Sicilia: stop ai ballottaggi anche per i Comuni più grandi

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Stop ai ballottaggi in Sicilia anche per i Comuni con più di 15 mila abitanti, inoltre il sindaco eletto può presentarsi anche per tre mandati consecutivi

Stop ai ballottaggi in Sicilia anche per i Comuni con più di 15 mila abitanti. Non solo. Il sindaco eletto può presentarsi anche per tre mandati consecutivi. L’ok è arrivato poco fa dalla Commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana, che ha approvato l’emendamento alla legge elettorale che presto dovrebbe arrivare in aula. A questo punto sarà il Parlamento a decidere se approvare l’abolizione del ballottaggio.
Secondo quanto recita l’emandamento 2.18 della norma “E’ proclamato sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto sindaco il candidato collegato con la lista o il gruppo di liste per l’elezione del consiglio comunale che ha conseguito la maggiore cifra elettorale complessiva. A parità di cifra elettorale è proclamato sindaco il candidato più anziano di età“. Non solo, secondo l’emendamento “Il premio di maggioranza previsto per la lista o le liste collegate al sindaco eletto viene attribuito solo nel caso in cui la lista o le liste abbiano conseguito almeno il 40 per cento dei voti validi“. Il M5S ha votato contro l’emendamento. La linea dei grillini in Commissione era quella di prevedere una soglia minima da raggiungere per essere eletti.
Per Giuseppe Milazzo, segretario Forza Italia di Palermo, tra i firmatari dell’emendamento, “è una norma di risparmio e di semplificazione che viene incontro ai cittadini“. Ora la legge deve passare la prova dell’aula. Forse già prima delle vacanze estive.
Alla domanda se dietro la sanatoria ci sia anche una spinta elettorale da parte di alcuni deputati, in vista delle regionali del 2017, il Procuratore aggiunto Fonzo dice: “Questo non lo so, perché certo non posso sottacere che questi progetti di legge alimentano chiaramente aspettative non so quanto fondate. Ma poi ognuno si deve assumere la sua responsabilità“. Non vuole fare neanche una previsione sul voto di domani: “Non sono in grado di dirlo e né mi va di farlo – dice – Noi facciamo i magistrati e in quanto magistrati facciamo il nostro dovere e applichiamo sempre e comunque la legge. Nel caso in cui dovesse essere approvata, valuteremo quali implicazioni avrà”. (ADNKRONOS)

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