“Sanità negata a Reggio Calabria”, la replica della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera: domande e risposte al Direttore di StrettoWeb

StrettoWeb

Reggio Calabria, dopo l’articolo di StrettoWeb sulla “sanità negata” per le scelte dei commissari arriva la replica della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera

reggio-calabria-ospedale-morelli-dueDopo l’articolo di StrettoWeb, Reggio Calabria, la città della sanità negata nell’indifferenza delle istituzioni: dopo Ginecologia altro pasticcio per Reumatologia, stamattina abbiamo ricevuto in redazione la replica della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera, che pubblichiamo integralmente con, a seguito, alcune nostre considerazioni.

Ecco il testo inviato dalla replica della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria a StrettoWeb:

“Chiarissimo Direttore,

In merito all’articolo pubblicato lo scorso 4 ottobre c.a. sulla sua prestigiosa testata, dal titolo “Reggio Calabria, la città della sanità negata …”, l’Azienda Ospedaliera Bianchi–Melacrino–Morelli intende esercitare il legittimo diritto di replica (art. 8 della legge sulla stampa 47/1948) per chiarire la propria posizione in merito alla questione e rispondere infine alle continue strumentalizzazioni mediatiche che ormai da troppo tempo operano a danno di questa Azienda (stanchi come siamo di un clima del tutto sbilanciato in favore dei “facili” detrattori).

Sorvolando sull’attacco del suddetto articolo dedicato a quella “rivolta di popolo” che furono i Moti di Reggio Calabria, menzionati come epoca di grande riscatto, di “appartenenza identitaria” a fronte di questa nostra di indifferenza e riflusso – fatti dei quali, noi nella nostra suprema ignoranza, non ne scorgiamo il beneficio né vediamo il motivo d’orgoglio – ci preme sottolineare come la descrizione da lei fatta della Sanità reggina come di una “sanità negata” sia, quantomeno, viziata dal pregiudizio. E’ un’immagine che lei rende ad i suoi numerosi lettori che cozza tremendamente con la realtà e probabilmente manca delle dovute verifiche.

Infatti, sia pure nelle difficoltà intrinseche del momento storico, sia pure sotto un Piano di Rientro che impone scelte talvolta dolorose, questa Direzione Strategica, dal momento del suo insediamento, lavora instancabilmente (senza usare eufemismi) per garantire quel Diritto che lei sostiene essere negato.

Ci preme sottolineare, senza per questo scadere nella retorica, che il “Diritto alla salute” (sancito dall’art. 32 della Costituzione) rappresenta per questa Direzione l’Occidente e l’Oriente, il faro illuminante e la guida. Ogni azione perpetrata da questa Azienda – condivisibile o meno che sia -, è rivolta all’esclusivo interesse della collettività e ha come primario obiettivo quello di rendere la Sanità reggina più accessibile, efficiente ed efficace.

D’altronde, accusare l’A.O. di collaborare alla “negazione del diritto alla salute” nonostante gli sforzi, ai più evidenti, che si stanno consumando in questi mesi e che hanno già portato all’apertura dell’ambulatorio di Cardiochirurgia; all’istituzione di diversi nuovi Dipartimenti tra i quali quello Cardio-Toraco-Vascolare e Neonatologia; all’introduzione della Chirurgia Robotica e della PET; ai lavori del nuovo Pronto Soccorso; alla progettazione del Nuovo Ospedale Metropolitano ecc.; appare perlomeno fazioso nonché strumentale.

Chiarito ciò, veniamo dunque alla questione da lei sollevata dietro le istanze dell’associazione A.P.M.A.R.: così come è stato per la chiusura delle cliniche private e Villa Aurora e Villa Elisa – che tra l’altro ha visto la nostra più profonda contrarietà – anche la delicata vicenda di Reumatologia è subita da questa Azienda suo malgrado e malgrado le richieste da noi mosse all’ufficio commissariale per una più equa distribuzione dei posti letto. In questa sede, teniamo inoltra sottolineare con forza la nostra vicinanza e la concreta attenzione nei confronti delle persone con malattie reumatiche.

Ciò nondimeno ribadiamo: la scelta operata con apposito decreto dai commissari di assegnare i 50 posti letto disponibili a livello regionale di Reumatologia per il 20% all’Ospedale di Cosenza e per la restante parte alla Casa privata “Madonna dello Scoglio” di Cotronei, solleva anche la nostra perplessità, ma non è ascrivibile che agli stessi commissari. E’ pertanto evidente che fatichiamo a comprendere la ratio dei vostri ripetuti attacchi in ordine a decisioni operate altrove ed altrove imputabili, ed anzi li rispediamo cordialmente al mittente.

Queste sono le domande a rispondere alle quali lei è chiamato, se la stampa sia un mero strumento in mano agli umori di qualcuno oppure un mezzo d’informazione.

