Reggio Calabria, “il Waterfront simbolo della Città Metropolitana”: AN chiede di aprire un confronto [FOTO e INTERVISTE]

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Stamane conferenza stampa di Azione Nazionale su uno dei temi che sta facendo tanto discutere in questi giorni la città di Reggio Calabria: il progetto del Waterfront, firmato da Zaha Hadid, venuta a mancare solo qualche giorno fa. Richiesto un confronto in città

Waterfront utile o inutile? A seguito della polemica che in questi giorni sta rimbalzando tra i palazzi istituzionali e le varie forze politiche cittadine, gli esponenti di Azione Nazionale ci hanno tenuto ad indire una conferenza stampa per “chiarire la propria posizione”, come esordisce l’avvocato Ernesto Siclari.

A detta sia dell’avvocato Siclari, che di Daniele Romeo, l’intento non è quello di alimentare la polemica, ma di aprire un confronto, non solo con le Istituzioni, ma anche e soprattutto con la cittadinanza.

Una cittadinanza, si è detto più volte, che deve avere il diritto di conoscere le potenzialità di questo progetto, la cui firma è stata apportata da Zaha Hadid, da poco scomparsa, nel 2009, anno in cui, prosegue a dire Daniele Romeo, Reggio Calabria è stata la sede di altri due importati eventi: “veniva riconosciuto lo status di Città Metropolitana, ed avveniva il primo convegno con le ‘capitali’ del Mediterraneo. In quell’anno – prosegue RomeoReggio assumeva un ruolo assolutamente differente, la politica pensava anche diversamente e aveva un’idea precisa di questa città”.

È in questo contesto, stando alle parole di Daniele Romeo, che Zaha Hadid firmava il progetto del Waterfront, aprendo un concorso ad architetti di fama mondiale, un progetto definitivo, ma che come affermato stamane dall’architetto Antonella Postorino, “aveva già tutte le caratteristiche di uno esecutivo”.

Caratteristiche esposte nel dettaglio dalla stessa Postorino, che tramite diverse slide mostra ai presenti alla conferenza stampa odierna, punto punto, ogni definizione dell’opera, in termini non solo progettuali, ma anche di prospettiva economica, di sviluppo, di ripresa cittadina e di potenziale turistico.

Stando alla ricostruzione fatta da Antonella Postorino, il Waterfront ha previsto diverse fasi progettuali: il progetto preliminare veniva approvato nel 2011 con un decreto di Giuseppe Raffa facente funzione di sindaco; nel 2012, veniva presentato un progetto definitivo, che come suddetto, l’architetto ritiene già esecutivo; nel 2014 avveniva una conferenza di servizi, interrotta più volte a seguito dei vari insediamenti dei commissari, per ottenere la valutazione del progetto; nel febbraio 2015, poi, il sindaco Giuseppe Falcomatà blocca le procedure “ritenendo l’opera non prioritaria per Reggio”.

16 milioni di euro dei fondi PISU sono stati già appaltati per riprendere la zona che parte dalla pineta Zerbi, “il resto – continua a dire Antonella Postorinosono fondi del Decreto Reggio per 52 milioni di euro, e pare che questi si vogliano distogliere dall’opera”.

Un’opera, che stando ai tempi tecnici si sarebbe potuta completare nel giro di due anni circa, anche se soprattutto in merito a progetti del genere non è possibile prevedere tempistiche certe. Un’opera, lo dicono in coro Antonella Postorino, Daniele Romeo ed Ernesto Siclari, che non appartiene a nessuna forza politica, ma alla cittadinanza.

“Noi vorremmo che quest’opera non venisse associata ad una parte politica – parole di Romeoma che venga considerato come un progetto che possa portare economia e sviluppo in una città ormai proiettata verso la Città Metropolitana”.

“Siamo convinti che le opere di primaria importanza che servono alla città non vadano ad intaccare la realizzazione di questo progetto – aggiunge Ernesto Siclariil cui finanziamento e i cui fondi sono già stati stanziati”.

