Renzi dopo la visita a Reggio Calabria è a Catania: discorso al Teatro Bellini. Fuori contestazione [FOTO]

  • LaPresse/Andrea Di Grazia
  • LaPresse/Andrea Di Grazia
  • LaPresse/Andrea Di Grazia
  • LaPresse/Andrea Di Grazia
  • LaPresse/Andrea Di Grazia
  • LaPresse/Andrea Di Grazia
  • LaPresse/Andrea Di Grazia
/
StrettoWeb

Matteo Renzi è a Catania: “guardandola torni a pensare a quanto è grande la storia di questo Paese”

LaPresse/Andrea Di Grazia
LaPresse/Andrea Di Grazia

Dopo l’inaugurazione del Museo Nazionale di Reggio Calabria e la firma dei “Patti per il Sud”, il premier Matteo Renzi è volato immediatamente a Catania. Anche qui, cosi come in Calabria, non sono mancate le contestazioni. Il primo ministro afferma: “Catania è una città laboriosa ma è soprattutto bella. Con le sue piazze, le sue chiese, il suo rapporto con la cultura romana e greca. Guardandola torni a pensare a quanto è grande la storia di questo Paese. La storia meravigliosa non soltanto di Roma, Milano, Firenze… ma di tutte le città e i luoghi che segnano il Paese. Il tema dell’identità culturale non è soltanto un pezzo del bilancio economico del Paese, o un pezzo dell’orgoglio. Orgoglio, parola così poco di moda negli ultimi anni che deve tornare a occupare il vocabolario della politica”. “Ciò che accade a livello internazionale chiama in ballo la questione culturale – ha aggiunto nel discorso al Teatro Bellini -. Se l’Italia non farà mai mancare il proprio impegno, è anche perchè ciò che è accaduto negli ultimi mesi in Europa non è soltanto un problema che viene dall’esterno, ma è un problema che nasce nelle nostre periferie. Chi ha ucciso a Charlie, al Bataclan, a Bruxelles non sono persone venute da fuori, ma sono persone nate, cresciute, educate nelle nostre scuole europee. In pezzi interi delle nostre comunità si è perso il senso dell’identità. Laddove manca un luogo d’aggregazione indentitario, è più facile che si creino situazioni di pericolo. La cultura è motore di difesa di libertà. Come ciascuno di noi sa. Vorrei invitare tutti gli italiani ad avere maggior orgoglio per ciò che siamo. I problemi non mancano. Ma il mondo chiede bellezza, e quindi chiede Italia. Il compito della classe dirigente, al netto delle polemiche, è che dobbiamo renderci conto di quanto grande sia essere italiani e quanto sia fondamentale condividere questo patrimonio di valori”.

Condividi