“Dopo un periodo di assenza, sono rientrato in città e, passando vicino a Parco Caserta, ho avuto modo di osservare, con mia grande amarezza, che la parte di esso lasciata acquisire ad un privato è stata arredata con giochi per bambini, non di tutta la città, ma figli del neo acquirente. Mi è venuto in mente, nella circostanza, la celebre frase “è stato peggio di un crimine, è stato un errore”, pronunciata da un ministro o consigliere di Napoleone Bonaparte (forse il ministro degli esteri Talleyrand o il capo della polizia Fouché), il quale dopo aver fatto rapire oltreconfine l’ultimo discendente del ramo Borbone-Condé, il giovane duca di Enghien, lo fece poi fucilare dopo un processo sommario. Per la storia, invero, il rapimento e la fucilazione dell’incolpevole giovane fu insieme un crimine ed un errore. Orbene, questa combinazione di “crimine” ed “errore” è raffiorata nella mia memoria allorché ho riflettuto sul fatto della vendita ad un privato della porzione del Parco. Che si sia trattato di un crimine (ancorché forse (?) non penalmente rilevante) è lampante. E’ probabile si tratti dell’unico caso nazionale, in cui una pubblica amministrazione deliberi (in modo liberticida ed insensato) di alienare un bene di interesse della collettività a favore ed a vantaggio di un singolo cittadino. La vendita del Parco è una operazione sprovveduta ed erronea e dimostra l’assoluta insipienza da parte dell’attuale amministrazione comunale, a meno che non vi sia dietro qualcosa che, fino ad ora, non è emersa e che tende a far prevalere il privilegio del singolo a scapito degli interessi collettivi.
Questo dubbio sorge legitti
Il solito cittadino che, nonostante tutto, non demorde e continua a tenere viva la fiammella della speranza che i cittadini di questa città si scuotano dal nefasto torpore e acquistino la consapevolezza di essere tali e non sudditi e che un rigurgito di coscienza e di correttezza induca quanti hanno la responsabilità ad agire conformemente al loro compito”.