Grazie della corte attenzione, distinti saluti

Direzione Generale Azienda Ospedaliera “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria”

“Sanità negata a Reggio Calabria”, alcune considerazioni in merito alla replica della Direzione Generale e le risposte del Direttore di StrettoWeb

reggio-calabria-ospedale-morelliIn merito alla replica inviata dalla Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera a StrettoWeb, sono doverose da parte nostra alcune precisazioni. Innanzitutto non c’è bisogno di invocare il “legittimo diritto di replica” per chiedere la pubblicazione delle proprie considerazioni e il chiarimento della propria posizione su StrettoWeb, tanto siamo quotidianamente attenti a garantire una pluralità d’informazione ad ogni elemento della nostra società, a maggior ragione se istituzionale e autorevole come appunto la direzione dell’AO di Reggio Calabria (come già in più occasioni testimoniato in passato).
Detto questo, ci teniamo a puntualizzare quale fosse il senso – evidentemente non chiaramente esplicitato – del riferimento ai Moti di Reggio Calabria nel nostro articolo, in merito a cui la direzione generale dell’AO interviene con alcune considerazioni prettamente giornalistiche. In merito a quei fatti, certamente la città non ha avuto particolari benefici. Ma certamente ha avuto l’orgoglio di essersi ritrovata compatta in difesa dei propri diritti. Oggi, invece, non solo non abbiamo benefici dalle scelte politiche che vengono quotidianamente adoperate a discapito della città, ma neanche riusciamo più a ritrovarci compatti in difesa dei nostri diritti perchè tutto scorre nella rassegnazione della gente e, cosa ben più grave, nel silenzio e nell’indifferenza della politica (oggi come allora complice, se non ‘venduta’, rispetto ai poteri forti che dall’asse Roma-Cosenza-Catanzaro continuano a governare questa terra). Ecco il senso del riferimento alla Rivolta: almeno 46 anni fa c’era la voglia di combattere, di lottare, di difenderci (a prescindere dai risultati che questo avrebbe poi prodotto). Adesso invece non ci difendiamo neanche. E calpestarci diventa ancora più facile.

Chiarito questo passaggio prettamente letterario, è doveroso da parte nostra entrare nel merito della risposta per chiarire nel modo più assoluto come il nostro lavoro, la “denuncia giornalistica” dell’ennesimo scippo ai danni della città, non è affatto viziato da alcun pregiudizio, non è affatto sbilanciato in favore di “facili” detrattori (?), non cozza con la realtà e non manca delle dovute verifiche. E, soprattutto, non rientra in alcuna sorta di complotto composto da “ripetuti attacchi” (????) che la Direzione “rispedisce al mittente” ma che da parte nostra non sono mai partiti.

Nel nostro articolo, infatti, non facciamo in alcun passaggio riferimento alla Direzione dell’Azienda Ospedaliera come responsabile dei vari “pasticci”, da Ginecologia a Reumatologia. Parliamo infatti dei commissari, del loro legame con la politica, di partiti, di Roma, Cosenza, Catanzaro, di Governo e Ministri, della totale assenza di una classe dirigente reggina che sappia tutelare gli interessi della cittadinanza reggina. Ci saremmo aspettati una replica da Scura e Urbani, una replica magari anche dal Ministro Lorenzin, ma non certo dalla Direzione dell’Azienda Ospedaliera reggina…

Infine, riportiamo testualmente le dichiarazioni (documentate) del segretario aziendale dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria nonchè consigliere nazionale dell’ANAAO-ASSOMED (associazione medici dirigenti), dottor Gianluigi Scaffidi, intervistato nel nostro articolo così come la referente dell’associazione A.P.M.A.R. Sabrina Giordano, portatori delle istanze dei pazienti e dei familiari dei tantissimi reggini che anche direttamente si sono rivolti a StrettoWeb, in alcuni casi in modo disperato, chiedendo di accendere i riflettori sulla vicenda-Reumatologia. Proprio il dottor Scaffidi sulla vicenda-Reumatologia aveva chiesto l’intervento del Direttore Generale Benedetto che in una nota gli rispondeva nel merito che “evidentemente secondo i tecnici a ciò preposti, riescono a coprire le esigenze di posti letto reumatologici di tutta la Regione, ivi compresa l’area centrale e l’area sud che ne sono privi“.

