In più occasioni Cassius Clay ebbe il coraggio e la determinazione, mettendo a repentaglio la sua attività sportiva, di denunciare il razzismo. Campione mondiale dei pesi massimi nel 1964, dopo aver sconfitto il campione in carica Sonny Liston, per essersi rifiutato di andare in Vietnam finì in carcere come renitente alla leva e perse il titolo. Quello che disse a proposito di tale rifiuto “Non sono andato in Vietnam perché credo che ognuno abbia il diritto di vivere tranquillo nella propria casa. Non vedo perché uno solo dei neri americani che sono privi della loro terra avrebbe dovuto andare a combattere contro chi stava tentando di difendere la propria terra” fece ancor più infuriare la parte più retriva dell’opinione pubblica americana che lo odiò profondamente. Atti quelli di Clay che oggi sembrano naturali, quasi scontati, ma che non lo erano negli Stati Uniti degli anni Sessanta. Nel 1962 Kennedy dovette inviare i Federal Marshals (marescialli federali) in aiuto di James Meredith il primo afroamericano ad entrare nell’Università del Mississippi, divenendone il primo studente afroamericano della storia e ancora nel 1963 (28 agosto) Martin Luther King promosse quella grande marcia per i diritti dell’uomo fino a Washington a sostegno dei diritti civili ed economici per gli afroamericani. La guerra del Vietnam – come ancora prima la 2^ Guerra Mondiale e quella di Corea – evidenziò anche nell’esercito statunitense forme piccole e grandi di razzismo che erano – e sono tuttora- il frutto della complessità sociale, razziale e culturale degli Stati Uniti, dove convivono le posizioni politiche e culturali più avanzate e il conservatorismo più retrivo. Una democrazia di massa per la quale potrebbe valere la celebre espressione di Winston Churchill “la democrazia è la peggior forma di governo possibile” ovviamente con la sua chiusa “eccezion fatta per tutte le altre”. La figura di Cassius Clay incontra dunque la storia del suo paese e al di là dei risultati propriamente sportivi egli ha contribuito all’affermazione dei diritti civili negli Stati Uniti
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