Reggio Calabria, inchiesta “Mala Sanitas”. FP Cgil: “grande sdegno”

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LaPresse/ Adriana Sapone

La FP Cgil di Reggio CalabriaLocri, in merito all’inchiesta sulle Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia, Neonatologia e Anestesia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, esprime “grave sdegno ed auspica che vengano accertate pienamente le responsabilità di chi ha messo in atto pratiche illecite per salvaguardare il proprio status, celando gli errori o le inadempienze di ciascuno in un sistema di coperture incrociate. Perché ciò sia avvenuto lo stabiliranno i magistrati, che dovranno comprendere ed accertare se sia stato prodotto da un accordo sistematico e condiviso, generato da solidarietà o frutto di un clima ricattatorio. Gli errori medici se involontari e accidentali, certamente molto contenuti, possono anche essere messi in conto, soprattutto se vi è carenza di risorse umane, come spesso abbiamo denunciato chiedendo l’incremento di infermieri e l’assunzione di OSS; così come abbiamo segnalato la necessità di rendere adeguati i locali, la sala operatoria, la sala parto, in quel luogo in cui vengono accolte le donne in una delle condizioni di più accentuata fragilità fisica e soprattutto emotiva nell’affrontare l’esperienza di diventare madre. Quello che ci indigna, se tutto quanto riportato nelle intercettazioni e rilevato dalle indagini documentali e testimoniali sarà confermato in giudizio, è la presunzione di non  rispondere delle proprie responsabilità professionali neanche di fronte al decesso di nascituri, o di fronte alla disabilità permanente di un bambino. Se davvero fosse così, se ad aver mosso questo complesso meccanismo, accertato solo per mera coincidenza e per un periodo limitato,  fosse la calcolata determinazione a salvaguardare uno status in una società dove si conta per quel che si fa, senza  pretendere qualità e competenze  e non per quel che si è, i valori in cui si crede, il rispetto dei giuramenti professionali, la trasparenza e via dicendo, significa che è stata archiviata la parola umanità che nel rapporto medico/paziente significa accogliere con cura chi si affida. Ai vertici aziendali chiediamo di attivare maggiori controlli a salvaguardia  dei tantissimi lavoratori, medici e infermieri, che quotidianamente garantiscono assistenza  e cure nonostante le condizioni critiche, più volte denunciate, in cui sono costretti ad operare”.

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