Reggina, durante Euro 2016 i giorni decisivi: il Tribunale auspica il ritorno in Lega Pro, ecco perchè non è solo un sogno

StrettoWeb

Reggina, dopo il “fallimento con esercizio provvisorio” il club dovrà mantenere l’affiliazione alla FIGC e nelle prossime settimane potranno aprirsi spiragli per il ritorno in Lega Pro del glorioso club amaranto

Giorni decisivi, durante Euro 2016: il destino della Reggina si deciderà tra una partita e l’altra della Nazionale di Antonio Conte in Francia. I curatori fallimentari Fabrizio Condemi e Massimo Giordano incontreranno il Presidente Tavecchio, probabilmente ormai dopo l’esordio degli Azzurri agli Europei, lunedì 13 giugno a Lione contro il Belgio. E sarà un incontro decisivo per il futuro del calcio a Reggio Calabria. I curatori che hanno il compito di gestire il club in “esercizio provvisorio” chiederanno al presidente federale il mantenimento del numero di matricola e dell’affiliazione alla FIGC, facendo leva sulla decisione dello scorso anno in cui matricola e affiliazione sono state mantenute anche dopo la mancata iscrizione in Lega Pro. Per quale motivo dovrebbero essere cancellate adesso? In alcune interviste a StrettoWeb, sia Tavecchio che Abodi lasciavano intendere per la Reggina la possibilità di ripartire, anche tornando nel calcio che conta. Adesso questa possibilità è estremamente concreta, addirittura indicata ufficialmente in apposito atto ufficiale da un Tribunale dello Stato. Tutto, però, dipenderà dall’incontro di Condemi e Giordano con Tavecchio.

Paradossalmente, dopo la decisione del Tribunale che ha dichiarato il fallimento con esercizio provvisorio, la Reggina Calcio è una società estremamente appetibile sul mercato, forte di un grande patrimonio e di numerosi crediti, ma adesso priva di tutti i debiti che saranno gestiti dal processo fallimentare e che quindi non sono più in capo al club. Proviamo a chiarire la situazione, in base alle norme del diritto ordinario e della FIGC.

Il Tribunale di Reggio Calabria, quindi un importante organo dello Stato, ha dichiarato il fallimento della società con “esercizio provvisorio“, quindi senza chiudere definitivamente un capitolo aziendale che per Reggio Calabria ha significato tantissimo dal punto di vista sociale e occupazionale negli ultimi 30 anni, e nel calcio ha fatto la storia. Una storia che potrebbe continuare il proprio percorso ricominciando lì da dove si era fermata: dalla Lega Pro difesa con le unghie e con i enti nell’eroico derby playout di Messina. Infatti il Tribunale, in modo molto esplicito con la sentenza ufficialmente depositata agli atti, ha dato mandato ai curatori di trovare la soluzione migliore per soddisfare le esigenze dei creditori, illustrando anche la strada. La soluzione migliore, letteralmente “auspicata” dal Tribunale nella sentenza, è quella di mantenere il numero di matricola, l’affiliazione alla Federazione e ottenere la riammissione in Lega Pro, affinché la società possa ulteriormente accrescere il proprio valore ed essere venduta al miglior offerente ad un prezzo importante, volto a soddisfare buona parte delle esigenze dei creditori.

LaPresse/Piero Cruciatti

Qualora nell’incontro con la FIGC, Tavecchio confermasse il numero di matricola e l’affiliazione con la Federazione dando la possibilità alla Reggina Calcio di chiedere la riammissione in Lega Pro, un nuovo acquirente potrebbe farsi avanti per rilevare un club privo di debiti ma con importanti crediti, e pronto a disputare un campionato professionistico. Non è soltanto un sogno: è ciò che auspica il Tribunale di Reggio Calabria e che i curatori fallimentari illustreranno al Presidente federale Tavecchio nell’incontro dei prossimi giorni. Il Tribunale ha anche spiegato che la revoca dell’affiliazione sarebbe un danno mostruoso per i creditori, e difficilmente un’istituzione come la FIGC andrà contro un’altra autorevole istituzione dello Stato, e contro se stessa (perchè già lo scorso anno aveva mantenuto l’affiliazione alla Reggina).

