Messina, Accorinti dà il benservito a Termini: gli indagati non possono restare in carica

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Il sindaco di Messina ringrazia il presidente dell’Amam per l’impegno profuso, ma lo invita a farsi da parte dopo la citazione in giudizio per truffa. Spetta adesso a Termini l’ultima parola: rimetterà il proprio mandato?

Leonardo Termini è stato silurato. Il presidente dell’Amam, la partecipata comunale addetta all’erogazione idrica in città, ha ricevuto ieri sera una sollecitazione da parte della Giunta: il sindaco, d’intesa con la squadra di governo, ritiene inconciliabile il ruolo esercitato da Termini con la citazione a giudizio per truffa emersa nelle scorse ore.

La serenità originariamente espressa dal presidente dell’Azienda Meridionale Acque Messina, che aveva escluso l’ipotesi di rassegnare le proprie dimissioni dichiarandosi semmai pronto a un sereno confronto coi magistrati, è stata sconfessata dall’Amministrazione, che ha fatto appello alla sua professionalità per comprendere la delicatezza del momento. “Il rigore estremo di tale richiesta è da intendere quale espressione del senso di responsabilità istituzionale che chiunque eserciti una funzione pubblica deve testimoniare per escludere qualsiasi ipotesi di mancanza di serenità nell’esercizio delle funzioni stesse.  La decisone è dunque conferma della massima trasparenza che ha sempre contraddistinto l’azione di questa Amministrazione e quale evidente dimostrazione dell’assoluta serietà dei percorsi di legalità e dello spirito di servizio da sempre intrapresi per la garanzia della città e della qualità della azione amministrativa” recitava una nota di Palazzo Zanca a chiusura della vicenda.

Adesso spetterà a Termini decidere se conformarsi o meno alla scomunica del primo cittadino.

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