Ponte sullo Stretto, ecco perché realizzarlo aumenterebbe la sicurezza di chi viaggia

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Secondo Fernando Rizzo, il Ponte sullo Stretto aumenterebbe la sicurezza di chi viaggia abitualmente con il traghetto: ecco perché

ponte-sullo-strettoLa discussione sul Ponte dello Stretto non sembra trovare una fine. Nell’attesa di scoprire se questo progetto vedrà mai la luce o meno, prosegue senza sosta la lunga diatriba tra i pro ed i contro. Oggi, è Fernando Rizzo appartenente al Comitato dei pro Ponte sullo stretto a dire la sua. Rizzo, infatti, vede nel ponte uno “strumento” utile alla crescita economica delle regioni interessante. Infatti, “Nel 1951 la Sicilia produceva 1/8 del PIL nazionale, oggi 1/18. E che dire dei 1.500 km di coste siciliani con 6 siti protetti dall’Unesco a paragone dei 1.430 km e dei 2 siti della Baleari, quando noi abbiamo 3,7 mln di turisti e l’arcipelago spagnolo 41,2 mln? O il reddito pro capite di 17.488€ dei  Siciliani a fronte dei 24.672€ dei Balearici“, scrive nel suo articolo sul giornale online “Il Calcestruzzo”. Non solo, il Ponte sullo Stretto sarebbe giustificato anche da una disposizione della Commissione compartimentale di Sicurezza, la quale dichiara che le misure adottate per tutelare i passeggeri dei treni sui traghetti non sono conformi alle norme di sicurezza.

ponte sullo strettoNotizia nota da almeno una ventina d’anni, non perché qualche estintore della nave fosse fuori uso, quanto perché è molto difficile sostenere che non ci sia pericolo nel traghettare centinaia di passeggeri, a volte addormentati, prigionieri dentro vagoni a loro volta chiusi nella pancia di una nave“, continua Rizzo. In caso di pericolo, infatti, le persone dovrebbero balzare giù dai vagoni e correre verso i ponti superiori. In alcune zone dell’Europa, come riporta Rizzo “di notte il servizio è sospeso mentre, di giorno, i viaggiatori sono invitati a scendere dai vagoni prima dell’imbarco e vi risalgono solo al momento dello sbarco e, durante la traversata, le carrozze vengono chiuse“, scrive riferendosi alla zona tra Puttgarden (Germania) e Rødby (Danimarca). Lo stesso avviene sullo Stretto di Kerc, ma “In entrambi i casi, sono in costruzione, rispettivamente, un tunnel di 18 km appoggiato sul fondo, e un ponte a più campate“. Infine, scrive Rizzo “ci par di sentire le proteste del Movimento 5 Stelle: meglio in pericolo sui traghetti che al sicuro sull’odiato Ponte sullo Stretto! Strano ragionamento per chi dice di voler governare nell’interesse del Paese. A parte questi esempi di banale opportunismo, sarebbe interessante sapere cosa pensano dell’attuale modalità di traghettamento dei treni passeggeri gli enti preposti alla sicurezza. Dall’Autorità marittima alle Ferrovie, dai VVFF alla Protezione civile. Che ognuno si assuma le sue responsabilità e smetta di fare il pesce in barile“, conclude. La diatriba continuerà forse per anni prima di trovare una soluzione altamente innovativa ad un “problema”, che potrebbe essere una valida opportunità lavorativa, in Regioni in cui la disoccupazione è alle stelle e di crescita economica.

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