Naspi, da Taormina a Sorrento si va ampliando “la crociata” dei lavoratori stagionali

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taormina-sorrentoLa battaglia per la modifica della Naspi, avviata dalla Fisascat Cisl con la raccolta firme effettuata la scorsa estate a Taormina e nel resto della Sicilia, si va ampliando anche alle altre località turistiche italiane di maggiore rilievo. L’iniziativa intrapresa in terra siciliana a difesa dei diritti dei lavoratori stagionali sta, infatti, riscuotendo in questi giorni particolare interesse anche a Sorrento dove concordando con quanto avvenuto nell’isola si sta verificando una protesta altrettanto forte contro gli attuali termini della riforma che modifica il periodo lavorativo che consente l’accesso all’indennità di disoccupazione. Ciò significa, in poche parole, che attualmente se si lavora per 6 mesi si avrebbe diritto a percepire il sussidio per tre mensilità. “Qui non si tratta di elemosina, non abbiamo bisogno di carità. Rivendichiamo solo la nostra dignità. Il Governo dovrà fare marcia indietro sugli stagionali del turismo e non solo. La Naspi è la più grande fregatura che poteva essere fatta a migliaia e migliaia di famiglie”, lamentano dalle parti di Sorrento analogamente a quanto avvenuto a Taormina e nel primo polo turistico siciliano. Già nei mesi scorsi ci sono state mobilitazioni e manifestazioni nelle piazze e sotto i Palazzi del potere, sia a livello nazionale che locale. Ma la battaglia non si ferma e si punta allora ad ampliare il raggio d’azione della protesta per salvaguardare insieme il diritto alla sopravvivenza della propria famiglia di fronte ad un Governo che -sottolineano i lavoratori – “invece di dimezzare gli stipendi dei politici dimezza il periodo di indennità di disoccupazione”. Nel comprensorio di Taormina sono state raccolte oltre 5 mila firme consegnate al Ministro del Lavoro Poletti dal segretario generale della Fisascat Cisl Sicilia, Mimma Calabro’, insieme a, segretario regionale aggiunto Pancrazio Di Leo e dal segretario generale della Fisascat Cisl Messina, Salvatore D’Agostino.

Nel frattempo la Fisascat Cisl vudignitaole rilanciare la proposta di un Patto d’Area per il commercio, turismo e servizi in attesa di sviluppi nel polo turistico ionico. “Siamo ancora in attesa – ha affermato il segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl Sicilia, Pancrazio Di Leo -. L’obiettivo – dice Di Leo – rimane quello di regolamentare il mercato del lavoro e dare regole certe e le necessarie garanzie ai tanti lavoratori che, nella nostra zona sono circa diecimila, sia nel comparto alberghiero che quello del commercio, vivono troppo spesso nel limbo dell’incertezza circa la probabilità di essere assunti e poi confermati negli anni avvenire, ed in oggetto poi anche alla durata dei contratti a termine che determina l’opportunità di accesso all’indennità di disoccupazione. Il Patto d’Area appare, quindi, lo strumento in grado di disciplinare la situazione e determinare regole ben precise, criteri certi e maggiormente chiari, nelle dinamiche di accesso al mondo del lavoro e nelle logiche di sviluppo turistico, economico e commerciale del territorio”. L’esigenza primaria secondo Di Leo è quella di dare linfa ad una piattaforma che punta a dare un impulso significativo in termini di occupazione, sostegno al reddito e sviluppo del territorio. Tra i punti sui quali si concentra l’attenzione della proposta vi sono la regolamentazione degli orari di impiego nelle attività commerciali e ricettive, l’erogazione quindi dei servizi a favore delle aziende e dei lavoratori, la tutela occupazionale, la formazione e riqualificazione professionale. È sempre tra i punti attenzionati si ipotizza la ricollocazione del personale, prevedendo quote di riserva nel personale da occupare, di lavoratori fuorusciti dal mercato del lavoro del medesimo settore di attività o da altre aziende con personale riqualificato che operano nel territorio dello stesso Comune e/o dei comuni aderenti al patto nella misura del 40%. La stessa quota di riserva dovrebbe anche essere applicata dalle aziende di nuova apertura sul territorio dello stesso Comune e/o dei comuni aderenti al patto o da quelle già esistenti. Le attività commerciali con dipendenti che si avvarrebbero della facoltà di apertura in deroga, verrebbero chiamate a comunicare ai Comuni sottoscrittori del presente Patto il piano di lavoro relativo alla utilizzazione del personale.

 

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