Staropoli: “la Rai non pubblicizzi l’immagine di Riina attraverso il libro scritto dal figlio”

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Da sempre la criminalità organizzata cerca nuovi strumenti per legittimarsi, la Rai non si presti a pubblicizzare l’immagine di Riina attraverso il libro scritto dal figlio, anche egli condannato per associazione mafiosa –  dichiara Lia Staropoli, presidente dell’Associazione “ConDivisa” –  la criminalità organizzata da sempre strumentalizza simboli, rituali religiosi e luoghi sacri per trarre consenso sociale, insinuandosi persino in alcune associazioni antimafia per tentare di legittimare se stessa e delegittimare coloro che la contrastano realmente ovvero gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine – spiega la Dott.ssa Staropoli, autore del libro “La Santa Setta”  – il consenso sociale ormai è diventato “consenso social” e troviamo migliaia di consensi, i cosiddetti “mi piace”, ai gruppi facebook che inneggiano a Riina o alla ‘ndrangheta e, centinaia di commenti ai profili che promuovono la “caccia allo sbirro”. Tutto questo oltre ad alimentare il consenso sociale, fattore determinante per la criminalità organizzata, danneggia irrimediabilmente la sicurezza dei cittadini che, quando prestano consenso sociale a boss e ad affiliati risultano essere fortemente disincentivati a segnalare e a denunciare alle Forze dell’Ordine  ogni forma di sopraffazione.  – E conclude – Il programma in questione ha già ospitato la famiglia dei Casamonica, gli autori anziché pensare all’audience dovrebbero comprendere che la televisione oltre a informare inevitabilmente finisce per “formare” i cittadini”.

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