Adesso, in base alla vostra risposta a StrettoWeb, apprendiamo con enorme piacere che quella scelta in realtà sollevi la vostra perplessità. Dopotutto che la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera abbia subito “suo malgrado” e “malgrado le richieste mosse all’ufficio commissariale“, quella folle distribuzione dei posti letto (su cui è bene ricordare il merito della scelta, e cioè i 50 posti letto regionali assegnati 10 all’ospedale di Cosenza e 40 alla Casa privata “Madonna dello Scoglio” di Cotronei), è abbastanza banale e scontato. Ci mancherebbe infatti pure che l’Azienda Ospedaliera reggina fosse stata promotrice di questa folle scelta, se l’immagina un direttore generale degli ospedali di Reggio che pianifica un’idea simile e/o poi magari addirittura se ne feliciti? Infatti nell’articolo originale emerge molto chiaramente come quella scelta sia ascrivibile esclusivamente agli stessi commissari, al punto da chiamare in causa l’intera gestione del sistema sanitario calabrese.

convenzione-ospedale4Ovviamente si riflette anche sull’assenza, da parte delle istituzioni reggine (a partire dal Sindaco Falcomatà, e compresa anche la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera), di adeguati provvedimenti volti a difendere la sanità reggina dall’ennesimo scippo. Si potrebbe impugnare il provvedimento, si potrebbe (o, a nostro avviso, dovrebbe) fare tutto il possibile per evitare che l’ospedale di Reggio subisca quest’ennesimo pasticcio figlio dei poteri forti che governano la Sanità italiana e calabrese. Come? Ci sono mille modi, seguendo vie giudiziarie (l’apposito ricorso con l’impugnazione del provvedimento), vie politiche, vie mediatiche. Per creare il caso su cui oggi in molti si affannano a dire la propria, è servito un articolo di StrettoWeb. Ma anche da un punto di vista mediatico ci si sarebbe potuti opporre immediatamente a quest’evidente sopruso convocando una conferenza stampa, chiedendo il supporto a tutte le testate locali, urlando la propria contrarietà, prendendo una posizione netta, cercando di compattare la città in difesa dei propri diritti. Invece prima dell’articolo di StrettoWeb erano davvero in pochi (quasi nessuno) a conoscere quest’ennesimo episodio ai danni di Reggio Calabria. Nessuno chiede oggi di ripetere le barricate del 1970, almeno nella forma. Ma quello spirito di comunità, quell’attaccamento identitario alla propria città che rendeva Reggio, seppur calpestata, in grado quantomeno di ribellarsi ai soprusi, oggi dovrebbe ancora animarci e portarci a tutelare i nostri diritti essenziali (dovrebbe animare in realtà ogni comunità sana), magari in modo più maturo ed equilibrato, non certo con molotov e proiettili, ma nel modo più giusto e corretto possibile.

Dopotutto in questi giorni vediamo il nostro Aeroporto vivere una drammatica agonia, il Porto che anche qui nel silenzio e nell’indifferenza delle istituzioni si appresta ad essere invaso da milioni di tir in transito per la Sicilia, con tutte le pesantissime ricadute non solo sulla viabilità e sulla sicurezza della zona nord della città ma anche sulla salute pubblica, e la situazione della sanità reggina è soltanto uno dei tasselli più importanti di una città che vive un momento di sbandamento senza precedenti almeno negli ultimi venti anni, come dimostrano tutte le ultime graduatorie sulla vivibilità.

Riteniamo che con il nostro lavoro quotidiano svolgiamo il compito d’interesse sociale di informare i cittadini su quello che accade. E lo facciamo sempre dalla parte della gente, ovviamente verificando ogni tipo di istanza e segnalazione, senza mai influenzare le nostre pubblicazioni in base agli “umori di qualcuno. Non è accettabile che un articolo che fotografa i fatti e denunci un vero e proprio scandalo venga considerato una specie di complotto ai danni di qualcuno, anche perchè alla Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera Reggina – ribadiamo – non si rimprovera in alcun modo il merito della scelta, ma semmai l’assenza di una veemente difesa dei propri interessi. Ovviamente si tratta di una nostra considerazione, che oggi ribadiamo con forza con la consapevolezza che non abbiamo la verità depositata ma che siamo liberi di esprimere il nostro parere così come garantito dalla Costituzione. Una considerazione libera, che non significa affatto un attacco nei vostri confronti o una parte di una specie di complotto ai danni di chissà chi. Siamo reggini anche noi, come voi. E dovremmo essere uniti in una battaglia a difesa dell’Ospedale di Reggio e dei pazienti reggini. Invece ancora qui sembrano emergere divisioni interne e spaccature inesistenti, la Direzione Generale dell’Ospedale reggino si sente incolpata da un articolo di un giornale reggino come StrettoWeb, e risponde accusando StrettoWeb di perpetuare attacchi legati all’umore. Intanto chi ci governa continua a farsi gli affari propri e, a maggior ragione, ci vede litigare tra noi mentre ci lascia in mutande e ghigna sarcasticamente sui 40 posti letto a Cotronei e 10 a Cosenza a danno di una Reggio per l’ennesima volta umiliata senza colpo ferire.

Il direttore,

Peppe Caridi

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