Trapani: confisca milionaria ad imprenditore di Alcamo legato alle cosche mafiose

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Confisca del patrimonio immobiliare e societario riconducibile all’imprenditore 47enne Montalbano Giuseppe, originario di Alcamo, in provincia di Trapani

Nei giorni scorsi, personale della D.I.A. di Trapani ha notificato il decreto di confisca del patrimonio immobiliare e societario riconducibile all’imprenditore 47enne MONTALBANO Giuseppe, originario di Alcamo, in provincia di Trapani.

La proposta di applicazione della misura di prevenzione avanzata dal Direttore della D.I.A. Nunzio Antonio Ferla, è stata accolta dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione – (Presidente Dott. Franco MESSINA),  che ha emesso il relativo provvedimento ablativo valorizzando gli esiti delle investigazioni condotte dalla D.I.A. trapanese, d’intesa con il Procuratore Aggiunto Dr. Bernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione”, della D.D.A. di Palermo.

Il collegio giudicante ha riconosciuto la pericolosità sociale del proposto, collocandolo nella categoria di coloro che sono indiziati di appartenere ad un’associazione di tipo mafioso.

MONTALBANO Giuseppe, cresciuto in ambiente famigliare mafioso, durante la violenta faida degli anni novanta che insanguinò la città di Alcamo, usava associarsi ad esponenti mafiosi, anche in stato di latitanza, con i quali sono state accertate frequentazioni.

Nell’ambito dell’operazione “Arca”, è stato tratto in arresto da personale della D.I.A. di Trapani in esecuzione di Ordinanza C.C.C. del G.I.P. di Palermo, che colpiva oltre 40 soggetti, a vario titolo indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidi, sequestro di persona, estorsioni, riciclaggio di denaro di provenienza illecita ed altro. A MONTALBANO Giuseppe veniva contestato di avere garantito rifugio ed assistenza a vari sodali dell’organizzazione cosa nostra, al tempo latitanti, tra cui il capo mandamento, MILAZZO Vincenzo.

Espiata la condanna, MONTALBANO Giuseppe si dedicava all’attività imprenditoriale, nei settori edile ed immobiliare.

Sotto il profilo patrimoniale, grazie al mutato quadro normativo in materia di misure di prevenzione, è stato possibile effettuare indagini sul patrimonio accumulato nel tempo dal MONTALBANO, con sospetti flussi finanziari provenienti dalla calcestruzzi “Tre Noci”, che hanno rivelato una notevole sproporzione rispetto ai redditi dichiarati.

Il Collegio giudicante, anche a seguito di accurate perizie affidate a consulenti d’ufficio, ha disposto la confisca di un patrimonio costituito da società, immobili ed automezzi industriali, valutabile nell’ordine di circa 10 milioni di euro.

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