A Reggio Calabria la conferenza dal titolo “il miglioramento genetico partecipato per la valorizzazione della biodiversità”

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Martedì 17 maggio 2016 alle ore 21.00 presso il Planetario provinciale Pythagoras di Reggio Calabria il Prof. Francesco Sunseri, docente di “Genetica Agraria” presso la Facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, terrà una conferenza sul tema: «Il miglioramento genetico “partecipato” per la valorizzazione della biodiversità». Nella Convention on Biological Diversity (CBD) sono state definite tre componenti principali della biodiversità: gli ecosistemi, le specie ed i geni. Qualunque strategia volta a ridurre l’erosione genetica deve dunque integrare tre elementi essenziali: la conservazione della biodiversità, l’uso sostenibile delle sue componenti ed un’equa distribuzione dei benefici. La CBD ha definito l’uso sostenibile delle componenti della diversità biologica quello che in tempi lunghi non deve condurre ad un declino della diversità biologica, mantenendo perciò la sua potenzialità per far fronte alle necessità e aspirazioni delle attuali e future generazioni. Ciò non implica che la biodiversità o risorse genetiche possano essere passate alle future generazioni completamente inalterate. Virtualmente tutte le sue utilizzazioni comportano qualche cambiamento o perdita, anche se piccola, di biodiversità. D’altra parte, le relazioni tra biotecnologie e biodiversità sono multi direzionali. Primo, le biotecnologie forniscono strumenti per valutare la biodiversità. Perciò, esse giocano un ruolo sempre crescente nell’identificazione di nuove risorse biologiche. Secondo, forniscono nuovi metodi e linee guida per la conservazione della biodiversità. Terzo, aumentano la capacità per una più saggia ed efficiente utilizzazione della biodiversità, sia come risorse genetiche per la produzione e sia nel ripristino d’ecosistemi degradati. Le biotecnologie forniscono pertanto mezzi importanti per utilizzare la biodiversità grazie all’utilizzo di organismi viventi da utilizzare come fattorie per la produzione di beni specifici, di prodotti che possono essere usati per riparare guasti ambientali o in processi industriali e possono servire a rinforzare attività rurali, manifatturiere ed estrattive. Le sinergie tra sistemi innovativi, salvaguardia e valorizzazione della biodiversità sono stati ampiamente documentati negli ultimi decenni. Solo recentemente si è preso coscienza che le potenzialità e la variabilità genetica della biodiversità raccolta e preservata da erosione genetica non sempre viene adeguatamente utilizzata, perché le finalità del breeding “industriale” concentra le proprie attenzioni su pochi tratti di interesse agrario. Un approccio interessante per l’utilizzo di tale variabilità nel miglioramento genetico è offerto dal breeding partecipativo (Participatory Plant Breeding, PPB), il cui scopo resta l’ottenimento di varietà migliorate, ma prevedendo la partecipazione degli agricoltori al processo di selezione e puntando all’ottenimento di varietà a larga base genetica. I primi progetti di PPB sono stati avviati nei paesi in via di sviluppo mentre adesso alcuni paesi europei stanno proponendo la sua adozione per fornire contribuiti ad un’agricoltura sostenibile. Il lavoro svolto dimostra che operando una sintesi tra conoscenze dei ricercatori e quelle degli agricoltori è possibile produrre un gran numero di varietà, ciascuna adattata ai tanti ambienti agrari che sempre più spesso definiamo marginali. La sfida è dunque integrare le esperienze del PPB condotte presso strutture di ricerca di aree marginali (ICARDA, IRRI, ecc.) con le biotecnologie più avanzate. Dopo la conferenza seguirà la visione del cielo stellato del Planetario a cura dello Staff. Le attività sono inserite all’interno del programma degli Stati Generali della Cultura Reggina 2016.

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