“Dodici righe” per incantare l’Italia: a firmarle il reggino Eugenio Curatola

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Eugenio Curatola, detto “Curi”, ha iniziato  a scrivere le sue storie in forma anonima sul web, appuntando i suoi pensieri in sole dodici righe, perchè scrivere di più “equivale a straparlare”

eugenio curatolaConosciuto dai suoi lettori più affezionati come “Curi”, Eugenio Curatola è un ragazzo reggino, che negli ultimi giorni sta riscuotendo un incredibile successo sul web, grazie alle sue storie. Inizialmente pubblicate in forma anonima sul suo blog, sono state poi raccolte nel libro “Dodicirighe” che, a un anno dalla prima pubblicazione, inizia a diventare virale su Internet, raccogliendo un bacino di quindicimila lettori.

Quella di Curi è una storia comune a tanti: nato e cresciuto a Reggio Calabria, nel 2004 abbandona la sua città per proseguire gli studi, prima nel nord Italia, fino ad arrivare a Londra, dove è vissuto alcuni anni. Rientrato in Italia nel 2014, sceglie di ricominciare la sua vita a Roma, in cui vive e lavora.

dodici righe 2Le realtà particolarmente frenetiche che Curi incontra non gli impediscono di ritagliarsi del tempo per imprimere su carta emozioni e attimi preziosi, che appunta velocemente sulla moleskine, sua inseparabile compagna d’avventure. Nasce così l’idea di raccontare la vita dodici righe alla volta, perché “di più equivale a straparlare”, come si può leggere sulla copertina del suo libro. Alla domanda sul perché abbia scelto di pubblicare un libro cartaceo, nonostante le difficoltà del settore e dato il grande successo sul web, il giovane autore ci risponde: “il libro vuole essere un modo per comunicare in modo più presente. Su Internet si legge un pezzo, lo si commenta, condivide e poi finisce lì, il libro invece resta fisicamente con le persone”.

Così, l’esigenza si fa sogno, attraverso la voglia di condividere e di confrontarsi con gli altri. Nell’epoca dell’intercultura e della comunicazione bidirezionale, si sfata il mito dello scrittore solitario ed eremita. La nuova letteratura scende in piazza e si mette sullo stesso piano del suo pubblico: si fa correggere e consigliare, si fa smontare e ricostruire, senza però annullarsi mai. Lo sa bene Curi, che ieri sera ha organizzato un primo incontro virtuale in diretta, dando la possibilità ai suoi lettori di confrontarsi con lui, di conoscerlo e conoscere ancora meglio cosa c’è dietro le brevi storie che tanto amano.

dodici righe “Dodicirighe” è stato presentato in diverse province d’Italia, tra cui anche Reggio grazie alla collaborazione con l’associazione Anassilaos. Curi però non conta di tornare a vivere nella sua città natìa: “quando torno a Reggio sono contento di incontrare i miei amici e di andare nei posti dove ho trascorso la prima parte della mia vita. Sono intrisi di tante emozioni e di tanti ricordi, ma sento che la mia strada è lontano da lì”.

Un’affermazione che fa riflettere su come gli sforzi di Reggio per promuovere i propri talenti non bastino a farli anche rimanere in città. Tanti giovani, come Curi, sono costretti a guardare la città dall’alto mentre l’aereo decolla, o vedere il mare fuggire lo sguardo dal finestrino di un treno, per andare a realizzare i propri sogni. E poi, una volta raggiunto il traguardo, non resta che pensare: “peccato non essere a casa”.

 Chiara Cucinotta

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