Immigrazione, sociologi italiani a confronto a Vibo Valentia con sindacati, associazioni, scuola e istituzioni

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Un confronto a più voci su un tema delicato e di forte attualità come quello dell’immigrazione; un dibattito aperto, in cui i diretti interessati hanno svolto la parte di attori protagonisti e non di meri ascoltatori. A questo è servito il seminario-convegno organizzato dall’Associazione sociologi italiani, svoltosi nell’auditorium della scuola di Polizia di Vibo Valentia. All’incontro – aperto e moderato dal presidente nazionale Antonio Latella – hanno preso parte sindacati, associazioni di volontariato, istituzioni, gli stessi ospiti stranieri. Il senso della giornata lo ha sintetizzato con una frase il presidente Latella, che ha citato Papa Francesco: “Gli immigrati non sono un peso ma una risorsa”. Maurizio Bonanno, giornalista e dirigente nazionale Asi, ha fornito alcuni numeri significativi del fenomeno: “L’Italia è tra i Paesi che più accolgono. Le ricadute positive, anche in campo lavorativo, sono evidenti, se si pensa che ad esempio nel settore edile il 54% del personale è straniero, mentre tra le colf il 50% sono donne straniere”. Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria, è giunto a Vibo come segno di “vicinanza a questa lodevole iniziativa che affronta una delle tematiche più importanti dell’attualità”. Successivamente ha preso la parola Raffaele Mammoliti, dirigente della Cgil, il quale ha rivendicato le tante battaglie che il sindacato “ha condotto per l’affermazione dei diritti degli immigrati”, come ad esempio quella per prolungare la scadenza a due anni per il permesso di soggiorno in attesa di occupazione. Concetti ripresi anche da Sergio Pititto, Cisl, che ha rimarcato l’esigenza di “accorciare i tempi della burocrazia e dell’accoglienza. È assurdo – ha detto – che la gente che sbarca nei nostri porti debba attendere anche 20 giorni in un palazzetto dello sport”. Santo Biondo, segretario generale della Uil, ha poi parlato dell’esigenza di un “osservatorio sull’immigrazione, sul modello dell’Emilia Romagna, in modo tale da istituzionalizzare un metodo ed una problematica per meglio risolverla, senza improvvisazione”.

 A portare la testimonianza della condizione di immigrato in territorio italiano, quotidianamente a contatto con tutte le problematiche del caso, è stato un docente, Ibrahim Diop, senegalese, il quale ha portato il caso del matrimonio “misto”, con le difficoltà di una coppia per le reazioni degli altri, le tensioni che si creano per l’affrontarsi di due culture differenti anche nella scelta del nome da dare ad un figlio. All’origine del “vero problema” ha puntato invece Davide Franceschiello, dell’Asi: “Il punto non è l’immigrazione in sé, ma è la miseria che ha spinto milioni di persone a lasciare i loro Paesi, e quindi dovremmo domandarci cosa ha fatto l’Occidente per risollevare le sorti di intere popolazioni”. Marco Talarico, della Monteleone Protezione civile, parlando davanti agli studenti delle scuole vibonesi, ha proposto che i ragazzi italiani assistano alle operazioni di sbarco, per vedere da vicino la sofferenza dei migranti e magari guardarli, successivamente, con occhio più benevolo. È stata poi la volta di Giovanni Manoccio, delegato della Regione Calabria all’Immigrazione: “Sul tema si fa molta “geopolitica della paura”, ma la realtà è differente. In Calabria, ad esempio, c’è una bassa presenza rispetto al resto d’Italia. Nessuna invasione. Ciò che noi oggi stiamo facendo è portare a Bruxelles gli esempi positivi che abbiamo, come Riace, Caulonia, Acquaformosa, ed illustrare all’Europa i nostri progetti che vorremmo trasformare in un sistema virtuoso dell’accoglienza e dell’integrazione. Su questo stiamo lavorando e serve la partecipazione di tutti”. A concludere una giornata proficua, ricca di proposte e che ha dato voce a tutti, gli interventi di Franco Caccia, presidente deputazione Calabria Asi, e Shyama Bokkory, dell’associazione Alone, su integrazione e interazione.

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