Reggio Calabria, inchiesta “Mammasantissima”: le precisazioni del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

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“Nella ricostruzione delle vicende giudiziarie che riguardano l’inchiesta di Reggio Calabria sull’intreccio di poteri occulti che avrebbero controllato e condizionato la vita della città,  e’ stata tirata in ballo anche la presenza della Massoneria e di alcuni personaggi che sarebbero affiliati ad essa. Il Grande Oriente d’Italia, pur non avendo nulla a che fare in termini di ruolo, di Logge e dei suoi iscritti con la vicenda in oggetto, è stato poi strumentalmente e forzatamente evocato in tale contesto nell’articolo del Suo giornale, facendo ricorso alle dichiarazioni rese da un ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia alla Magistratura nel 2014. In esse Giuliano Di Bernardo, che lasciò l’Ordine all’inizio degli anni Novanta per creare una nuova Obbedienza massonica, racconta di un colloquio che sarebbe avvenuto durante una Giunta del Goi nel 1993 ed in cui il compianto Gran Maestro Aggiunto, Ettore Loizzo avrebbe ammesso la circostanza che in Calabria ben 28 su 32 officine del Grande Oriente d’Italia erano sotto il controllo della n’drangheta”, scrive in una nota Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. “Tirare in ballo un morto –prosegue– che non può minimamente contraddire o puntualizzare la versione dei fatti attribuitagli è sin troppo facile e da furbi, ma allo stesso tempo resta un modo poco elegante e sicuramente non rispettoso della memoria di un grande uomo, il fratello Ettore Loizzo,  che anche nella sua esperienza politica da vicesindaco di Cosenza, ha dato ampia prova della sua capacità, e del suo rigore morale. Così come nella sua allora suprema e indiscussa veste di Gran Maestro il Di Bernardo avrebbe avuto tutti gli strumenti massonici a sua disposizione e sarebbe dovuto prontamente intervenire, per sciogliere le Logge in presunto odore d’illegalità di cui ha parlato nel 2014, o denunciarne i fatti alle autorità competenti. Il non averlo fatto allora – aggiunge– sarebbe ancora oggi un atto estremamente grave e incomprensibile. Il Grande Oriente d’Italia non permetterà a nessuno di gettare ombra o infangare il prestigio di cui gode e intende tutelare l’immagine e il lavoro portato avanti da tanti meravigliosi Fratelli in Calabria e in tutta la Penisola che non meritano una simile gogna mediatica per situazioni che non riguardano l’Istituzione. In questo 2016 il Grande Oriente poi è stato fra le Istituzioni che hanno inteso celebrare i 70 anni della Repubblica con tutta una serie di manifestazioni che si sono svolte e continueranno a svolgersi in luoghi simbolo della Penisola. È anche per questo che l’Ordine ritiene doveroso difendere la trasparenza e la moralità della sua Comunità da qualsiasi campagna diffamatoria con azioni legali che saranno prontamente  intraprese nei confronti di coloro che facendo congetture o meri ed artificiosi  accostamenti recheranno pregiudizio al Grande Oriente d’Italia”, conclude.

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