I Segretari Generali Regionali Della Fit CISL, UIL Trasporti e UglMare Calabria, con risposta alla Filt Cgil, rilanciano “la questione del Porto di Gioia Tauro auspicando la più ampia convergenza, non solo sindacale ma anche politica e istituzionale. Un obiettivo da più parti invocato e di solito disatteso da facili fughe in avanti che, nel tempo, hanno contribuito a creare disaffezione e divisioni nei lavoratori e tra le OO.SS.. L’ultimo di questi eventi dagli effetti speciali, ci è stato dato dalla preparata fuga della CGIL di Gioia Tauro unitamente al SUL, in direzione del Museo di Reggio Calabria dove, dopo un forzato incontro di tre minuti, hanno trovato la conferma di quello che già si sapeva da tempo e cioè: la disponibilità a riconoscere un altro anno di CGIS e di un incontro presso il MIT, già programmato per la terza settimana del corrente mese di maggio (19 maggio!, restando in attesa di quello preliminare con il Presidente On. G. Oliverio di cui ancora oggi siamo in attesa di convocazione (ecco perché il sit-in presso la Cittadella di Catanzaro). Non si spiega inoltre, un attacco al Governo nazionale e una discolpa totale al Governo regionale che plaude all’azione del Presidente Renzi sugli interventi per la Calabria. Premesso ciò, la lettera aperta indirizzataci dal Segretario Generale della Fil Cgil Nino Costantino non ci coglie di sorpresa ma ci conferma la versatilità trasformistica. Ringraziamo e apprezziamo lo sforzo per raccontarci, a suo modo, buona parte delle analisi e delle considerazioni che noi, anche nei quotidiani comportamenti, sosteniamo da anni con la differenza che mentre la Filt CGIL preferisce alleanze di opportunità, noi di contro ci siamo sempre adoperati per l’unità e la tutela sostanziale del mondo del lavoro. Tutela che può trovare risposte esaustive solo in costanza di crescita e di diversificazione delle attività produttive accompagnate da una forte cura d’innovazioni tecnologiche e di un sistema integrato della logistica e dei trasporti che esalti la principale peculiarità dell’hub Portuale posto su uno degli assi più importanti della Rete TEN dell’UE. Pertanto è anche vero che, stante la situazione di mancato sviluppo consumatosi nel corso dell’ultimo decennio caratterizzato anche da una rallentata capacità a recuperare strategicità e competitività del Porto nel panorama nazionale e internazionale della portualità e dello scacchiere marittimo del Mediterraneo, oltre alle ataviche e grosse responsabilità delle Istituzioni regionali e territoriali in cui hanno trovato fertile terreno i vari livelli nazionali di cui la vicenda dell’investimento LCV Capital è l’esempio ultimo in ordine di tempo. Non è forse il caso di considerare anche le responsabilità del Sindacato e in particolare di quelle organizzazioni più rappresentative? Onori e oneri bisogna avere il coraggio di considerarli insieme.
Stia sereno il Segretario della Filt CGIL, la nostra è una storia di vocazione alla partecipazione, alla contrattazione e all’unità dei lavoratori e non certo all’opportunismo politico-sindacale che si materializza nelle divisioni per una mobilitazione alla lotta a prescindere. L’idea di fare del Porto una questione nazionale non è una novità e pertanto ci trova da sempre d’accordo. Siamo altresì convinti che la questione conquisterà la sua rilevanza nazionale a condizione che si prepari il terreno per la semina “dell’unità partecipata” che non c’è mai stata, non c’è e mai ci sarà fino a quando si favoriscono gli interessi di parti a scapito delle capacità di generare, insieme, azioni tese a una forte coesione sociale e politica istituzionale sul territorio. Questo era e rimane il nostro obiettivo prioritario e pertanto siamo aperti a quanti, lo condividono in maniera leale e convinta. Inoltre, contrariamente a quanto sostiene la Filt CGIL, non abbiamo e ne pensiamo che il Porto di Gioia Tauro fosse afflitto di mali incurabili. Siamo invece convinti che sia accerchiato da tanti “effetti collaterali” che in parte giungono dai player concorrenti (ed è naturale) ma molti, quelli più debilitanti, trovano la genesi nelle distrazioni e nell’incapacità di programmazione e di governo delle classi dirigenti territoriali e regionali. Ciò detto, avendo molto rispetto della storia confederale alla base di una Federazione come la FILT CGIL, restiamo disponibili a fare fronte unitario a condizione che si conviene su una seria alleanza democratica e partecipativa in grado di fare girare il motore delle idee condivise per rivendicare politiche attuative non per fare “spesa” ma per investimenti che generano attività produttive, quindi lavoro e crescita sociale ed economica quale condizione necessaria a restituire ai Calabresi la dignità che meritano. È con questi intenti che, previo un confronto di merito, si potrà condividere una grande manifestazione regionale che coinvolga tutti i territori e le realtà produttive della Calabria“, concludono.