Premi produttività: quasi 14 mila contratti depositati

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Sono 13.543 i contratti aziendali e territoriali depositati redatti secondo le norme per la tassazione agevolata dei premi di produttività

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Sono 13.543 i contratti aziendali e territoriali depositati redatti secondo le norme per la tassazione agevolata dei premi di produttività e delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili di impresa. Lo comunica il ministero del lavoro in una nota. Alla data del 15 luglio 2016, termine ultimo per effettuare l’invio dei modelli relativi agli accordi sottoscritti nel 2015, a tanto ammontano le dichiarazioni di conformità, redatte secondo l’articolo 5 del decreto in merito, di cui 10.547 si riferiscono a contratti sottoscritti nel 2015.
Dei 13.543 contratti depositati, 10.574 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 7.907 di redditività, 6.121 di qualità. Per quanto riguarda le misure previste dagli accordi depositati: 1.351 prevedono forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori (in questo caso il limite delle somme erogabili con tassazione agevolata sale da 2.000 a 2.500 Euro lordi) e 2.290 prevedono misure di welfare aziendale (in questo caso, le somme relative sono completamente detassate).
E’ la Lombardia a guidare la classifica delle regioni a maggior numero di accordo aziendali e territoriali nel 2015 con 3.100 dichiarazioni. Segue l’Emilia Romagna con 1.905 dichiarazioni e il Veneto con 1.282 domande. Al quarto posto invece il Piemonte con 953 e al quinto la Toscana con 828 richieste. Il decreto, ricorda la nota del Welfare prevede una tassazione agevolata, con imposta sostitutiva del 10%, per i premi di risultato e per le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa, entro il limite di 2.000 euro lordi (che sale a 2.500 euro per le aziende che ‘coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro’) in favore di lavoratori con redditi da lavoro dipendente fino a 50mila euro.
Il provvedimento disciplina anche i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione ai quali i contratti aziendali o territoriali legano la corresponsione di premi di risultato di ammontare variabile nonché i criteri di individuazione delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa. Sempre il decreto disciplina, inoltre, gli strumenti e le modalità attraverso cui le aziende realizzano il coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro e l’erogazione, tramite voucher, di beni, prestazioni e servizi di welfare aziendale (come, ad esempio, servizi di educazione e istruzione per i figli, o di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti, ecc.).
Questi ultimi benefit sono esclusi dal reddito di lavoro dipendente. Per questo, l’eventuale scelta del lavoratore di convertire i premi di risultato agevolati nei benefit ricompresi nel “welfare aziendale” consente di detassare completamente il loro valore, non più soggetto neppure all’imposta sostitutiva del 10 per cento. (ADNKRONOS)

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