Incendio sulla SS106 nel reggino, le FOTO

StrettoWeb

“Nella prima mattinata del 12 agosto 2016 segnalavo telefonicamente ai Carabinieri di Lazzaro un incendio in atto  che si era sviluppato, presumibilmente nella nottata, sulla strada comunale che si innesta dalla Ss 106 al km. 20+200 ed aveva interessato la condotta idrica comunale situata a cielo aperto in mezzo alle sterpaglie e rifiuti. Intervenivano prontamente i Carabinieri e attivavano l’Amministrazione comunale, che a sua volta interveniva insieme alla polizia municipale, senza però ripristinare il servizio. Nella stessa mattinata evidenziavo alle citate strutture comunali la necessità di intervenire con urgenza per ripristinare il servizio atteso che numerose  famiglie (sembrerebbe circa 80) di un complesso residenziale risultavano senza acqua e sottolineavo la necessità di  interessare il competente Organo sanitario acché provvedesse ad eseguire delle analisi su campioni  di acqua al fine di escludere possibili contaminazioni, visto, soprattutto, che le condotte idriche bruciate sarebbero in polietilene  e mettere  in sicurezza la tubazione volante collocata tra sterpaglie e rifiuti.  Il giorno successivo segnalavo che l’incendio covava ancora e l’apprezzabile emissione in atmosfera di fumi e odori  di materiali bruciato, che superava i limiti della tollerabilità, provocava molestia ai passanti”, scrive in una nota Vincenzo Crea, referente unico dell’Ancadic Onlus.

“Nello stesso giorno -prosegue- venuto occasionalmente a conoscenza che l’intervento sarebbe stato eseguito da privati interessavo il Sindaco del Comune di Motta San Giovanni rimarcando che le condotte idriche anche se costruite da privati per alimentare residence e grossi complessi edilizi privati, a mio avviso, una volta realizzate, la tenuta in vita delle stesse dovrebbe essere mantenuta dalla pubblica Amministrazione perché diversamente il perdurare della non funzionalità di queste condotte, il Comune, in questo caso, non potrebbe sicuramente scrivere a bilancio nella posta attiva il futuro incasso della quota  fornitura acqua, depurazione e smaltimento. Ci si asteneva dal commentare il perché di questa condotta nel caso specifico non sia stata al tempo interrata come previsto dalla legge e perché la Pubblica Amministrazione non abbia vigilato, sicuramente avendo fatto delle prescrizioni al tempo del rilascio della concessione di questo grande insediamento. La condotta idrica – aggiunge– è stata ripristina, lasciata sempre a cielo aperto sembrerebbe come anzi detto dal privato, la tubazione bruciata e i cumuli di rifiuti bruciati ad oggi non sono stati rimossi. E’ da evidenziare che sulla condotta interessata dall’incendio si è registrata una perdita di acqua per uso umano che da allora continua tranquillamente a riversarsi lungo il sottostante muro, sotto gli occhi di tutti. Come in altre occasioni segnalato è prassi consolidata che durante quei pochi interventi comunali di sfalcio dell’erba e potatura alberi i rifiuti prodotti vengono accantonati sul luogo dell’intervento, a cui si aggiungo rifiuti stradali, materiale plastico e quant’altro, che giacciano per lungo tempo.  Infatti una notevole quantità  di rifiuti prodotti dallo sfalcio dell’erba, bottigliette di plastica ed altro sono stati accumulati sulla via Comunale che si innesta dalla Ss 106 al Km. 20+200, oggetto di recente incendio”, conclude

Condividi