Siclari afferma quanto suddetto anche in merito alla nota stampa diffusa ieri dal capogruppo del PD, Antonino Castorina, non volendo, si rimarca, fare alcuna polemica. E sempre riferendosi alle affermazioni divulgate da Castorina, Daniele Romeo riflette sui soldi “che si dicono mancanti per la realizzazione di quest’opera, ma risparmiati per andare a coprire le buche per la strada e per far tornare l’acqua nelle case. Se i soldi non ci sono, allora non ci sono neanche per questi interventi, che sono sempre di primaria importanza”.

Ma ritornando nello specifico al progetto del Waterfront, l’architetto Antonella Postorino spiega agli uditori che “questa è un’opera a livello edilizio avanzata, ed un lotto di quest’aera è già stato appaltato. Bloccare un’opera che comunque ha già sostenuto delle spese significa aggiungere ulteriori spese. Sono state previste anche gli introiti dell’opera in termini di presenze giornaliere di costi di lavoro ecc. Il Waterfront – continua a dire Antonella Postorinopotrebbe diventare il simbolo della Città Metropolitana, rafforzerebbe anche i legami con la città di Messina, rafforzando altresì la cultura uomo-mare nella città dello Stretto. Si punta, come si vede, sulla riqualificazione del porto e della stazione centrale: si andrebbe a risanare un’area della città che viene male organizzata”.

Tutte previsioni ottimistiche riferite anche al Museo del Mediterraneo, che da progetto potrebbe diventare un centro servizi con diverse funzioni. L’analisi di Antonella Postorino si basa anche sul numero di visitatori potenziali del Museo Mediteranno, che sarebbero soprattutto i giovani. “All’interno – aggiunge – sono previste tutta una serie di attività che possono attrarre l’interesse dei giovani, che molto spesso in questa città non trovano alternative né per aggregarsi né per fare cultura. È prevista, tra le altre cose, una sala auditori, un ristorante e la sicurezza assorbirebbe almeno 20 persone”.

Si ragiona, quindi, anche in termini di risorse umane, ma anche economiche e di valorizzazione del territorio: “l’acquario valorizzerebbe ancora di più i pesci del Mediterraneo, scandito su tre livelli di cui uno interrato”.

Spazi per le esposizioni, aree interne, esterne, una struttura a forma di stella marina affacciata sullo Stretto di Messina, un’opera che di notte rimarrebbe illuminata tramite ingegnosi sistemi. Tutto illustrato nel dettaglio tecnico dall’architetto Postorino, la quale rimarca anche una serie di trasporti e funzioni convenienti derivati dall’opera del Waterfront, “una struttura rigorosamente realizzata per la zona sismica”.

Si va avanti, poi, esaltando le potenzialità del Museo del Mare, “un’opera del genere è un attrattore di finanziamenti, di economia. Questo dovrebbe essere il simbolo della Città Metropolitana, anche architettonicamente parlando”, conclude Antonella Postorino.

Simbolo della Città Metropolitana, ma anche un riconoscimento a livello mondiale: la pensa cosi Daniele Romeo, affermando che “il progetto avrebbe dato alla città la possibilità di essere riconosciuta nel mondo. Noi ci chiediamo il perché non si voglia fare quest’opera, se si sia fatta una valutazione totale. Nelle slide si parla di circa oltre 250 mila presenze di turisti a Reggio Calabria, per cui chiedo al centrosinistra, da reggino, di far aprire un dibattito in città e di chiedere alla gente cosa pensa di questo progetto, esponendo cosa il progetto stesso possa veramente portare. Dobbiamo cercare di ritrovarci – conclude Romeo – per dare a Reggio una prospettiva diversa di quella attuale”.

Un’opera che comunque deve tener sempre conto delle altre di primaria importanza per la città, lo ribadisce ancora Ernesto Siclari, parlando nello stesso tempo del Waterfront come una delle opere rappresentanti “l’unica speranza che questa città ha di risollevarsi. Reggio ha l’occasione di dotarsi di un progetto postumo, per cui noi non vogliamo pensare che nel fare dell’amministrazione ci sia una sorta di dispetto. Quello che oggi vogliamo dire è di aprire un confronto: noi vogliamo che sia la città a decidere se questa è davvero un’esigenza per Reggio oppure no. Chiediamo un confronto aperto a tutti, perché investire nelle grandi opere significa anche risolvere i problemi economici della città”.

 

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