Ezio Bosso incanta il Cilea di Reggio Calabria portando sul palco le sue stanze [FOTO e VIDEO]

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Questa sera il live di Ezio Bosso al teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria: una meraviglia da dieci minuti di applausi

Esprimere a parole la musica è un’impresa impossibile, è perciò arduo rendere con una narrazione l’atmosfera che si è andata a creare questa sera al teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria. Un’atmosfera costruita nota dopo nota, stanza dopo stanza. Il set è quello di un palcoscenico minimale: buio in sala, riflettori sul pianoforte a coda, il fondale rosso cupamente illuminato, un piccolo tavolino a fianco al piano e poi l’artista, l’attore, il protagonista indiscusso: Ezio Bosso.
Era stata appena aperta la vendita dei biglietti per lo spettacolo quando si è registrato immediatamente il sold out, con mesi di anticipo. E in effetti il Cilea era gremito di persone, dalla platea ai palchi del terzo ordine. Tutta Reggio (e non solo) era lì per ascoltare, per incuriosirsi, per restare ammaliata dall’arte di Bosso.
Il pianista, venuto timidamente a galla per quanti ancora non lo conoscevano grazie all’ultimo Festival di Sanremo, ha offerto generosamente l’esecuzione di 6 brani, o meglio 6 stanze, introducendo ognuna di esse con cura e senza perdere mai nemmeno per un attimo il sorriso.

Stanze, perché la vita si vive in dodici stanze, secondo una teoria, che l’uomo può ricordare tutte a eccezione della prima: quella in cui nasce. La stanza viene declinata dal maestro al pianoforte nei suoi molteplici significati: si inizia dall’esterno, dove si impara a fermarsi ad osservare, dove il tempo scopre le meraviglie e le cose belle della vita tornano ad avere valore: tutto questo è Uncontinioned, Following a Bird (Out of the Room). Il brano successivo è una commistione tra Bach e Chopin, nell’interpretazione particolare di Bosso, sintetizzati in “Bach was in another room“; arriva quindi la stanza come attesa di qualcuno, di qualcosa, di notizie, di cartoline: è Split, Postcards from Far Away (The Tea Room). La stanza diventa poi poesia in La stanza di Emily – Emily’s Room (Sweet and Bitter); infine la stanza diventa libertà negli oltre 40 minuti di esecuzione ininterrotta de La 12ª stanza – The 12th room.

Uno spettacolo così piacevole che perfino le ombre apparivano affascinanti, all’interno di una colonna sonora così appassionata e capace di raccontare meglio di tanti discorsi temi delicati e sfaccettati, semplicemente dandogli spazio e mettendoli a nudo.
Una raffica di note è scesa sul pubblico, inumidendo gli occhi di quanti si sono dimostrati capaci di ascoltare la musica nell’unico modo in cui è davvero comprensibile: col cuore. Ma se l’emozione non si è manifestata in tutti come commozione, comunque la musica di Bosso è arrivata ad ogni singolo spettatore: dato palesatosi nei dieci minuti di applausi a fine concerto, interrotti solo dall’organizzatore della serata, Ruggero Pegna, per consegnare ad Ezio Bosso il “Riccio d’argento” opera del maestro Gerardo Sacco. Lo spettacolo si è inserito infatti nella trentesima edizione della rassegna del miglior live d’autore “Fatti di Musica Radio Juke Box 2016”, con il Patrocinio dell’Assessorato comunale alla Cultura.
Lacrime e sorrisi, sui quali l’artista ha speso bellissime parole in chiusura della serata: “I sorrisi avvicinano più dei passi. Così come noi artisti ci alleniamo a suonare per riuscirci al meglio, auguro a voi di riuscire ad allenare e migliorare il vostro sorriso sempre, perché sorridere a qualcuno può migliorargli la vita“.
Un momento culturale prezioso per Reggio Calabria, una pietra da incastonare nell’illustre “carriera” del teatro Cilea che tanti artisti di fama internazionale ha ospitato e tanti ancora si offre di presentare.
Il maestro si è detto entusiasta dell’esperienza reggina, ai nostri microfoni ha affermato: “Tornerò sempre a Reggio Calabria: questa città mi ha sorpreso tanto“.
Alcune persone però avevano storto il naso all’idea del grande pianista in concerto: “una strumentalizzazione della malattia per fare successo”, dicono in riferimento alle condizioni di salute del maestro. Eppure tutti i presenti questa sera non hanno notato sofferenza o frustrazione ma gioia, passione e talento. Sul palco è salita non la malattia, ma l’arte: quella innegabile, pura ed eterea del maestro Ezio Bosso.

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