Male che vada, qualora non ci fosse la possibilità di tornare in Lega Pro, i curatori fallimentari proseguiranno comunque al Centro Sportivo Sant’Agata l’attività di formazione e di calcio giovanile già realizzata dal club nell’ultima stagione, assorbendo e quindi salvaguardando numerosi dipendenti della società, e andando a generare ulteriori utili anche per la prossima stagione, sempre nell’ottica di soddisfare i creditori. La Reggina, quindi, in questo caso, pur non partecipando a campionati professionistici, continuerà a praticare attività giovanile.

Ma nell’ottica di un interesse sempre più vivo intorno al club amaranto per il possibile ritorno, proviamo a chiarire l’attuale situazione del club. Il fallimento ha cristallizzato ed eliminato tutti i debiti e le infrazioni, che adesso sono a capo del Tribunale e non andranno in alcun modo a pesare sull’auspicata nuova gestione e nuova proprietà della Reggina. La nuova gestione partirà da zero, adesso la società paradossalmente ha i suoi crediti ma non ha debiti, che sono completamente assorbiti dalla procedura fallimentare. I crediti sono quelli maturati e maturandi presso la Federazione per i diritti sui calciatori prodotti dal vivaio, e sono quantificati nell’immediato all’incirca in un milione di euro, ma aumenteranno ulteriormente nel corso degli anni, in base alle performance dei vari GjuciBochniewicz, Coppolaro, Loria, Puntoriere e dei circa 60 giovani prelevati dal vivaio amaranto e attualmente negli organici dei più forti club di serie A e serie B).

La procedura fallimentare, di fatto, annulla tutti i debiti per l’esercizio provvisorio, cristallizzando la situazione all’8 giugno. Il Tribunale ha certificato un importo complessivo di poco inferiore ai 17 milioni di euro di debiti, di cui oltre 9 milioni nei confronti dell’Erario, oltre 3 milioni verso l’Istituto per il Credito Sportivo, circa 3 milioni verso dipendenti e tesserati, circa 1 milione e 800 mila euro verso i fornitori. Ma attenzione: sono debiti “acclarati”, ma ad oggi tutti “ipotetici”. Si potrà quantificare l’effettiva quota dei debiti soltanto il 7 dicembre 2016, quando il Tribunale ha fissato l’adunanza dei creditori (“termine fissato entro 180 giorni dal deposito della sentenza, vista la particolare complessità della procedura, ex art.16 n.4 L.F.“). L’adunanza si terrà alle 09:30 nella stanza del Giudice Delegato dott. Giuseppe Campagna, presso il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Fallimentare, per la verifica dello stato passivo. In quest’ottica il Tribunale ha nominato in via provvisoria, quali componenti del comitato dei creditori, Emiliano Bonazzoli, Danilo Caravello e l’Unicredit, assegnando “ai creditori e ai terzi che vantano diritti reali o personali su cose in possesso della società fallita, il termine perentorio di giorni trenta prima della data dell’adunanza sopra fissata per la presentazione delle domande di insinuazione e dei relativi documenti, con spedizione da un indirizzo di posta elettronica certificata; avvisando che le domande presentate dopo la scadenza del suddetto termine ed entro diciotto mesi dal deposito del decreto di esecutività dello stato passivo (termine prorogato ex art. 101 LF, stante la particolare complessità della presente procedura desumibile dall’ingente esposizione) verranno trattate come domande tardive a norma dell’art. 101 l.f.“.

La soddisfazione o meno, e in quale percentuale, delle richieste dei creditori, farà capo esclusivamente al Tribunale fallimentare e non riguarda più il futuro della Reggina Calcio, che adesso è fortemente appetibile sul mercato e lo sarà ancora di più se dall’incontro con Tavecchio dovesse arrivare l’attesa fumata bianca per la possibilità del ritorno in Lea Pro. Dal punto di vista del Tribunale, è una situazione “auspicata” perchè potrebbe accrescere il valore del club e un ipotetico acquirente potrebbe rilevarlo ad una cifra ben più significativa, tale da soddisfare maggiormente le richieste dei creditori.

Al contrario, qualora l’esercizio provvisorio dovesse chiudersi con un nulla di fatto per la revoca dell’affiliazione, i creditori rimarrebbero con un pugno di mosche in mano e la procedura fallimentare si concluderebbe con un triste epilogo per tutti: la fine peggiore per una delle società calcistiche più gloriose del Sud Italia e, negli ultimi 30 anni, di tutto il calcio italiano; l’impossibilità per i creditori di poter vedere anche una piccola percentuale dei crediti maturati.

