Duplice omicidio a Palermo: fermata nella notte una coppia di cinquantenni

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Secondo gli inquirenti della Squadra mobile di Palermo, la coppia si sarebbe resa responsabile dell’omicidio di Bontà e Vela dopo una serie di alterchi per problemi di vicinato

LaPresse/Guglielmo Mangiapane
LaPresse/Guglielmo Mangiapane

Svolta nell’inchiesta sul duplice omicidio avvenuto ieri mattina alla periferia di Palermo. La Procura, come confermano in ambienti giudiziari, ha fermato, poco prima dell’alba, una coppia di coniugi, accusata di avere ucciso Vincenzo Bontà di 45 anni e Giuseppe Vela di 53 anni. Secondo gli inquirenti della Squadra mobile, diretta da Rodolfo Ruperti, la coppia avrebbe ucciso Bontà e Vela dopo una serie di alterchi per problemi di vicinato. In carcere sono finiti Carlo Gregoli e Adele Velardo, entrambi cinquantenni: a incastrarli sarebbe stato un testimone ed anche una telecamera.

In un primo momento si era pensata a una pista mafiosa, data la parentela di una delle vittime, Vincenzo Bontà, con il boss Giovanni Bontade, di cui era genero. Poi la svolta, nel pomeriggio, grazie a una testimonianza.

Carlo Gregoli è un dipendente comunale di 50 anni mentre la moglie, Adele Velardo, 45 anni, è casalinga. I due sono stati trasferiti alle prime luci dell’alba in carcere, dopo la firma del provvedimento di fermo della Procura. L’inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Claudio Camilleri e Sergio Demontis, che hanno interrogato i due fino alle tre del mattino.

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