A Reggio Calabria due giornate per il Piano di Riassetto territoriale

StrettoWeb

Le due giornate di confronto serrato ,organizzate dal Comitato Reggio Nord 2020 sugli scenari metodologici da adottare per il Piano strategico della Città metropolitana, si sono concluse ieri a Reggio nella sala convegni di Palazzo Corrado Alvaro con l’intervento del sindaco Peppe Falcomatà. Il primo cittadino è andato subito al punto: avendo contezza che i lavori erano stati via via animati da appassionate speranze piuttosto che da disfattiste tesi di indirizzo, ha ricordato che, senza “se” e senza “ma”,  la città metropolitana è una realtà, come dire che ciò che conta è la capacità di rimboccarsi le maniche  ed andare avanti. “E lo si potrà fare – ha detto – grazie ai Patti per il sud le cui risorse andranno  a sostenere un programma cui hanno partecipato con le loro istanze tutti i sindaci del territorio”. A proposito invece di un “comune sentire” in questa direzione, Falcomatà ha invitato i sindaci a promuovere lo spirito identitario che serve, per facilitare una coscienza collettiva capace di animare le aree omogene; che “ci sono – ha detto – perchè a dirlo è una legge nazionale e in attesa che lo Statuto le sancisca, noi le abbiamo già individuate per come la storia ce le fa riconoscere: quindi oltre all’area di Reggio anche l’area grecanica, della locride, della Piana e dello Stretto”. Ha poi concluso rivendicando il primato della politica sugli stakeholder, “perché la città si fa con i cittadini  – ha detto – e noi rispondiamo solo a loro”. I lavori, moderati dalla giornalista Teresa Munari, hanno avuto inizio con l’intervento dell’avv. Ugo Massimilla capo gabinetto della Presidenza della Regione Calabria e del dirigente generale della Provincia Antonino Minicucci. Per tutte e due le giornate di lavoro il tormentone era stato quel colpevole ritardo accumulato dalla Regione che, secondo quanto ha detto il direttore  generale della provincia dott. Minicuci, presente alle riunioni dell’Osservatorio, non collaborerebbe al raggiungimento del risultato ed anzi  intenderebbe mantenere per sè le funzioni legate all’agricoltura e alla formazione professionale, ignorando anche le direttive sulla collocazione del personale in forza alla provincia nel passaggio all’amministrazione metropolitana. Sull’importanza che ha il trasferimento di funzioni da parte della Regione è intervenuto l’arch. Maurizio Malaspina, coordinatore tecnico –scientifico del documento programmatico elaborato dal Comitato Reggio Nord 2020, e in verità lo ha fatto a più riprese e sempre su temi mirati, compresi i turismi e le coordinate che dovrebbero racchiudere il piano strategico, fino ad illustrare un efficace compendio del loro “ girovagare” per il territorio nell’intento di “evangelizzare” sindaci e gioventù.  Per Cittadinanza attiva è intervenuto Giuseppe Giordano che ha ricordato la filosofia che ha animato il lavoro d’equipe  i cui risultati sono ben visibili nel volume che era a disposizione dei partecipanti e che si può richiedere al Comitato 2020. Fra gli amministratori  hanno dato un contributo il vice sindaco di Calanna D’Agostino, Stefano Repaci, sindaco di Fiumara, Roberto Vizzari sindaco di San Roberto, Francesco Malara sindaco di S. Stefano d’Aspromonte raccontando alla platea la bontà ed i vantaggi che questa prova d’insieme realizzata nel Comitato  ha prodotto per il loro territorio. E se Repaci (Fiumara) ha evidenziato l’importanza che ha assunto il linguaggio comune nell’individuare i punti di forza ( l’opportunità di riprogettare la valorizzazione dei propri beni artistici) e di debolezza (la rete viaria che non facilita i collegamenti); Vizzari ( S. Roberto) ha evidenziato l’urgenza di procedere con le Unioni dei Comuni. Malara ( S. Stefano) dopo aver riproposto il tema delle l’aree funzionali, lamentando il ritardo nel promuovere un brand identitario che accomuni le diverse aree della provincia, ha sottolineato che a rendere le cose più difficile si mette anche  la legge che nega l’elezione diretta del sindaco metropolitano. Nella prima giornata  la discussione è diventata serrata quando si è affrontata la questione della pianificazione territoriale (Pietro Foti dirigente della Pianificazione territoriale della Provincia) , il nodo del sistema infrastrutturale e della mobilità ( Antonino Vitetta , docente Università Mediterranea) , della incongruenze che si evidenziano nel sistema agro produttivo del reggino, (Stefano Poeta agronomo e Presidente nazionale Epap) e dei turismi, ovvero delle diverse filosofie che hanno guidato la realizzazione dei sistemi locali turistici introdotti dalla legge del 2001 , e che in Calabria, nonostante il recepimento della normativa avvenuto nel 2008, ha lasciato il settore a zero ( Maurizio Malaspina, responsabile scientifico del Coordinamento 2020) . Un discorso a più voci, ma con un univoco rumore di fondo che andava  ripetendo:  Che tipo di città abbiamo in mente? Riusciremo a costruire una proposta che sia ancora valida fra 40 anni? L’approccio a questi temi deve essere scientifico  o invece solo politico? E nel corso della tavola rotonda di ieri le risposte sono arrivate  dai “ territori” a confronto. Giovanni Piccolo sindaco di Seminara e presidente della “città degli ulivi” ha offerto un quadro realistico della situazione arrivando ad ammettere che per la definizione delle aree omogenee i tempi, forse, non sono maturi.

