Reggio Calabria, le precisazioni del Procuratore De Raho sul caso “Mala Sanitas”

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Reggio Calabria, inchiesta “Mala Sanitas”: il Procuratore della Repubblica De Raho fa alcune precisazioni

“In merito agli articoli pubblicati in data 22 aprile 2016, sul Corriere della Calabria – quotidiano on line,  dal titolo “I Riuniti e gli orrori che tutti hanno finto di non vedere”, a cura di Paolo Pollichieni e su La Repubblica. it, dal titolo “Reggio Calabria, medici arrestati, intercettazioni rimaste chiuse nel cassetto per 5 anni”, a cura di Alessandra Ziniti,  si ritiene opportuno  formulare talune precisazioni. Nel primo articolo si evidenziano tempi e modalità delle indagini non rispondenti all’effettivo svolgimento delle stesse; analogamente nel secondo articolo si mette in risalto che le intercettazioni telefoniche, utilizzate nell’ambito dell’operazione Mala Sanitas,  “sono finite nel dimenticatoio per anni”. A fronte delle notizie riportate nei suddetti articoli, si rende noto che le indagini che hanno condotto  all’arresto di quattro medici ed all’applicazione di una misura interdittiva nei confronti di altri sette sanitari, sono state avviate nel maggio 2014, a seguito del deposito dell’informativa redatta dalla Guardia di Finanza, Nucleo di Polizia Tributaria – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, avvenuto il 28 maggio 2014”, scrive in una nota Federico Cafiero De Raho, Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria.  “Nella citata informativa-prosegue– la Polizia Giudiziaria comunicava gli esiti  dell’attività di riascolto e trascrizione delle conversazioni intercettate nell’originario procedimento, risalente all’anno 2010, nell’ambito del quale si procedeva per il solo reato di associazione mafiosa, da parte di magistrati già titolari di altre indagini complesse, che hanno trovato sfogo in numerosi dibattimenti, alcuni dei quali ancora in corso. Va anche evidenziato che, in relazione alle intercettazioni riguardanti la ‘Ndrangheta, la Guardia di Finanza ha depositato gli sviluppi investigativi, confluiti in una complessa informativa. Consegnata l’informativa del 28 maggio 2014 nelle mani del Procuratore della Repubblica, per la delicatezza e l’urgenza della trattazione dei temi di indagine,  la stessa è stata immediatamente assegnata all’allora Procuratore Aggiunto Ottavio Sferlazza ed al Sostituto Procuratore Annamaria Frustaci, che hanno provveduto all’iscrizione  della stessa nel registro delle notizie di reato, in data 31 maggio 2014,  curando lo svolgimento delle attività investigative necessarie:

  • alla generalizzazione dei medici e dei sanitari a vario titolo coinvolti nelle vicende delittuose;
  • alla ricognizione dei fascicoli relativi a vicende di colpa medica che interessavano i reparti di Ostetricia e Ginecologia e di Neonatologia, pendenti tra il 2010 ed il 2014, alla riapertura delle indagini nei fascicoli eventualmente archiviati, nonché alla successiva riunione dei singoli episodi criminosi nell’ambito di un procedimento unitario;
  • alla identificazione delle persone offese;
  • all’acquisizione dei decreti autorizzatori delle intercettazioni captate nel procedimento D.D.A.

Dopo pochi mesi, in data 13 ottobre 2014- aggiunge– il fascicolo di indagine veniva trasferito al registro delle notizie di reato a carico di soggetti noti e riunito ai fascicoli più risalenti iscritti e/o riaperti nel 2014. Successivamente veniva disposta la coassegnazione del fascicolo al Sostituto Procuratore Roberto Di Palma, già titolare di alcuni dei procedimenti riuniti. Avendo preso possesso il Procuratore Aggiunto Gaetano Paci  – ed essendo stato il coordinamento della fascia Tirrenica della DDA affidato al dott. Sferlazza e quello del settore ordinario al dott. Paci – quest’ultimo è succeduto al primo nella coassegnazione. Proseguiva lo sviluppo investigativo con l’intercettazione delle utenze telefoniche dei sanitari indagati, l’attività di perquisizione delle Unità Operative interessate ed il sequestro delle cartelle cliniche delle gestanti e dei neonati l’escussione delle vittime degli episodi di mala sanità e dei loro congiunti. Da ultimo, si procedeva al conferimento dell’incarico ad una equipe medica composta da cinque esperti,  in ragione della complessità del’incarico e delle conoscenze specialistiche richieste. L’elaborato peritale veniva depositato nel luglio del 2015, mentre già in precedenza – nel maggio 2015 –  la Guardia di Finanza depositava i verbali di trascrizione integrale delle conversazioni, già per esteso riportate nell’informativa di reato del 28 maggio 2014. Infine, tra l’agosto e l’ottobre del 2015, la Polizia Giudiziaria completava – su delega dei sostituti procedenti – le attività di generalizzazione di altro personale sanitario, il cui coinvolgimento era emerso successivamente all’esito delle indagini. Al termine delle investigazioni – durate complessivamente un anno e mezzo – nel dicembre 2015, veniva depositata la richiesta cautelare accolta dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria. Tale ricostruzione specifica dell’evoluzione dell’indagine è resa pubblica al fine di dare massima trasparenza all’azione della Procura della Repubblica e delle Forze dell’Ordine, che hanno operato senza “ nulla nascondere nel cassetto”, sia nella precedente che nell’attuale gestione del fascicolo”, conclude.

 

 

 

 

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