Come sempre –aggiunge– il nemico numero uno dei Referendum è il quorum. Dopo aver rifiutato di accorpare la tornats referendaria alle Amministrative che, dopo poco, si svolgeranno in molte città italiane, dopo velati inviti ad “andare al mare”(!?), pochissimi hanno preso, sull’argomento, posizioni chiare. Vorrei ricordare semplicemente il terribile incidente avvenuto nell’aprile del 2010 a 50 Km dalle coste della Louisiana, quando una piattaforma petrolifera è esplosa e affondata, provocando una fuoriuscita di greggio nell’oceano di migliaia di barili di petrolio. Nonostante le compagnie petrolifere assicurano di agire in piena sicurezza, il disastro ambientale è, dunque possibile e, sinceramente, credo che la posta in gioco, per regioni come la nostra, che dovrebbero considerare il turismo (e dunque la qualità delle acque) la loro principale ricchezza, sia troppo elevata. Dall’altra parte della bilancia la possibilità di estrarre greggio in modeste quantità, sicuramente insufficienti al nostro fabbisogno rispetto all’enorme potenzialità delle energie rinnovabili e la possibilità di assicurare poche decine di posti lavoro precari, contro l’enorme bacino di occupazioni stabili che porterebbe un reale sviluppo turistico del nostro territorio. Mi fermo qui – ribadisce– nell’esporre i motivi del mio SI al Referendum del 17 Aprile prossimo; vorrei, però, soltanto ricordare ai fautori della “diserzione delle urne” l’importanza dello strumento democratico che ha in Italia il Referendum abrogativo, indetto, oggi, per la prima volta su richiesta delle Regioni. Nove Regioni italiane, tra cui la nostra, spinte da forti preoccupazioni sull’operato delle compagnie petrolifere e preoccupate per le conseguenze ambientali e per i contraccolpi sul turismo, hanno, infatti, chiesto e ottenuto che, sull’argomento venisse fatto un referendum, per dar voce, così, ai cittadini. Se, dunque, la metà degli italiani non si recasse alle urne, rinunciando ad un importante esercizio di democrazia, il Referendum non sarebbe valido e resterebbe tutto così com’è, con grande soddisfazione delle compagnie petrolifere che, godendo in Italia di bassissima tassazione, continuerebbero a sfruttare i nostri mari fino a data indefinita. L’ultimo mio pensiero è una personale condanna a coloro i quali, esercitando una doppia morale, spingono i cittadini a recarsi alle urne in occasione delle elezioni amministrative, ma poi invitano all’astensionismo o peggio ancora, predicano l’inutilità del referendum”, conclude.
Reggio Calabria, Delfino sul referendum di domenica: “andare a votare SI”
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