 Il sen. Pietro Fuda , sindaco di Siderno, ha invece fatto un discorso a tutto tondo partendo da una considerazione allarmante sulla classe dirigente che a suo avviso, di fronte al tema della città metropolitana,   latita. Per Fuda l’istituzione della città metropolitana è parte di un preciso disegno della governance nazionale che, non riuscendo ad irreggimentare le regioni, ha optato per le città, come motore di sviluppo prossimo venturo. “A noi sta anche bene – ha detto – se non fosse per il disimpegno  verso la Calabria di Fs e Anas che non pungolati dalla classe politica, ci lasciano sopravvivere senza collegamenti ferroviari, o di viabilità interna ed interregionale. E la questione dello sviluppo – ha detto, – per noi che già siamo forti per le vestigia archeologiche che conserviamo, per il parco dell’Aspromonte, per le spiagge  si concentra nel diritto negato di mobilità ed accessibilità. Fuda ha quindi spostato l’attenzione sui partiti e sulla forza che hanno oggi le liste civiche, visto che  ogni sindaco sa che per sopravvivere deve rispondere solo ai suoi elettori. Per il sindaco di Bagaladi Santo Monorchio alla pigrizia del legislatore verso la Citta metropolitana  bisogna rispondere con un tavolo tecnico che bisogna chiedere con forza per creare una sinergia proficua contro la burocrazia inadeguata . “ serve discontinuità – ha detto – anche con quel meridionalismo piagnone che ci toglie ogni speranza”. Per il Gal dell’area grecanica c’era il direttore Andrea Casile che, dopo aver evidenziato le “perle”  del suo territorio, dal trekking a Palariza al pecorino d’aspromonte  si è chiesto: ma la città metropolitana si occuperà anche della sopravvivenza di questi tesori ? Gli ha fatto eco il sindaco di S. Stefano Francesco Malara che rappresentando i sindaci dell’area dello Stretto ha posto il problema dei prodotti identitari e della necessità di sostenerli da parte di tutti i sindaci, anche se la specialità in discussione potrebbe  non riguardare tutti. Con una sintesi propositiva e poderosa insieme ha chiuso la tavola rotonda il presidente del Parco Giuseppe Bombino reduce dall’ Earth Day dove , per la sua terra, si è anche conquistato un premio. In un discorso bene articolato, Bombino ha segnalato la resilienza della citta metropolitana, la biodiversità che contraddistingue il Parco da intendersi, anche per fare la differenza con le altre città metropolitane, parte integrante del tessuto metropolitano e la necessità di proiettare al più presto, Reggio nella sua nuova veste, nello scenario del Mediterraneo.

Condividi