Al liceo classico Talesio di Cosenza il preside “gangster“ che fa discutere l’Italia

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Il preside Antonio Iaconianni è al centro dell’attenzione pubblica per una foto diventata virale che lo ritrae con una finta pistola in mano a fianco di due studenti

È diventata virale in poco tempo la foto scattata al liceo classico Bernardino Telesio di Cosenza, che ritrae il dirigente Antonio Iaconianni in tenuta da “gangster”, con occhiali scuri e pistola finta alla mano, insieme a due studenti della scuola, in posa con lui.
Lo scatto è stato realizzato in occasione di una festa che si stava svolgendo a scuola, spiega il dirigente, per l’avvio del conto alla rovescia, cento giorni prima dell’inizio degli esami di stato.  La presenza di quei particolari travestimenti sarebbe dovuta a una recita teatrale organizzata dagli studenti sul tema “Immigrati italiani in America e gangsters”.
Una “goliardata”, come lui l’ha definita, che è costata al dirigente una pioggia di interviste e un’opinione pubblica divisa. La foto, postata su Facebook sul profilo pubblico dell’istituto, ha raggiunto in breve tempo ogni parte d’Italia, animando discussioni e giudizi.
L’accusa principale è l’inappropriatezza del gesto del preside, che mostrandosi in quella tenuta darebbe un cattivo esempio ai ragazzi, presentando un’immagine che legittima violenza e disonestà. L’ubicazione del liceo probabilmente acuizza i giudizi: la Calabria è per antonomasia terra di ‘ndrangheta e un uomo adulto che posa a fianco di due ragazzi con una pistola finta in mano è un’incitazione pubblica alla malavita.
Giudizi severi e probabilmente troppo estremisti, che hanno messo in difficoltà il preside Iaconianni, ormai votato al silenzio per ordine dei suoi avvocati. La risposta sbagliata a una delle tante domande provocatorie che lo stanno sommergendo potrebbe costargli seri provvedimenti.

Ha però dichiarato “Negli ultimi 4 anni, da quando sono arrivato io, sono incrementate da 129 a 215 per un totale di mille iscritti. Una settimana fa abbiamo invitato lo psichiatra Paolo Crepet per discutere con i ragazzi di violenza, alcol, droga. Noi non veniamo meno al ruolo formativo della scuola“.
Sarà che i metodi di istruzione sono sempre soggetto di studi e aggiornamenti, sarà che il contesto di un Liceo classico nell’immaginario comune richiama un luogo di concentrazione, alto impegno culturale e grande rigore, sarà che la fama della Regione alimenta quasi inconsciamente severi giudizi. A riguardo rispondono gli studenti, che attraverso il loro rappresentante fanno sapere: “(Il preside, ndr) Ci insegna la cultura dell’antimafia con gesti concreti. La foto è stato un gioco strumentalizzato“.
Presa coscienza della piena consapevolezza che i ragazzi hanno del gesto fatto dal preside e del facile fraintendimento che hanno animato, sarebbe forse opportuno ricalcolare il giusto peso della questione, tenendo in considerazione non solo quello che l’immagine dà a una prima occhiata.
Se da un lato abbiamo inequivocabilmente il dirigente scolastico di un istituto importante quale il Liceo classico di Cosenza che si mostra in “tenuta da sceriffo” assieme a degli alunni, proponendo un’immagine controproducente e in qualche modo condizionante verso soggetti dal più debole senso critico, dall’altra abbiamo un dirigente scolastico di un importante istituto che rompe per un momento con la rigidità che il suo ruolo richiede per avvicinarsi ai ragazzi, sbottonandosi per passare da una posizione che li sovrasta a una che li accompagna.
E forse è questo l’unico messaggio che dovrebbe passare dalla foto incriminata: un uomo autorevole capace di ritagliare un minuto del suo tempo per giocare con i suoi ragazzi, mostrandosi amico e dalla loro parte, non appoggiando la violenza ma provocandone il giusto sdegno.

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