Crollo del Made in Italy nel mercato ittico: attenzione al pesce taroccato

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Crollano i prezzi per il pesce pagati ai pescatori italiani: crescono le truffe nel mercato ittico

Crollano i prezzi per il pesce pagati ai pescatori italiani. A denunciarlo e’ la COLDIRETTI Impresapesca dopo che la fine del fermo pesca in Adriatico ha portato sul mercato una grande quantita’ di prodotto proprio nel momento in cui i consumi calano, con il termine del periodo estivo. Nonostante questo, il pesce continua a rimanere sui banchi.  Basti pensare al caso delle triglie, le cui quotazioni sono crollate anche fino a 0,1 euro al chilo, mentre le gallinelle vengono pagate anche a 0,5 euro al chilo. Nonostante ci si riferisca a prodotti di qualità e ricchi di Omega3. Con il crollo dei prezzi la marineria italiana e’ a rischio crack dopo che negli ultimi 30 anni ha perso il 35 per cento delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro, mentre si e’ progressivamente ridotto il grado di autoapprovvigionamento del pescato: due pesci su tre ormai che vengono dall’estero. La paura è tanta soprattutto perchè la frode è vicino all’angolo soprattutto perchè non è obbligatorio indicare la provenienza. Da qui l’invito di COLDIRETTI Impresapesca a sostenere la filiera ittica made In Italy acquistando direttamente dai produttori o nei mercati ittici a km zero, a partire da quelli di Campagna Amica. Solo così è possibile portare prodotti di qualità e sostenere i pescatori. L’ennesima dimostrazione – denuncia COLDIRETTI Impresapesca – del fatto che l’attuale meccanismo di arresto delle attivita’ e’ sbagliato, in quanto non premia i produttori, ne’ tutela la risorsa, non tenendo peraltro conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo. Togliere il Made in Italy favorisce il consumo e l’importazione di prodotti ittici esteri. Senza dimenticare che sulla ripresa delle attivita’ pesa il mancato arrivo dei fondi per il fermo 2015, il cui sblocco era stato annunciato nel luglio scorso, con i pagamenti che sarebbero dovuti scattare da settembre.Per comprare prodotti di qualità è necessario verificare l’etichetta. Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).Fino al 16 ottobre in Italia – conclude la COLDIRETTI – e’ in atto il fermo pesca che blocco delle attivita’ della flotta da pesca italiana lungo lo ionio, il tirreno e il mar ligure, da Brindisi ad Imperia dove e’ piu’ alto il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non e’ in atto il fermo pesca come tutto l’adriatico, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare

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