L’Agape chiede un Patto Istituzionale e sociale per Arghillà nord

StrettoWeb

Arghillà (3)E’ sotto gli occhi di tutti la situazione drammatica che vive la popolazione che risiede negli alloggi popolari siti nel quartiere di Arghillà nord, un vero e proprio ghetto che rappresenta una ferita mai curata per l’intera comunità reggina. Una situazione che non può essere gestita solo come un problema di ordine pubblico e dei repressione dei comportamenti delinquenziali pur doverosa. Né tantomeno si può delegare alla parrocchia ed al volontariato quello che è un problema collettivo e che va affrontato con una azione congiunta tra istituzioni e comunità. Va scelto un metodo di coinvolgimento di tutti gli attori istituzionale e sociali che hanno responsabilità , competenze ed interesse rispetto al quartiere.  Il Centro Comunitario Agape che in sede di Assemblea cittadina ha proposto al Sindaco di farsi promotore di una iniziativa su questo versante, propone l’attivazione di un Patto per Arghillà che chiami a raccolta tutte le forze istituzionali e sociali interessati ad un piano di rinascita di Arghillà.Lo strumento potrebbe essere un  tavolo tecnico  da fare istituire alla Prefettura,  con la presenza del Comune, ASP,  Questura, Ufficio scolastico,casa Circondariale, AVR, AMA, Parrocchia e  delegati del partenariato sociale che aderiranno al Patto per Arghillà . Il tavolo istituzionale può predisporre  ed approvare  un accordo di programma tra le istituzioni coinvolte, come cornice istituzionale all’interno della quale saranno collocati gli interventi che dovranno toccare i vari ambiti e che potrebbero essere finanziati con fondi nazionali e comunitari:  sanità e Welfare, trasporti, diritto allo studio, ambiente, presenza forze dell’ordine, ecc.  Si potrebbe riunire  periodicamente per la verifica ed eventuale integrazione dell’accordo. Ogni attore istituzionale si dovrebbe  assumere gli impegni di competenza con indicazioni operative. Il tavolo istituzionale potrebbe  prevedere  un gruppo di lavoro operativo a cui dare la responsabilità di attuare gli interventi programmati, fare azione di monitoraggio ( es. censimento di tutte le strutture pubbliche e private che insistono sul quartiere, da riqualificare ed utilizzare per i progetti)  e di segnalare le criticità. Il gruppo di lavoro potrebbe essere presieduto dall’Assessore alle Politiche sociali del Comune ed alla Programmazione comunitaria, potrebbe essere composto da referenti tecnici delle istituzioni, da rappresentanti del partenariato sociale e del comitato di quartiere di Arghillà Nord. Si dovrebbe riunire con cadenza settimanale e programmare  incontri periodici con gli abitanti del quartiere di ascolto e di confronto. Solo così, con una azione di sistema continua e coordinata, si potrà tracciare un percorso virtuoso in grado di garantire diritti, vivibilità e sicurezza a questo pezzo di città per troppo tempo esclusa e penalizzata.

 

Condividi