La poesia entra nella Casa di Cura “Villa Rachele” di Maida

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La poesia  entra nella Casa di Cura “Villa Rachele” di Maida  con la presentazione del libro “ Il canto delle sirene” di Lina Latelli Nucifero  per  portare  speranza e sollievo ai pazienti   che necessitano di riabilitazione per patologie varie. Si tratta del primo di una lunga serie di  incontri culturali  a tempo indeterminato  rivolti, in modo particolare, ai degenti , il più delle volte   anziani, al fine di alleviare  loro angustie e sofferenze distraendoli con argomentazioni leggere e piacevoli e  rendere così  più accettabili i momenti più critici della loro vita. Questo obiettivo  si può considerare  raggiunto visto l’esito  positivo di questo primo incontro per l’interesse  e l’attenzione con cui i presenti hanno seguito l’iniziativa culturale. La prima a relazionare sull’opera  “ Il canto delle sirene” è stata la blogger Ippolita Luzzo, che, coadiuvata dall’attore  Mario Maruca nella lettura di alcune poesie, ha indagato la poetica dell’autrice in tutte le sue sfaccettature  anche attraverso  una serie di domande rivolte a lei  sulla genesi della silloge e sul percorso poetico compiuto. «Il canto delle  sirene – ha affermato la Luzzo –  rappresenta la prima pubblicazione di Lina Latelli Nucifero cui è seguita “ Ali riflesse nel sole” e volumi antologici di diverse collane editoriali, anche a carattere scolastico  con traduzioni in altre lingue». Ricordando la storia delle sirene, che cercarono di sedurre Ulisse con promesse di canti, la blogger Luzzo  ha sostenuto che  simile è il rapporto di Lina Latelli Nucifero con la poesia che diventa «una promessa di un canto, una promessa di conoscenza, un suono articolato, una voce carica di contenuti, un canto perfetto che è  un invito a non perdersi nell’abisso di ogni parola». Dai vari interventi è emerso pure che nella silloge “ Il canto delle sirene”  s’intrecciano motivi e momenti ricorrenti che riconducono l’autrice  essenzialmente alla ricerca interiore della propria ’identità, ad un sentimento di vanità delle illusioni quotidiane e ad una presa di coscienza della solitudine umana e delle problematiche esistenziali. «La poetessa – ha commentato il critico letterario Giovanna Villella – dispiega nei versi una musicalità ricca di incanti, ombre e luci, sogni, deserti, silenzi attraversati costantemente dall’assillo  esistenziale che crea inquietudini psicologiche e spirituali nella sua anima  assetata di verità e di certezze senza mai trovare alcuna risposta». Quasi smarrita  nella vastità del mondo, « ella naviga  in mari perigliosi senza   mete e bussola, senza lidi amici cui approdare ( Solitudine) rimanendo sempre legata alla natura  quasi  in un rapporto affettivo-ombelicale- ancestrale di cui non può a liberarsi». Pertanto   “Il Canto delle sirene”  diviene testimonianza  dell’ itinerario etico-spirituale che prelude al riscatto dello smarrimento e della solitudine. Le poesie di Lina Latelli Nucifero – ha aggiunto il giornalista Salvatore D’Elia nell’approfondire le tematiche del libro –  denotano un genere di scrittura non descrittiva ma orientata verso la rappresentazione simbolica della realtà interiorizzata e trasfigurata rivelando  momenti,  problemi e speranze del quotidiano».

Foto: Ippolita Luzzo e Lina Latelli Nucifero

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