Reggio Calabria, AN sugli orari per la musica nei locali: “altro che turismo, così si distrugge l’economia”

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“Le regole in vigore sulla diffusione delle emissioni sonore nei locali pubblici cittadini, compresi i Lidi estivi, devono rappresentare un momento utile alla comunità reggina per alcune importanti riflessioni, non certo limitate agli orari per le emissioni sonore, ma per approfondire altri e forse più profondi aspetti che rischiano di penalizzare ancora una volta i nostri cittadini e gli imprenditori. E’ opportuno rammentare, se mai ce ne fosse bisogno, che le attività commerciali come i Lidi attrezzati esistenti sul litorale cittadino, “vivono” nel senso più semantico del termine solo per i mesi estivi: due, tre al massimo, visto e considerato che la nostra città, grazie a questa amministrazione incapace, non riesce a proporre uno straccio di progetto turistico che possa anche destagionalizzare l’offerta. Condizionare quindi fino allo sfinimento le attività in oggetto vuol dire “sancire” la loro fine prima dell’inizio”, scrive in una nota Azione Nazionale Reggio Calabria. “Una penalizzazione asettica – prosegue– che rischia di colpire il buono che cerca di emergere e che fornisce alla comunità reggina ed a quei pochi turisti che ancora fanno visita alla nostra città intrattenimento e svago. Nella stessa ottica ed in antitesi con un auspicabile deflattivo carico contributivo vanno inquadrati gli inopinabili aumenti dei tributi da versare per l’occupazione del suolo pubblico ed in materia di edilizia recentemente effettuati da questa amministrazione E non è certo una giustificazione plausibile, correre dietro al solito remake dello “scarica barile”, addossando la responsabilità di alcune scelte alla Commissione Straordinaria che da quasi due anni ormai non guida più il  Comune di Reggio Calabria. Regole troppo penalizzanti per gli imprenditori che gestiscono strutture e locali notturni rischiano di suonare per le strade della città le note sempre più tetre di un definitivo de profundis per Reggio. E per l’economia cittadina –aggiunge– già asfittica, questo non può che essere un danno enorme. Irrecuperabile.Aspetto assolutamente non trascurabile è poi quello che investe inevitabilmente il sociale: il rischio fortissimo che la nostra città corre è quello di tornare indietro di 30 anni, con i nostri giovani che durante il clou della stagione estiva accendono il motore per ricercare il divertimento altrove.  Magari lontano, molto lontano da Reggio, con l’allarmante rischio di incorrere in problemi legati a lunghi percorsi stradali e di contribuire, inoltre, ad accrescere l’economia di altre regioni e altri comuni. Ed è inevitabile che, in un contesto così complesso, siano necessarie alcune decisioni ed assunzioni di responsabilità ormai non procrastinabili che mettano al centro delle decisioni politiche, malgrado l’inadeguatezza ormai acclarata dell’amministrazione comunale, le reali esigenze della comunità reggina e del suo indotto. Non ci si propini la falsa morale delle “regole valgono per tutti”: gli amministratori comunali si facciano un giro per la città ed abbiano così modo di verificare che l’inciviltà è tornata a regnare sovrana in città. Non dimenticando che se le regole vengono imposte e fatte osservare solo ad alcuni cittadini mentre sul resto del territorio impazza l’anarchia,non si realizza legalità ma soltanto abuso e discriminazione”, conclude.

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