Messina, polemica sui minori non accompagnati: la replica dell’assessore Santisi

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L’esponente della Giunta precisa i termini normativi di riferimento e ricorda gli sforzi compiuti dal Comune

In merito al delicatissimo argomento dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati l’assessore  alle Politiche sociali, Nina Santisi, ha precisato: “Il fatto storico ineludibile che stiamo vivendo non consente a nessuno di strumentalizzare una tragedia umanitaria di tale portata, ma ci chiama tutti responsabilmente a mettere in gioco azioni di vera tutela e garanzia per i migranti. Relativamente a notizie pubblicate, e riprese sui social network, circa la presenza di minori all’interno del centro per adulti Gasparro, di esclusiva competenze prefettizia, mi permetto di precisare a chi non conosce la problematica e ricordare a chi la conosce che lo status di minore età dei migranti, può essere accertato solo ed esclusivamente dall’unico organo cui spetta l’identificazione dei cittadini stranieri che giungono via mare, ovvero l’Ufficio Immigrazione della Questura, affiancato da propri mediatori culturali, da rappresentanti di Frontex, Europol e con la collaborazione delle Ong (Unhcr, Save the Children, Oim..). Qualora al Comune venga segnalata la presenza di minori in centri adulti, il dipartimento Politiche sociali interviene, allertando le autorità competenti, per l’eventuale immediata accoglienza in strutture idonee per la minore età. Preciso, inoltre – prosegue l’assessore Santisi – che quando si rende necessario, trasferire da Casa Ahmed gli ospiti che stanno per raggiungere la maggiore età, le assistenti sociali del comune inoltrano, con un mese di anticipo, al Servizio centrale del Ministero dell’Interno (competente nell’attribuzione dei posti), la richiesta di accoglienza in strutture del circuito del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), affinchè rientrino nel normale percorso di integrazione, in una struttura di seconda accoglienza. Purtuttavia, è ormai nota la cronica mancanza di posti in seconda accoglienza nei centri governativi e questa non è certamente una responsabilità addebitabile al Comune.

LaPresse/Carmelo Imbesi

L’Amministrazione comunale, piuttosto, ha recentemente risposto al bando del Ministero dell’Interno per l’ampliamento dei posti nella rete Sprar. La percentuale di minori registrati ad ogni sbarco rasenta la soglia del 20% del totale degli arrivi e sta mandando in affanno il sistema dell’accoglienza su tutto il territorio regionale. Nonostante tali difficoltà, Casa Ahmed, aperta in virtù di un’ordinanza sindacale, analoga alla precedente ordinanza prefettizia, sta funzionando, nell’attesa che altri centri in città si accreditino, da struttura “cuscinetto” tra la prima e la seconda accoglienza. Pur accreditata come centro di prima accoglienza, la struttura, che fino ad oggi ha accolto 1193 minori, ha organizzato il proprio lavoro fornendo servizi e prestazioni per cui tutti i ragazzi sono iscritti al servizio sanitario e a scuola e quando necessario ricevono le apposite terapie. L’accoglienza è inserita in una rete territoriale con l’istituzione scolastica pubblica (Centro istruzione provinciale adulti “Verona Trento” per la formazione scolastica; istituto “Antonello”, istituto “Cuppari”, istituto “Basile” per la formazione professionale) che sta fornendo concretamente ai minori l’opportunità di integrarsi e di proiettarsi con speranza al proprio futuro. Si rammenta che l’istituzione di centri di accoglienza per minori è principalmente demandata al terzo settore e, pertanto, fin dal 13 ottobre 2015, l’Amministrazione comunale ha pubblicato avviso volto alla ricerca di strutture da convenzionare, auspicando e sollecitando la nascita di nuove realtà in città per la prima e la seconda accoglienza. Vorrei aggiungere, infine, che chiunque ravvisi violazioni dei diritti umani, circa le condizioni di vita dei migranti, ha il dovere di “denunciare” tale violazione agli organi competenti, piuttosto che indirizzare critiche generiche, prive della necessaria conoscenza di ruoli e competenze specifiche in una materia così delicata. Certo, rimane ancora molto da fare per uscire dall’emergenza. Pur tuttavia, questo impegno – conclude Nina Santisi – non toglie valenza e significato agli sforzi attualmente messi in gioco, nella nostra città,  nel sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, ricordandoci che nessuno ha l’esclusiva su tale settore. Ma solo insieme, istituzioni, associazioni, volontariato, società civile e terzo settore potranno dare a questa accoglienza la dignità che ci richiede e che merita”.

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