“Questo – prosegue– senza considerare l’annoso problema della “disattenzione” del sistema bancario per le imprese meridionali. Dunque altro che ottimismo, seppur moderato. Qui occorrono serie politiche di sviluppo, capaci di ridurre il gap occupazionale con il resto d’Italia e d’Europa: servono investimenti strutturali e infrastrutturali; serve una politica di sgravi fiscali duraturi per chi assume (ma soprattutto “mantiene” i livelli occupazionali), intimamente connessa ad una politica di controllo e di repressione del lavoro nero; servono idee e uomini capaci di portarle avanti. Di tutto questo, fin’ora non v’è traccia alcuna nella politica nazionale per non parlare di quella regionale: il POR 2014/2020 è partito con più di un anno di ritardo, il PSR registra ulteriori ritardi e complicazioni dovuti “all’inasprimento burocratico”, i fondi strutturali sono fermi al palo. Altro che dinamismo”, conclude.
Calabria, Cidec: “i dati pubblicati da Unioncamere sulla situazione economica regionale ha il sapore di una pietanza andata a male”
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