Reggio, un’analisi sul progetto del Comune per l’ex Polveriera di Ciccarello: “un nuovo ghetto urbano” [FOTO e INTERVISTE]

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Perplessità e proposte: questo è quanto trasmesso stamane nel corso della conferenza stampa dell’associazione Un Mondo di Mondi, in merito agli aspetti del progetto che il Comune di Reggio ha presentato per il recupero dell’area dell’ex Polveriera di Ciccarello

IL PROGETTO – “Noi oggi parliamo di un progetto che il Comune ha presentato sull’area dell’ex Polveriera, su un bando nazionale per le aree degradate: questo progetto che dovrebbe, da bando, superare il degrado della zona, in realtà non lo supera”.

Così alla stampa, Antonino Giacomo Marino, presidente della neo associazione Un Mondo di Mondi, già Opera Nomadi Reggio Calabria, che insieme al direttivo, tra cui anche Cristina Delfino, ha indetto una conferenza stampa per illustrare alcune criticità osservate circa il progetto che il Comune ha presentato per l’area dell’ex Polveriera di Ciccarello “attraverso la realizzazione di Orti Urbani per l’integrazione sociale e l’inserimento lavorativo di persone disagiate”; il tutto si riferisce al bando suddetto,“per la presentazione di proposte per la predisposizione del piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate”. (bando approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre 2015).

Con una delibera datata 26 novembre 2015, la Giunta Comunale di Reggio Calabria ha approvato il Documento Preliminare di Progettazione dell’intervento, per un importo “pari a complessivi 5.500,000,00 euro”, creando un partenariato di progetto composto da Tribunale dei Minori di Reggio, Libera Memoria, Ente Morale Opera Nomadi, Confagricoltura, Italia Nostra e Agesci. La progettazione prevede, tra le altre cose, interventi di recupero edilizio e di edilizia sociale, nonchè sul sistema di orti urbani.

Tutte informazioni fornite oggi in conferenza stampa, durante cui Marino ricorda che la Regione Calabria, soggetto cofinanziatore, si è impegnata per 3.500.000,00 di euro, in aggiunta ai 2 milioni eventualmente erogati dal Ministero, di cui ancora si attenda il responso in merito al progetto.

LE PERPLESSITA’ – “Un responso che comunque non impedirebbe alla Regione di procedere con il finanziamento”, aggiunge Antonino Giacomo Marino, insistendo sulle criticità osservate: “nell’ex Polveriera esiste un ghetto da ormai 50 anni, con 23 famiglie che vivono in condizioni terribili, e attualmente la speranza è che il Comune intervenga per superare questa situazione di ghettizzazione”.

Quest’ultimo obiettivo è quello preliminare del bando: a detta di Marino, però, non viene raggiunto nell’idea progettuale della Giunta Comunale, che prevede la costruzione di 12 alloggi sociali da destinare a “famiglie disagiate”.

“Un nuovo ghetto urbano, quindi – si trasmette – a poche decine di metri da dove oggi insistono le baracche di cemento e lamiera del ghetto”.

Le perplessità oggi comunicate, dunque, si rifanno anche alla prevista costruzione dei 12 alloggi, nonostante le famiglie dell’ex Polveriera siano 23 “e, da quanto riferito dai rappresentati del Comune, gli alloggi da costruire non sarebbero destinati esclusivamente alle famiglie del ghetto esistente”.

Un problema di logistica riferito alle famiglie presenti nella zona dell’Ex polveriera, che va ad aggiungersi all’ulteriore suddetta problematica di emarginazione, evidenziata, sempre secondo quanto riferito stamane, durante periodici contatti tra le famiglie coinvolte, l’associazione e l’amministrazione comunale, nel corso dei quali si è ribadita la necessità di reperire alloggi in equa dislocazione. “Spiegazioni e dati necessari sono stati formalizzati in due rapporti trasmessi al Comune il 15 dicembre 2014 ed il 22 aprile 2015”.

“Nei rapporti – si continua a trasmettere – sono state indicate anche le soluzioni possibili per il reperimento degli alloggi in dislocazione. Inoltre, è stato ricordato che il modello dell’equa dislocazione è stato introdotto nella politica abitativa di questo Comune con la delibera del Consiglio Comunale del 5 agosto 1999, segnando il superamento della politica ghettizzante del concentramento delle famiglie a basso reddito”.

Il pensiero comune dell’associazione Un Mondo di Mondi, riferito al suddetto ragionamento, è che tramite il progetto in questione si andrebbe a realizzare un mini ghetto per 12 famiglie “disagiate”, progetto che comunque, sempre a detta di Antonino Giacomo Marino, presenta un lato positivo importante: “realizzare nell’ex Polveriera un parco urbano; ma questa parte positiva del progetto rischia di non decollare se non si supera il ghetto. Tra l’altro, l’accesso al parco, da progetto, dovrebbe avvenire attraverso la stradina che dà oggi accesso alla baraccopoli, che non verrà superata assegnando gli alloggi solo ad una parte delle famiglie”.

LA PROPOSTA – L’associazione Un mondo di Mondi, si sottolinea infine, avanza una proposta al Comune: utilizzare quella parte di somma che serve al progetto per la costruzione dei 12 alloggi (2,6 milioni di euro) non per questo fine, ma per l’acquisto dei 23 alloggi necessari, dislocati sul territorio, per la sistemazione delle 23 famiglie che vivono dal 1960 nell’ex Polveriera. “In questo modo – chiosa Marinosi potrebbe realizzare il parco e quindi superare veramente la situazione di ghettizzazione”.

Una proposta fatta già il 5 gennaio scorso alla Giunta Comunale, per cui si attende ancora una risposta e che ovviamente mira alla correzione di alcuni aspetti del bando, concentrandosi sulla domanda basilare che si pone l’associazione: “Dove andrebbero ad abitare le altre famiglie che non vengono collocate nell’area del parco?”; un quesito che si ricollega alla convinzione che la costruzione di 12 alloggi sociali “in concentrazione” sia in netto contrasto con le stesse finalità del bando.

Tramite la proposta avanzata, perciò, per l’associazione si avrebbe anche un risparmio finanziario e un maggior beneficio sociale per le famiglie e per il verde urbano, “un vantaggio per l’intera comunità”.

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