Assenteismo al Comune di Milazzo: un dipendente si allontanava dal lavoro per allenare squadra di basket

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Tra i dipendenti assenteisti del Comune di Milazzo, in provincia di Messina, c’era persino chi durante le ore di lavoro si allontanava regolarmente per andare ad allenare la sua squadra di basket, facendosi timbrare il badge da altri colleghi e attribuendosi persino, in alcuni casi, le ore di “straordinario”. E’ quanto è emerso dall’inchiesta che ha portato le Fiamme Gialle di Milazzo ad eseguire 59 obblighi di firma a carico di altrettanti dipendenti del Comune peloritano. L’ordinanza è stata emessa dal gip di Barcellona Pozzo di Gotto Fabio Gugliotta. Le indagini, coordinate dal procuratore barcellonese Emanuele Crescenti, e dai sostituti Federica Paiola e Rita Barbieri, hanno permesso di accertare responsabilità per truffa ai danni dello Stato nei confronti di una parte consistente del personale in servizio presso il palazzo comunale di via Crispi. L’operazione, ribattezzata “Libera uscita”, è il risultato di una minuziosa attività investigativa protrattasi per diversi mesi ed è stata realizzata anche con l’ausilio di telecamere collocate agli ingressi dell’edificio pubblico. Grazie alle videoriprese è stato possibile accertare come una buona parte del personale, circa il 30%, era solita assentarsi arbitrariamente dal proprio posto di lavoro. Oltre mille le ore di assenze ingiustificate. In particolare, i dipendenti pubblici denunciati si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse i badge magnetici degli altri, consentendo così ai colleghi di arrivare in ritardo, di andare via in anticipo dal posto di lavoro, ovvero di uscire per dedicarsi a faccende personali. Qualche impiegato trascorreva gran parte dell’orario di servizio al bar mentre altri passeggiavano per le vie commerciali insieme con i colleghi effettuando acquisti. In un’altra circostanza, un funzionario, peraltro già membro dell’ufficio per i procedimenti disciplinari del Comune, anziché essere al lavoro si recava presso un centro di terapia per effettuare una seduta di massaggi. I dipendenti assenteisti facevano risultare l’orario di servizio come se fosse integralmente osservato, percependo la retribuzione per l’intera giornata. Per loro è scattata l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, reato punito con la reclusione da uno a cinque anni. In base alle recenti disposizioni normative, inoltre, gli indagati sono passibili di licenziamento oltre che di risarcimento del danno erariale allo Stato.

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