Bruxelles, arrestato Salah Abdeslam: è ferito ad una gamba. Il governo belga: “We hebben hem”. Tutte le FOTO del blitz

StrettoWeb

Il ricercato numero uno per le stragi di Parigi, Salah Abdeslam, è stato arrestato a Bruxelles nel corso dell’operazione anti-terrorismo a Molenbeek. Lo riferiscono i media belgi, tra cui la Dernier heure, che cita diverse fonti. Salah Abdeslam è stato ferito a una gamba. Anche la seconda persona ferita nel corso dell’operazione antiterrorismo di Molenbeek è stata arrestata. Salah non ha risposto alle ingiunzioni di arrendersi da parte della polizia che gli ha quindi sparato alla gamba per neutralizzarlo. Così ha riferito una fonte della polizia a Le Soir.

Theo Francken, il segretario di stato belga per l’asilo e le politiche migratorie, conferma l’arresto di Salah Abdeslam, sul suo account Twitter. “We hebben hem”, ‘lo abbiamo’, afferma su Twitter.

Anche un poliziotto è stato ferito durante l’operazione antiterrorismo a Molenbeek che ha portato alla cattura di Salah Abdeslam, ricercato per gli attentati di Parigi. Lo riferisce il sito dell’emittente Rtbf.

Sven Mary, uno dei migliori avvocati di Bruxelles, famoso per aver curato casi come quello della banca belga Fortis, assumerà la difesa di Salah Abdeslam, arrestato oggi nel quartiere di Molenbeek a Bruxelles. La richiesta di difesa, secondo quanto confermato dall’avvocato, è stata fatta da persone vicine ad Abdeslam.

Salah Abdeslam non risponde, adesso è in ospedale. Sarà difeso da Sven Mary, uno dei migliori avvocati di Bruxelles

Chi è Salah Abdeslam: il 26enne “misterioso” attentatore di Parigi

Dopo mesi di caccia la polizia belga ha finalmente preso a Molenbeek, quartiere di Bruxelles dove è nato e cresciuto SalahAbdeslam, il 26enne che avrebbe avuto un ruolo logistico negli attentati di Parigi del 13 novembre, di cui si sono perse le tracce il giorno dopo.
La sera prima dei massacri che hanno ucciso 130 persone, alle 21.59, una Clio nera, noleggiata da Salah, arriva nel Nord di Parigi. Gli inquirenti non sanno ancora dire se Salah fosse alla guida, dopo che dalla macchina sono scesi tre kamikaze nei pressi dello Stade de France. Il 26enne, francese nato a Bruxelles e residente in Belgio, ha noleggiato anche la Polo usata dal commando entrato in azione nella sala da concerti del Bataclan. E la sua carta di credito è stata utilizzata per pagare due stanze in un residence di Alfortville, vicino a Parigi, dove hanno pernottato i terroristi prima degli attacchi.
Gli inquirenti si chiedono ora se sia stato sempre Salah a fornire le armi. Inizialmente gli investigatori erano propensi a ritenere che facesse parte del commando che ha agito a bordo di un’altra vettura, una Seat, per la presenza del fratello maggiore, Abdeslam Brahim, 31 anni, che si è poi fatto esplodere in un ristorante.
Salah si era reso irreperibile dopo che due complici, arrivati a Parigi la notte degli attentati, lo hanno riportato in Belgio. I suoi documenti di identità sono stati presentati il giorno dopo gli attentati agli agenti francesi durante un controllo a Cambrai, lungo la strada per il Belgio, quando il suo nome non era ancora emerso tra quelli degli attentatori. Operazioni di polizia sono state subito lanciate a Molenbeek, il quartiere di Bruxelles dove i fratelli Abdeslam gestivano un bar, ma senza risultati.
Da mesi l’identikit di Salah, ricercato in tutta Europa, viene rilanciato dai media: 1,75 metri, occhi marroni, carnagione scura, rasato e i capelli pettinati all’indietro. Con questa precisazione: “Individuo pericoloso”. Secondo la stampa spagnola potrebbe avere cambiato nome e aspetto fisico, per nascondersi sotto falsa identità.
A Molenbeek, il 26enne viene descritto come un tipo frivolo, che non ha mai fatto pensare a un islamista radicale, pronto alla jihad. Gli abitanti descrivono infatti i due fratelli come “forti bevitori, forti fumatori, non degli estremisti”.
Per Youssef, stessa generazione, la spiegazione può arrivare solo da “cattivi incontri al momento sbagliato”. Furti, traffico di droga e il carcere nel 2010 per Salah, dopo una rapina in cui compare anche il nome di Abdelhamid Abaaoud, la presunta mente degli attentati di Parigi, anche lui originario di Molenbeek.
Probabilmente è dietro le sbarre che Abaaoud, ucciso dalla polizia francese, ha insegnato la sua “teologia della clandestinità per eludere i servizi di sicurezza e di controllo dell’intelligence”, ha sottolineato Mathieu Guidere, esperto francese di terrorismo.
All’inizio del 2015, i fratelli Abdeslam, già radicalizzati, erano stati interrogati dalla polizia belga perchè sospettati di volersi recare in Siria, ma erano poi stati rilasciati per mancanza di “prove di una possibile minaccia”.

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