Legambiente, ammodernamento dell’aviosuperfice di Scalea (CS): “Presunta violazione del diritto comunitario”

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Legambiente chiede l’intervento della Commissione Europea per presunta violazione del diritto comunitario: a rischio il sito di interesse Comunitario “Valle del fiume Lao” e la limitrofa Zona a Protezione Speciale “Pollino e Orsomanno”

A seguito della prosecuzione dei lavori di ammodernamento dell’aviosuperficie di Scalea (Cs), ricadente all’interno del SIC “Valle del fiume Lao” e situata a poca distanza dalla Zona a Protezione Speciale “Pollino e Orsomarso”, Legambiente ha inviato una segnalazione al Segretariato Generale della Commissione Europea per presunta violazione del diritto comunitario, mettendo a conoscenza degli accadimenti anche il Ministero dell’Ambiente e la Regione Calabria.

La vicenda dell’infrastruttura di Scalea risale a diversi anni fa, con un importante atto siglato nel 2011, congiuntamente alla firma di un protocollo d’intesa relativo allo sviluppo dell’aviosuperficie tra la Presidenza della Provincia di Cosenza, la Presidenza della Camera di Commercio di Cosenza e del Sindaco di Scalea, allora in carica. L’opera, inizialmente finanziata dal Ministero del Tesoro Bilancio e Programmazione economica nell’ambito del Patto Territoriale dell’Alto Tirreno Cosentino, vede ora, a seguito di un bando di affidamento dell’area che ne prevede la gestione per un periodo di 25 anni, lo sviluppo di un progetto per ottenere la classificazione di aeroporto di terza classe per persone e merci.

 Secondo Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria, “il progetto prevede la realizzazione di opere e servizi per l’ammodernamento dell’aviosuperficie che, per buona parte, si estende all’interno di un importante sito di interesse Comunitario, la Valle del fiume Lao. L’area di intervento, inoltre, è stata già indicata dall’Autorità di Bacino della Regione Calabria come ad alta pericolosità ed elevato rischio idraulico, soggetta ad alluvione e in grado di conseguenza di comportare possibili danni funzionali ad infrastrutture ed edifici, problemi per l’incolumità delle persone ed interessata, inoltre, da fenomeni di erosione costiera”. “Ma non è tutto – afferma ancora Falcone – l’opera, costruita all’interno del SIC e posta in prossimità di una Zona di Protezione Speciale importante dal punto di vista avifaunistico come quella del “Pollino e Orsomarso” nonché alla Riserva Naturale Statale Valle del Fiume Lao, ospita una ricca componente di specie floristiche e faunistiche di grande interesse conservazionistico, aspetti di cui non è stato tenuto minimamente conto nell’ideare l’infrastruttura, che quindi rappresenta un grave attacco al territorio e alle sue peculiarità”.

 Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette e Biodiversità di Legambiente, sottolinea il fatto che “l’inosservanza delle norme di diritto comunitario rappresenta una grave violazione di trattati, regolamenti e direttive internazionali ratificate dal nostro Paese, come lo sono, nel caso specifico in questione, le norme riferite alle Direttive Comunitarie Habitat ed Uccelli per interventi che hanno influenze dirette o indirette su siti della Rete Natura 2000; la biodiversità custodita in questa importante area, vero punto di forza ed elemento imprescindibile di caratterizzazione territoriale – conclude Nicoletti – rischia quindi di essere fortemente sminuita dall’infrastruttura proposta. Nell’esprimere dunque critiche all’intera operazione per aver dato luogo ad interventi potenzialmente dannosi a livello locale, come associazione riponiamo fiducia nel buon operato della Commissione Europea affinché vengano attuati tutti i passi necessari per ripristinare le migliori condizioni di salvaguardia e tutela dei luoghi”.

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