Il Tribunale, infatti, scrive nella sentenza che “in quest’ottica, particolari benefici economici potrebbero conseguire a breve dalla possibilità (allo stato, invero, solo auspicata) di c.d. “ripescaggio” in una serie professionistica sportiva (in ragione della storia sportiva, del bacino di tifosi, della particolare importanza in ambito sportivo della Città di Reggio Calabria, ecc.), con conseguente ulteriore accrescimento del valore aziendale. […] Tutto quanto appena esposto ai punti precedenti, mantenendo requisiti e condizioni, potrebbe altresì consentire alla procedura fallimentare di adottare soluzioni alternative comunque “redditizie” per il ceto creditorio: cedere l’intera azienda (con tutti i possibili assets) o, eventualmente, solo qualche ramo d’azienda (limitatamente agli assets di maggior interesse da parte dei terzi) oppure in alternativa procedere all’affitto dell’intera azienda (con tutti i possibili assets) o, eventualmente, solo qualche ramo d’azienda (limitatamente agli assets di maggior interesse da parte dei terzi)“.

Lo storico marchio ufficiale della Reggina Calcio negli anni d’oro della Serie A

L’esercizio provvisorio viene inizialmente disposto dal Tribunale per il termine di 90 giorni, allo scopo di verificare le concrete possibilità di realizzo di tutte le necessarie condizioni prodromiche sopra enucleate. Ma ben prima dei 90 giorni i curatori Condemi e Giordano illustreranno la via da percorrere. Il loro compito, su mandato del Tribunale, è quello di “esperire il tentativo di evitare la revoca dell’affiliazione, con la presentazione immediata di un’apposita istanza in autotutela presso la competente federazione (come già accaduto in passato per altre società sportive), specie al fine di mantenere gli assets immateriali e materiali; così da consentire: 1) di non disperdere i crediti sportivi per “premi di preparazione calciatori tesserati da società  professionistiche con vincolo pluriennale” e gli eventuali crediti che potrebbero maturare in caso di presenza in prima squadra per “calciatori con vincolo pluriennale Reggina tesserati da altre società”; 2) il mantenimento dell’attività del settore giovanile presso il Centro Sportivo Sant’Agata per non disperdere i giovani attualmente iscritti; 3) conservare, conseguentemente, la concessione (in proroga) del Centro Sportivo Sant’Agata, secondo le indicazioni pervenute dalla Provincia, di cui alla nota allegata agli atti, anche alla luce del dissequestro delle quote sociali e del patrimonio aziendale della Reggina Calcio S.p.A. disposto nelle more dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria e condizionato all’emissione della sentenza di fallimento; mantenere il marchio e la denominazione sociale; proseguire, attraverso l’utilizzazione completa delle strutture del Centro Sportivo Sant’Agata, tutte le attività in essere, sia quelle legate al settore giovanile, sia quelle che consentono l’attuazione di una serie di diverse iniziative economiche (sportive, ludiche, ecc. ..) connesse allo sfruttamento del centro sportivo medesimo, secondo le dettagliate indicazione contenute nel Business Plan in atti“.

Il curatore fallimentare Fabrizio Condemi ai microfoni di StrettoWeb conferma: “faremo tutto ciò che ci ha indicato il Tribunale per soddisfare le esigenze dei creditori, a partire dall’immediata istanza in autotutela per mantenere il numero di matricola e l’affiliazione. Poi chiederemo a Tavecchio anche la possibilità della riammissione in Lega Pro, per rendere ancor più appetibile il club“.

LaPresse/Francesco Saya

Per i tifosi – che intanto si stanno mobilitando per riempire il Granillo in vista della partita del 25 giugno tra la Reggina dell’88 e quella del ’99, con l’addio al calcio giocato di due grandi stelle amaranto con Belardi e Cirillo – si riaccende la fiammella della speranza per rivedere la Reggina nel calcio che conta. Quel calcio che proprio Belardi e Cirillo hanno contribuito a difendere epicamente negli ultimi 90 minuti trionfali al San Filippo. Adesso si può ripartire, proprio da lì.

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