Toscana, distretti tradizionali in calo: è la prima volta negli ultimi 7 anni

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I distretti tradizionali toscani registrano nello stesso periodo un’inversione di tendenza, seguendo una dinamica negativa per la prima volta dal 2009

In linea con l’andamento complessivo dei distretti italiani che nel primo trimestre 2016 sperimentano un lieve calo (-0,9%), i distretti tradizionali toscani registrano nello stesso periodo un’inversione di tendenza, seguendo una dinamica negativa (-1,8%) per la prima volta dal 2009. Nell’analisi che emerge dal Monitor dei distretti della Toscana realizzato dalla direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca CR Firenze, emerge che nei distretti del sistema agroalimentare consegue ancora ottime performance l’olio toscano (+22,8%), pari a 25 milioni di euro aggiuntivi di export, realizzando il miglior primo trimestre di sempre grazie al forte impulso delle esportazioni negli Stati Uniti.
Situazione di stasi, invece, per i vini del Chianti (+0,8%) dopo l’exploit del 2015 (+21,2%), mentre registra un progresso il florivivaistico di Pistoia (+3,1%) grazie al contributo del mercato francese (+9,3%, primo sbocco), turco (+43,4%) e svizzero (+6,9%).
Nell’ambito del sistema moda seguono un profilo di crescita il tessile e abbigliamento di Prato (+8% beneficiando del buon andamento dell’export sul mercato europeo), la pelletteria e calzature di Firenze (+4,5%), che registra il miglior primo trimestre di sempre con 35 milioni di euro aggiuntivi di export, l’abbigliamento di Empoli (+4,2%).
Torna a crescere la concia e calzature di Santa Croce sull’Arno (+1,5%). Nel comparto rimane in territorio lievemente negativo l’oreficeria di Arezzo (-0,6%) a causa principalmente del forte regresso dell’export negli Emirati Arabi Uniti (-19,5%, prima meta commerciale) non compensato dai pur buoni risultati conseguiti in alcuni mercati emergenti (Hong Kong +14,8%, Turchia +22,2% rispettivamente secondo e terzo mercato di sbocco) e dal grosso impulso dell’export negli Stati Uniti (+64,9%).
Subiscono un arretramento sia la pelletteria e calzature di Arezzo (-48,9%) che il tessile e abbigliamento di Arezzo (-23,8%), e seguono una dinamica negativa anche le calzature di Lucca (-13,2%) e le calzature di Lamporecchio (-1,3%). All’interno del sistema casa toscano sperimentano risultati positivi, anche se rallentano la loro corsa rispetto al 2015, il cartario di Capannori (+1,3%) e il Marmo di Carrara (+1,2%), mentre sperimenta un’inversione di tendenza positiva il mobile imbottito di Quarrata (+3,8%).
Il risultato complessivo del primo trimestre del 2016 è da attribuirsi ai consistenti cali di export subiti principalmente sui mercati emergenti (in primis Emirati Arabi Uniti, quinta meta commerciale che prosegue nel trend negativo, Hong Kong, Cina, Repubblica di Corea), non controbilanciati dal buon andamento negli Stati Uniti (+11,7%, primo sbocco con 440 milioni di euro di valori esportati) e dalla tenuta dei mercati europei (in particolare Francia, Svizzera, Germania e Spagna).
Segnali incoraggianti provengono dal mercato del lavoro. L’analisi evidenzia complessivamente nei primi 5 mesi del 2016 una marcata riduzione delle ore autorizzate di cassa integrazione guadagni, in particolare delle componenti ordinaria e straordinaria.
“Il maggior contributo -commenta Pierluigi Monceri, direttore generale di Banca CR Firenze- all’evoluzione delle esportazioni distrettuali viene ancora dagli Stati Uniti che continuano comunque a svolgere un ruolo di traino grazie a condizioni di domanda e di cambio favorevoli”.
“Sono soprattutto -spiega- la pelletteria e calzature di Firenze, il marmo di Carrara, l’Olio toscano, il tessile e abbigliamento di Prato, l’oreficeria di Arezzo, la concia e calzature di Santa Croce sull’Arno ad aver conseguito le migliori performance su questo mercato”. (ADNKRONOS)

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