‘Ndrangheta, agguato mortale a Reggio Calabria: il pentito era stato sentito dal pm Lombardo

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agguatoIl pentito, Giuseppe Greco, ferito in modo grave nell’agguato avvenuto la scorsa notte a Calanna in cui é stato ucciso Domenico Polimeni, con precedenti di polizia, ha fatto dichiarazioni davanti alla Dda che hanno consentito l’avvio di inchiesta importanti contro la ‘ndrangheta. Quest’utlimo era stato sentito nei mesi scorsi dal pm distrettuale Giuseppe Lombardo, descrivendo importanti scenari di ‘ndrangheta e le strategie delle cosche. Il pentito é il figlio di Francesco “Ciccio” Greco, boss della ‘ndrangheta e trafficante di cocaina, morto di recente a Reggio Calabria per cause naturali.

Negli anni ’50 per la prima volta si parlò di “Ciccio” Greco in merito all’operazione “Marzano”, dal nome del questore di Reggio Calabria dell’epoca. In quell’occasione la Polizia “violò” un summit di ‘ndrangheta che, su imposizione del boss Mico Tripodo, anziché avere luogo a Polsi, in Aspromonte, fu convocato a “Ponte di Calanna”, a poca distanza dal luogo in cui é stato compiuto l’agguato della scorsa notte. Giuseppe Greco, sulle orme del padre, sin da giovanissimo si é costruito un solido ‘rispetto’ negli equilibri criminali reggini. Poco più che ventenne, aveva tentato di imporre la ‘mazzetta’ ad alcun locali notturni della Costa azzurra, in Francia, e di assumere il controllo di una bisca ‘clandestina’ gestita da elementi della ‘ndrangheta della Locride. Si presentò in quel locale affollatissimo, mitra in pugno, imponendo ai gestori di pagargli la protezione.

Solo grazie alla mediazione del boss Paolo De Stefano, successivamente ucciso, amico del padre, l’episodio non provocò per lui conseguenze. Un altro episodio che consacrò ‘Peppe’ Greco fra gli emergenti della ‘ndrangheta avvenne a Gallico, nella periferia nord di Reggio Calabria. In un supermercato, durante un ‘ragionamento’ per comporre una lite scaturita per motivi di donne, l’imprenditore edile Domenico Falcomatà sparò alcuni colpi di pistola contro Greco ed un gruppetto di giovani che si trovavano con lui. In quell’occasione fu ucciso Filippo Grillà, titolare del supermercato, e Greco riuscì a scamparla. Successivamente tutta una serie di controlli e di operazioni di polizia e carabinieri fecero emergere la responsabilità di Giuseppe Greco nel condizionamento mafioso sulle Amministrazioni comunali di Calanna, Laganadi e Sant’Alessio in Aspromonte. Quindi, qualche anno fa, la decisione di pentirsi e di parlare con il pm Lombardo. Condannato per mafia nel processo ‘Meta’, Greco decise poi di collaborare con la Dda di Reggio Calabria. Lunghe settimane di interrogatori davanti al pm Lombardo nel corso dei quali produsse verbali su verbali. In quel periodo Giuseppe Greco venne anche ricoverato in una casa di cura per malattie mentali, un problema che ha rischiato di pregiudicare la sua credibilità di collaboratore di giustizia

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