amare. La cosa che più colpisce, è che molto spesso questi giudizi provengano proprio da coloro i quali professano di vivere secondo un dogma religioso e in virtù di unico e forte valore, quello della Fede, ma che poi a ben guardare in realtà dimostrano proprio di non possedere. Già, perchè proprio nel Vangelo, quello conosciuto da atei e non, Gesù, rivolgendosi ai discepoli dice “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato” (Luca 6,37).

falcomatà_sindacoAlle nostre coscienze quindi il monito. Infine non resta da fare altro che dimostrarsi una comunità “civile” augurando a queste due giovani ragazze Calabresi i nostri più sinceri auguri per questo lieto evento, un primo passo per il loro cammino di vita e d’amore, che verrà celebrato il 21 di Ottobre, dal sindaco Falcomatà presso palazzo San Giorgio, sede del comune di Reggio Calabria, ma soprattutto un primo passo per tutta la comunità omosessuale calabrese che in tal senso avrà un esempio per tutti coloro che vorranno trovare la felicità emulando Fatima e Bernadette.

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