Reggio Calabria, quasi 2.000 vie della città senza nome: verso una “rivoluzione” della toponomastica

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toponomasticaIl Presidente della Commissione Comunale Toponomastica, Prof. Giuseppe Cantarella informa la cittadinanza sulla linea di lavoro della commissione stessa. Sono tra 1500 e 2000 le vie reggine senza nome. Il metodo di lavoro è a dir poco fondamentale. Si è partiti analizzando delle micro aree, spiega. Prima tappa: Viale Aldo Moro. Criterio di omogeneità scelto quello delle personalità politiche. Quindi, per capirci, le strade senza nome nella zona andranno a portare quelli di politici importanti nazionali e reggini. Su Viale Galilei, invece, spazio ai nomi di altri scienziati importanti. Dunque anche Reggio finalmente si allinea alle scelte delle altre città italiane. Archi Cep non ancora sul tavolo dei lavori, ma il Presidente ha già in mente una bozza di personalità simbolo della lotta alla criminalità organizzata, vedi gli agenti di scorta di Falcone e Borsellino. Obiettivo: dare un segnale forte. Proprio in merito a questa scelta metodologica di lavoro a chi chiede di usare materiale già raccolto negli anni, la risposta è che il metodo della commissione non cambia e che se è vero che probabilmente molte strade troveranno sinergia nessuno a dire il vero comunque si è mai presentato con le sue proposte. Sui tempi il Presidente spera che lavorando a questi ritmi tra gli otto mesi e un anno si possano vedere i primi risultati. In effetti i passaggi burocratici non sono pochi. La Commissione propone, quindi passa in Giunta, poi in Prefettura, in ultimo agli altri organi competenti in materia per la definitiva intestazione della strada. Ma il processo è partito quindi l’obiettivo è fare il possibile sistemando le principali situazioni di disagio: Archi, Gallico, Catona, la zona collinare, Pellaro. In un mese già 40 i nomi espressi. Tra questi spicca quello del chirurgo Francesco Crucitti, reggino del rione Sbarre passato alla storia per essere il medico che operò il Papa nel 1981 dopo l’attentato. In questo caso il tratto da Via Sbarre Superiori tagliando per l’ex 208 fino al Morelli trova un consenso unanime. Chiediamo quindi del grande dimenticato di questa città: Gianni Versace. Vero è che l’Auditorium del Ce.Dir. porta il suo nome, e a chi storce il muso parlando del suo rapporto quasi contrastante con la città dello Stretto, il Presidente ribadisce che lo stilista fino alla fine aveva evidenziato nelle sue interviste l’influsso che il mare dello Stretto aveva nella sua arte. La strada ci sarà. Fra le altre proposte della Commissione in queste prime settimane “le salitelle” tra la parte alta e bassa della Via Marina. Qui si vorrebbero ricordare altrettanti architetti e artisti impegnati nella ricostruzione della città. Vedi l’ingegnere Gino Zani e il suo portare sullo Stretto l’uso del cemento armato, per fare un esempio. E poi ancora personaggi come Ernesto Basile e altri progettisti impegnati nel post terremoto, Rocco Larussa scultore autore della statua di Piazza Italia o Alessandro Monteleone che ha realizzato quella di Piazza Garibaldi. Quasi a realizzare un parco della memoria. E parlando di memoria recente l’intitolazione dell’anfiteatro dove si è svolto il Consiglio Comunale aperto, su via Torricelli, a Leopoldo Trieste e avanti così.

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