Reggio, “in serio pericolo l’assetto dei concorsi nell’Azienda Ospedaliera”: la denuncia della UIL FPL [FOTO e INTERVISTE]

StrettoWeb

Continua la denuncia della UIL FPL in merito a delle criticità constate all’interno dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria: Nuccio Azzarà in conferenza stampa insieme a medici e operatori sanitari

Ottava conferenza organizzata dalla UIL FPL di Reggio Calabria presso la Sala Spinelli degli Ospedali Riuniti, ottavo appuntamento nel corso del quale Nuccio Azzarà ha esposto quelli che sono stati definiti “errori amministrativi”, che non solo “esplicitano in effetti giuridici“, ma “che si sono susseguiti nell’elaborare e nel produrre atti deliberativi che oggi pongono in serio pericolo tutto ciò che è l’assetto dei concorsi all’interno dell’Azienda Ospedaliera”.

LE DELIBERE – Queste le parole del sindacalista, il quale, tramite diverse slide, illustra ai presenti, tra i quali molti medici e operatori sanitari, le varie delibere che secondo il pensiero espresso stamane contrasterebbero tra di loro, con errori evidenti e accertati, portando a non decifrare, ad oggi, la situazione esistente ai vertici dell’Azienda stessa.

Si parte dalla delibera 130 del 1 febbraio 2016, fino a citare la 221: “tra queste – parole di Nuccio Azzaràci sono la bellezza di 70 delibere che ad oggi non sappiamo se sono nulle o meno”. Delibere importanti, alcune delle quali mirano a definire il direttore sanitario aziendale (come la N.182 dell’8 febbraio 2016, tramite la quale, come comunica Azzarà, viene nominata direttore sanitario aziendale per due mesi la dottoressa Italia Rosa Albanese), ma che con il constatato contrasto tra di loro porterebbero a far tornare in “vita” la prima (la 130), non permettendo di definire con certezza, al di là delle attestazioni, chi siano ad oggi il direttore amministrativo, il direttore sanitario ed i capi dipartimento.

Azzarà ricorda che la delibera N.130 manteneva solo due nomi: “Volpe e Said”.

I CONCORSI – Nuccio Azzarà, detto ciò, ritorna a parlare del concorso per primario al pronto soccorso, in merito a cui già nella precedente conferenza stampa erano state portate alla luce gravi criticità, sempre riferiti a “problemi che nascono da una sorta di difficoltà a produrre atti certi all’interno dell’alveo della legittimità e della legalità”. Per il sindacalista, infatti, gli errori suddetti, susseguitisi “nell’elaborare e nel produrre atti deliberativi, pongono in serio pericolo tutto ciò che è l’assetto dei concorsi all’interno dell’azienda: parliamo di ben cinque concorsi che attengono la conduzione di ben cinque unità operative complesse, quindi la vita di questo Ospedale dipende proprio da questa caduta amministrativa”.

“Nessuno da oggi potrà dire noi non lo sapevamo”, tuona Azzarà, evidenziando come in riferimento al già citato concorso siano già stati presentati i dovuti provvedimenti al Tar.

LA CARDIOCHIRURGIA – Altro argomento scottante trattato in conferenza, quello della cardiochirurgia: “abbiamo le sale operatorie che vengono utilizzate dalla cardiochirurgia vascolare e la terapia intensiva che viene usata dalla neonatologia in pianta stabile – prosegue a dire AzzaràMi domando quanto tempo tecnicamente c’è per far sì che una cardiochirurgia diventi operativa. Il reparto intanto andrebbe ristrutturato, ma io ho la sensazione che ci ritroveremo con un altro direttore generale che dirà: ma cosa volete da me? Perché non ve la siete presi con quello di prima?”.

Criticità su criticità, quelle che emergono dalla trattazione di Nuccio Azzarà, a cui si vuole unire, in veste di dirigente sindacale, anche il noto cardiologo reggino Enzo Amodeo, operante all’interno dell’Azienda Ospedaliera dal 1980, e che ai microfoni di StrettoWeb dichiara: “io ho provato ad alzare un pochino i toni della protesta per una ragione semplicissima: le cose non stanno andando bene, e ci sono tutte le condizioni per farle andare meglio. In tutta questa vicenda ciò che mi ha particolarmente colpito è una visione un poco limitata che si ha degli operatori sanitari che vivono giornalmente all’interno dell’Ospedale e che vengono trattati quasi con superficialità, quasi con una forma di distacco che non meritano, perché i veri protagonisti sono loro, che molto spesso vanno incontro a delle problematiche medico-legali non perché manca professionalità per fare ciò che fanno giornalmente, ma perché ci sono delle carenze strutturali, organizzative, che sono alla base del malfunzionamento”.

Delle problematiche che hanno segnato anche il percorso del dottor Amodeo, come da lui stesso ricordato in conferenza stampa, nel corso della quale fa un po’ un excursus della sua carriera, con articoli di giornale alla mano, parlando, data anche la sua esperienza, di “politica dei nani”, in riferimento all’organizzazione generale dell’Azienda. “Si, è vero, io sono amico di Oliverio, lo sono stato, lo sono e lo sarò ancora, ma questo non c’entra niente con il mio trattamento all’interno dell’azienda ospedaliera” ha chiosato Amodeo.

“Mi sono stancato – afferma Amodeodi avere a che fare con gente che rientrando nel cosiddetto cerchio magico pensa di potere utilizzare le gerarchie non per fare funzionare il sistema, ma per fregare il compagno che viene subito dopo. Io le mie battaglie le faccio all’interno dell’Azienda dove lavoro, le faccio con gli utenti che si rivolgono ancora con fiducia a questa Azienda Ospedaliera, le faccio con gli operatori sanitari che hanno dato tanto e non hanno ricevuto neanche la metà di quello che dovrebbero. Lo faccio anche perché mi sono stancato di vedere gli operatori sanitari di questa Azienda maltrattati, considerati come delle persone che hanno un livello culturale, una capacità lavorativa e professionale inferiore a tutti quelli che vengono da fuori. Qualcuno – chiosa Enzo Amodeoha cercato, con lo svolgimento di queste attività concorsuali, di colpire la mia dignità e la mia professionalità. La seconda posso compararla con chiunque, la prima è incomparabile”.

Per Amodeo, dunque, i “migliori alleati” per affrontare queste questioni sono “gli utenti e gli operatori sanitari”.

“L’utenza – dice – continua ad avere fiducia negli operatori sanitari, non ha fiducia nei livelli organizzativi che esistono all’interno dell’Azienda Ospedaliera. L’utenza capisce realmente quali sono le difficoltà in cui operano gli operatori sanitari. L’utenza capisce fino in fondo che manca un livello organizzativo serio, capace di mettere insieme tutte le professionalità che operano all’interno per ottenere dei risultati molto migliori di quelli che abbiamo ottenuti finora”.

Dei risultati che a detta di Enzo Amodeo si possono raggiungere anche e soprattutto con un gioco di squadra, operando in sintonia, perché “se non si lavorerà avendo invidia dell’altro, oppure cercando di fare lo sgambetto a chicchessia, si otterranno dei risultati molto più lusinghieri, ma soprattutto dei risultati molto più funzionali, molto più rispondenti alle richieste che vengono da parte dell’utenza”.

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