Massimo Florio, pediatra messinese, cura da volontario i bambini del Guatemala

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Il pediatra infettivologo di Messina Massimo Florio cura i bambini del Guatemala, grazie all’associazione Rekko

Ci sono Paesi in cui la sanità non esiste e va importata come un bene prezioso. I volontari che viaggiano a sud del mondo per portare speranza a persone meno fortunate sono visti come angeli custodi, un soffio d’aria fresca in un territorio che soffoca ogni giorno migliaia di vite.
Lo sa bene Massimo Florio, un pediatra infettivologo messinese che da ormai diversi anni sceglie di prendere un aereo per il Guatemala, in cui a riceverlo sa che troverà centinaia di madri preoccupate per la salute dei propri figli. Il pediatra, infatti, raccontando del suo primo viaggio nell’aldeas (villaggio, ndr) di Santa Sofia, spiega come le persone lo guardassero con stupore, chiedendosi se fosse “un vero medico o un giullare di corte“.
Le comunità rurali a cui fa visita stazionano nella foresta del Guatemala e fuori dai centri abitati c’è soltanto la giungla. La difficoltà, spiega il dott. Florio, è raggiungere le aldeas: “Va soltanto un infermiere, due volte al mese, per pesare e misurare i bambini in una baracca fatta di lamiera“.
Il problema principale è lo scarso numero di medici e la mancanza di strade per trasportare i malati. Inoltre la sanità, racconta il dott. Florio, ha gli stessi prezzi dell’Europa, nonostante la povertà in cui vivono le aldeas.
Grazie all’associazione “Rekko Guatemala“, fondata da Gian Carlo Noris, molti medici e volontari hanno la possibilità di impiegare la propria esperienza e il proprio tempo nella nobile missione di portare sanità laddove sopravvivere a problemi come la febbre o la malnutrizione è un’utopia.

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