Dimissioni on line: indagine di Fondazione Studi CdL evidenzia criticità

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Dopo il primo mese di applicazione della nuova procedura telematica per le dimissioni e le risoluzioni consensuali dei rapporti di lavoro, sono ancora tante le criticità irrisolte. Guardando i risultati dell’indagine sottoposta da Fondazione Studi ad un campione di 4 mila Consulenti del Lavoro, i maggiori ostacoli riguardano i tempi lunghi per ottenere il Pin dall’Inps, gli errori effettuati nell’inserire l’e-mail o la Pec del datore di lavoro, le incertezze sulla data di decorrenza delle dimissioni da indicare nel modulo, il trovare assistenza per poter eseguire la procedura e la poca dimestichezza con il pc, soprattutto tra gli over 55. Per il 92% degli intervistati la nuova procedura complica il processo di dimissioni dal rapporto di lavoro e non assicura l’autenticità del lavoratore che intende manifestare la volontà di dimettersi. Inoltre, allo stato attuale emerge l’inesistenza di alcun riscontro oggettivo ufficiale che possa determinare la dimensione del fenomeno delle dimissioni in bianco. Mentre è certo che il numero delle dimissioni che avvengono ogni anno si attesta a circa 1,4 milioni. Secondo i Consulenti del Lavoro, solo una piccola parte, il 16%, è venuto a conoscenza di lettere di dimissioni in bianco. A dimostrazione che probabilmente la “cura” individuata rischia di essere peggiore del male che si intende combattere. “Era meglio la situazione precedente”, commenta Rosario De Luca, Presidente di Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro. “La convalida in calce alla comunicazione trasmessa per via telematica è un sistema snello, che andrebbe ripristinato, – commenta De Luca – insieme alla norma per chi abbandona il posto, evitando cosi che le aziende debbano licenziare i lavoratori e pagare anche il ticket all’Inps”. Infatti tra le precisazioni pervenute in questi giorni dal Ministero del lavoro ai Consulenti del lavoro, in risposta alle 20 domande formulate dagli stessi a metà marzo, viene evidenziato proprio questo caso. Nelle risposte si sottolinea come, in ipotesi frequenti di dimissioni del lavoratore che non porta a termine la procedura telematica e non si presenta più al lavoro, al datore non resta altro che contestare l’assenza ingiustificata e licenziare il lavoratore pagando anche il ticket per l’erogazione della Naspi (fino a 1.470,30). Importante anche un’altra risposta che riguarda le dimissioni della lavoratrice nell’anno del matrimonio: andranno presentate on line e poi convalidate presso la Dtl.

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