Nuovo orario Trenitalia, un lettore di StrettoWeb: “i cittadini di Pellaro quanto dovranno aspettare?”

StrettoWeb

Di seguito il testo della lettera inviata da un cittadino di Pellaro ad alcuni attori istituzionali circa i disagi subiti dai cittadini pellaresi dopo l’entrata in vigore del nuovo orario Trenitalia:

Alla cortese attenzione dell’Assessore Regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti Prof. Roberto Musmanno,

Per opportuna conoscenza 

Sindaco Avv. Giuseppe Falcomatà
Presidente del Consiglio Regionale della Calabria On. Nicola Irto
Consiglieri regionali On. Domenico Battaglia, On. Francesco Cannizzaro, On. Giuseppe Neri, On. Alessandro Nicolò, On. Gianni Nucera, On. Sebastiano Romeo
Dirigente Trenitalia Dott. Roberto Mannarino
 
Con la presente per renderVi edotti dello stato di disagio in cui il nuovo orario Trenitalia ha gettato l’intera popolazione pèllarese. Se finalmente negli anni passati si era raggiunta una certa stabilità nei collegamenti ferroviari, il 12 giugno 2016 ha rappresentato l’ecatombe di quell’equilibrio tanto faticosamente raggiunto. Sono cosciente che la coperta è corta, ma non è nemmeno ammissibile che per accontentare altri (sempre se lo si è fatto) si debba isolare una comunità privandola del suo sacro diritto a spostarsi così come sancito dalla nostra Carta Costituzionale.
Ecco un elenco delle criticità che personalmente ho riscontrato:
– Assenza di treni in direzione Reggio Calabria tra le ore 7.33 e le 9.23 (110 minuti di buco, quasi 2 ore),  9.23 e 11.23 (120 minuti di buco, 2 ore esatte), 13.22 e 15.29 (127 minuti di buco, 2 ore e 7 minuti), 17.23 e 21.23 (300 minuti, 5 ore!)
– Assenza di treni provenienti da Reggio Calabria tra le 7.47 e 9.43 (116 minuti, quasi 2 ore), 11:30 e 13:43 (133 minuti, 2 ore e 13 minuti), 15:43 e 17:43 (120 minuti, 2 ore), il nulla fino alle 5 del giorno successivo, perché giustamente che bisogno ha il pellarese di tornare a casa quando può approfittare della movida reggina, con i suoi lidi sempre attivi sul Lungomare. 
– Impossibilità di raggiungere (salvo cambi) Roccella Jonica e moltissime località della zona Jonica. Se poi aggiungiamo anche le carenze di materiale rotabile, con treni in orari di punta effettuati con singola automotrice, la frittata è bella che pronta. Alla faccia della città metropolitana mi verrebbe da dire!  
 Non pretendiamo un treno ogni 5 minuti, non siamo un popoloso sobborgo londinese, ma che per lo meno siano garantiti i collegamenti minimi degni di un paese civile. Se poi la strategia della Regione è quella di spingere gli utenti a prendere i bus lo si può anche accettare, però sia detto chiaramente e soprattutto venga messo a disposizione un servizio efficiente e sicuro. Attualmente non è così. Sappiate che Pèllaro è servita da bus urbani ATAM con collegamenti a frequenza oraria (imbarazzante) e con tempi di percorrenza che si attestano sui 60 minuti (ancora più imbarazzante). Ci sarebbero anche i bus privati ma gli orari non rispondono alle mie esigenze di spostamento e di incolumità fisica. Forse si disconosce l”odierna situazione, infatti a Pèllaro i bus fermano sulla SS106 in punti scarsamente illuminati, senza la presenza di pensiline e la ben che minima segnaletica verticale ed orizzontale. Negli anni, la comunità a cui mi pregio di appartenere ha accettato ogni tipo di privazione a partire dall’ottima integrazione tariffaria TreBus, che dava quella parvenza di “METROPOLITANIETÀ” (perdonate il neologismo), ha perso il servizio Tamburello, ha assistito alla chiusura della Stazione Marittima di Reggio Calabria che poteva rappresentare un punto intermodale importante (immagino il collegamento Aeroporto-Porto, così come la possibilità per i passeggeri jonici di usufruire di un comodo interscambio treno-aliscafo), si è deciso di definanziare la fermata di S. Leo che poteva rappresentare un’ottima alternativa per raggiungere il Centro Commerciale Porto Bolaro, costruendone altre di non così immediata utilità (mi perdoneranno gli alberi di bergamotto adiacenti alla stazione di Annà). Ora ci vengono tolti anche i treni.  A chiusura della mia chiosa mi sorge spontanea una domanda, anzi due. Dove stiamo andando? E soprattutto perché stiamo andando in questa direzione?  Una mia idea me la son fatta e dico che con queste scellerate politiche non si fa altro che mandare ulteriore gente al macello chiamato Strada Statale 106. Francamente il sottoscritto non ci sta ed alle prossime elezioni, con il suo voto, lo farà presente in maniera più forte insieme ad altre centinaia di pendolari stufi di questa situazione. 
 
Giuseppe Imbalzano
Studente-Pendolare della Stazione Silver (si fa per dire) di Pèllaro
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